Si è conclusa, domenica 27 maggio, un’edizione da dimenticare del contenitore festivo di Rai 1. Otto mesi caratterizzati da ascolti mediocri che, fin da subito, hanno smascherato la debolezza e l’inconsistenza della formula sbandierata come la vera innovazione televisiva della stagione 2017/ 2018.
Niente di meglio per un programma in decadenza che cavalcare polemiche di trasmissioni più blasonate. Il fine è, naturalmente, cercare di racimolare spiccioli di audience. E’ accaduto all’interno della puntata del 25 marzo di Domenica in. Per sopravvivere fino alla conclusione della stagione televisiva, Cristina Parodi ha chiesto aiuto a Ballando con le stelle.
Si continua a cavalcare la kermesse canora sanremese a pochi giorni dalla massa in onda. Cristina Parodi vi punta tutto, per assicurarsi la sopravvivenza a Domenica in, e fa leva sul grande appeal che il Festival di Sanremo ha da sempre sui telespettatori di casa nostra.
Questa settimana Cristina Parodi ha condotto una puntata di Domenica In dedicata quasi interamente a Sanremo. Lo ha fatto in gran parte da sola, cercando di dare ritmo e brio allo spettacolo. Almeno per metà programma, però, il risultato è stato piatto. Lei è apparsa tesa davanti alle telecamere, come se percepisse come troppo complicato per lei risollevare questa edizione di Domenica In.
E’ davvero deprimente constatare come, settimana dopo settimana, Domenica in non cerchi di migliorare il proprio schema. Al contrario, per sopravvivere, tenta disperatamente di copiare programmi e talk show di discutibile valenza televisiva. Il contenitore festivo di Rai 1 è ridotto ad un salotto pieno di pettegolezzi e gossip sui quali Cristina Parodi si lancia famelicamente.
Ancora cambiamenti. Che questa volta sono apparsi davvero irritanti e irrispettosi verso il pubblico televisivo. Dopo una settimana di pausa per far posto all’ultima tappa della Formula 1, Domenica in si presenta in una nuova veste alla platea domenicale di Rai 1. L’ennesimo rimaneggiamento di un format che non funziona, non ha mai convinto. Se ne sono accorti tutti, l’Auditel è stato penalizzante al massimo, ma la testardaggine dei vertici Rai è preoccupante e persino allarmante per il futuro.