Giovedì 6 luglio in seconda serata, in diretta su Rai3, va in onda la consegna dei Premi Strega 2017. Conduce la giornalista Eva Giovannini.
Meglio l’asettico Auditorium di Renzo Piano o i fasti rinascimentali di Villa Giulia? Meglio i giurati e i presenzialisti immobili sulle poltrone di velluto rosso della Sala Sinopoli o l’andirivieni con chiacchiericcio, il disordine vivace e snob del Ninfeo? La diretta televisiva di ieri sera (Rai3, dalle ore 23 a oltre la mezzanotte) per la finale del Premio Strega ha dato chiaramente la risposta.
Franca Leosini è tra i personaggi più amati della Rai. Di una Rai che non ride, non si veste di lustrini, non si concede alla chiacchiera. E’ la Rai della Terza Rete di Angelo Guglielmi e di Sandro Curzi. Non la Rai dei grandi mezzi e della megaproduzioni. Invece quella che scava nella realtà, che fa pensare, che sonda l’animo umano. Prima autrice di “Telefono giallo”, poi, dal 1994, di “Storie maledette”, che conduce anche, Franca Leosini tratteggia attraverso faccia a faccia scarni e pregnanti identikit di condannati famosi, protagonisti di delitti che hanno stregato e spesso diviso l’opinione pubblica. Uomini e donne che per i telespettatori diventano diversi da quelli che i luoghi comuni della cronaca nera in certi casi creano. Meno mostri, più individui, pur se scheggiati da un sasso nero che ha bucato irrimediabilmente il loro vissuto.
E se il Premio Strega diventasse un format? Gli ingredienti sono: il maggiore alloro letterario italiano, la più vasta e variegata giuria (se ne vantava nel 1947 la fondatrice Maria Bellonci) formata da 400 ingegni cooptati ai quali si aggiungono, da qualche anno, 40 lettori “forti” e gli Istituti di cultura all’estero; ancora, il veleno delle polemiche (quest’anno, terminata la rivalità Mondadori-Rizzoli che si sono fuse, già si lamenta il primo degli esclusi dalla cinquina, Antonio Moresco); il caramello appiccicoso della mondanità capitolina; il duello all’ultimo voto in un rush che si chiude a mezzanotte di una calda serata di luglio.