“La voce di Simenon rimane forte. Imprime il suo sigillo a Maigret. Qualsiasi adattamento, anche meno fedele, non può affievolirla. Perciò il cinema o la tv che usano i suoi romanzi continueranno a farlo anche quando non ci saremo più. E di certo questa serie non sarà l’ultima”. Parola di John Simenon, il figlio del romanziere francese venuto ad incontrare il pubblico del RomaFictionFest in occasione dell’anteprima di “La trappola di Maigret” , il primo dei quattro tv movie prodotti nel Regno Unito per la Bbc.
Il 2017 è l’anno del Centenario di Caporetto, la battaglia più tragica sul fronte italiano della Grande Guerra, il lavacro mondiale che nel nostro Paese falciò settecentomila militari e altrettanti civili. Rai Uno ricorderà il Primo Conflitto Mondiale – sul grande schermo lo ha fatto, mirabilmente, Ermanno Olmi con l’amaro e poetico “Torneranno i prati” – con una miniserie in due puntate che vedremo nei prossimi mesi, in una data ancora non fissata.
Al Roma Fiction Fest è arrivato anche Rocco Schiavone. Il vicequestore che tanto ha sdegnato Gasparri, si è rivelato un successo per Rai2, la rete diretta da Ilaria Dallatana: ed è proprio il suo interprete Marco Giallini che, ieri, ha incontrato il pubblico. Dopo la rituale passerella delle 19.00, all’interno del cinema The Space i presenti hanno ascoltato un Giallini prodigo di aneddoti.
La decima edizione del Roma Fiction Fest ha calato l’asso nella manica dell’edizione 2016: la prima puntata della serie When we rise. Due sale piene e applausi scroscianti alla fine per lo sceneggiatore Dustin Lance Black, già premio Oscar per Milk. Alla regia Gus Van Sant, che pure aveva diretto il film intepretato da Sean Penn.
Prodotta dalla Abc, composta da sette puntate When we rise è stata proiettata in anteprima mondiale. E non poteva che essere Roma la città da cui tutto parte: un po’ perché una dei protagonisti si chiama proprio come la capitale, un po’ perché secondo l’autore “nessun’altra città può comprendere tanto bene il concetto di famiglia come Roma” e dunque l’Italia tutta.
Ricordate il “Madoff dei Parioli” che ha tenuto recentemente banco sulle pagine di cronaca di Roma per la vicenda di un truffatore nostrano nella cui rete sono caduti nobili, calciatori e gente di spettacolo? Ebbene, al Fiction Fest ieri è passato quello vero, l’americano Bernard Madoff, diabolico mascalzone finanziario che per anni ha ingannato investitori stelle e strisce facendo sparire 50 miliardi di dollari.
E’ una kermesse femminista il Fiction Fest 2016 in corso fino a domani a Roma nella cornice del The Space Moderno di piazza della Repubblica? A giudicare da due anteprime scelte dal direttore artistico Giuseppe Piccioni, sì. L’altro ieri abbiamo visto “Di padre in figlia”, dal soggetto di Cristina Comencini, che racconta della “presa del potere” imprenditoriale tra gli anni Settanta e Ottanta da parte di tre ragazze figlie di un maschilista produttore di grappa in Veneto.
Quarant’anni fa “Radici” in Rai ha avuto venti milioni di spettatori, un record per una serie tanto innovativa, che ha messo i puntini sulla i a una storiografia ancora reticente sul problema del razzismo e dello schiavismo che lo aveva generato. Ora il remake di quel rivoluzionario esperimento non si pone ufficialmente obiettivi di ascolti (lo ha detto in questo magazine a Biagio Esposito LeVar Burton, il protagonista di allora che oggi è il produttore) ma la prima puntata (andrà in onda il 16 dicembre su History, canale 407 di Sky) è apparsa meritevole di picchi di ascolti, peraltro impossibili visto il canale maggiormente di nicchia dal quale verrà trasmesso.
È stata presentata il giorno 8 dicembre all’interno della RomaFictionFest la serie “Radici“titolo originale “Roots” remake della serie omonima andata in onda nel 1977. Le 4 puntate di cui si compone la serie andranno in onda su History (canale 407 di Sky) a partire dal 16 dicembre alle ore 21:00.
“C’è una rivoluzione epocale che è partita da Bassano del Grappa, ma la Storia non lo rivela. E’ venuta l’ora di occuparsene”, dice una delle sceneggiatrici di “Di padre in figlia”, la fiction n 4 puntate di Rai Uno presentata ieri in anteprima al Fiction Fest di Roma. L’opera, che doveva uscire questo autunno ma la cui trasmissione è stata rimandata alla prossima primavera, ovviamente in prima serata (si dice anche per permettere la partecipazione alla kermesse romana in svolgimento al The Space Cinema Moderno) è di quelle che si qualificano subito di gran lusso. Il soggetto di serie è di Cristina Comencini, il cast sfodera tra gli altri Alessio Boni, Cristiana Capotondi, Stefania Rocca, Denis Fasolo, la regia è firmata da Riccardo Milani, la produzione è di Bibi Film di Angelo Barbagallo per Rai Fiction.
Comincia con un omaggio a Mamma Rai la decima edizione del Fiction Fest di Roma. Perché “In arte Nino” è la storia della gioventù e dell’exploit di Nino Manfredi, il grande attore scomparso nel 2004 che proprio Viale Mazzini trasformò in una star con la partecipazione, nel 1958, a Canzonissima.