Renzo Arbore torna sul piccolo schermo per ricordare Mariangela Melato. L’artista e showman sarà il protagonista di un programma dal titolo “Mariangela!” che andrà in onda su Rai Storia a partire da mercoledì 3 maggio alle 21:10. Saranno in tutto tre puntate nel corso delle quali, con l’aiuto di Arbore, si ripercorre la vita e la carriera di Mariangela Melato scomparsa a Roma a gennaio del 2013.
S’inanellano uno dopo l’altro gli omaggi a Orlando Furioso. Il paladino che perse il senno fu immortalato giusto 500 anni fa da Ludovico Ariosto, che ne cantò le gesta insieme con quelle di altri cavalieri presi da onore d’armi e amore per belle donne. E allora dalla Biblioteca Corsini di Roma a Villa d’Este a Tivoli e due settimane fa a Ferrara, ecco mostre, convegni, rievocazioni nell’anniversario. Icone artistiche e letterarie ispirate a Orlando si sono snodate in cinque secoli, senza tralasciare le ottocentesche illustrazioni di Gustave Dorè e gli spettacoli in scena nel Novecento, dalla “Alcina” di Haendel diretta da Zeffirelli al rivoluzionario esperimento teatrale di Ronconi, l’”Orlando furioso” itinerante che debuttò a Spoleto nel 1969. Una pietra miliare, che ha avuto anche una celeberrima edizione televisiva, ritrasmessa mesi fa da Rai5.
I telespettatori lo conoscono nel ruolo di Filippo De Silva in Squadra Antimafia, serie tv alla quale ha preso parte dal 2010. Paolo Pierobon è presente anche nell’ottava stagione dal titolo Squadra Antimafia – il ritorno del boss nel consueto ruolo del mafioso De Silva al quale deve la grandissima popolarità. Ma Pierobon è anche un attore di teatro e cinema. Gli spettatori lo ricordano nei diversi spettacoli diretti dai registi Luca Ronconi e Mario Martone. In particolare nel 2016 ha interpretato “La morte di Danton” diretto proprio da Martone calandosi nella parte di Maximilien de Robespierre. Al cinema ha interpretato molte pellicole ed è stato diretto da Marco Bellocchio in “Vincere” dove era il fascista Bernardi.
Un Orlando Furioso da vedere e da ascoltare. Succede a Tivoli, Villa d’Este, perché una mostra da poco inaugurata, “I voli dell’Ariosto”, svela l’influsso che il poema dei paladini ebbe su tutte le arti. La pittura, prima di tutto. Siamo nel 1557 e nel suo “Il dialogo della pittura” il Dolce si sofferma sul canto VII dell’Orlando. E osserva: “Ma se vogliono i pittori trovare senza fatica un perfetto esempio di bella donna, leggano queste stanze dell’Ariosto nelle quali egli descrive mirabilmente la bellezza della fata Alcina; e vedranno quanto i buoni poeti siano ancora essi pittori”.