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Safiria, “La strada dei miracoli” è stata una piacevole sorpresa nel palinsesto primaverile di Rete 4. Come spiega il successo del programma?
Si tratta di una trasmissione che ha a che vedere non solo con la fede, ma anche con la vita. Proprio per gli argomenti che tratta, vuole parlare al cuore del pubblico. In ogni puntata raccontiamo le emozioni, la vita di gente comune, protagonista di eventi straordinari. Mi piace pensare che ognuno di noi abbia la sua strada dei miracoli. Infatti, spesso mi capita di parlare con persone che hanno storie incredibili.
Com’è iniziato questo progetto?
Tutto risale allo scorso febbraio. Ho saputo casualmente da un collega che l’azienda stava pensando ad un programma di questo tipo e stava facendo dei provini. Così ho deciso di candidarmi, perché la conduzione è stata sempre nelle mie corde. Il test consisteva nel presentare un piccolo pezzo di trasmissione. Mai però avrei pensato che la scelta sarebbe ricaduta proprio su di me.
Nell’edizione precedente, soprattutto nelle prime puntate, si sono succeduti molti commentatori in studio. Poi si è dato più spazio soprattutto a Don Davide Banzato e ad Alessandro Cecchi Paone, che ritroveremo anche quest’anno. Perché avete puntato principalmente su di loro?
Alessandro e Don Davide sono riusciti a creare un bel dibattito, per nulla noioso, ma anzi molto interessante. Entrambi sono stati rispettosi nell’esprimere, anche fermamente, i loro punti di vista, nonostante le posizioni diverse di ognuno.
Quali novità attendono i telespettatori da stasera?
Proprio perché la prima edizione è andata bene, l’impianto della trasmissione rimarrà molto simile a quello già esistente. Non abbiamo necessità di fare stravolgimenti, ma l’obiettivo è migliorare quanto fatto finora. Fin dalla prima puntata daremo ancor più spazio all’attualità, con grandi esclusive. Mostreremo, ad esempio, un documento inedito sui veggenti di Medjugorje.
Quest’anno in studio ci sarà anche Paolo Brosio. Avrà un ruolo diverso dagli altri due opinionisti?
No, piuttosto Don Davide avrà una funzione particolare, in virtù della sua posizione. Essendo un sacerdote, esprimerà il punto di vista istituzionale della Chiesa sugli argomenti che affronteremo. Poi ci sarà anche il professor Luigi Garlaschelli (docente di Chimica Organica all’università di Pavia e già intervenuto nel corso della prima edizione, ndr), che ci accompagnerà per tutte le puntate, con l’obiettivo di proporre una spiegazione scientifica dei fenomeni raccontati. Per me la sua presenza è un valore aggiunto. Ritengo che l’intervento di opinionisti, capaci di dare ognuno un parere diverso, arricchisca il pubblico.
Ci sarà un’apertura ai social network?
Sì, ed è una novità che mi rende molto felice. È un settore da cui mi sono finora tenuta fuori per scelta e non perché non apprezzi o non intuisca i suoi aspetti positivi. Sono contenta di entrare in questo mondo attraverso il programma che conduco.
Dopo queste otto puntate è previsto un altro ciclo, magari in primavera?
Per adesso preferiamo concentrarci sul presente. Speriamo di partire bene, lavoreremo e ci impegneremo per fare il massimo in questi mesi. Personalmente non so cosa succederà dopo e credo che al momento non lo sappia neanche Mediaset.
Lucia Ocone l’ha imitata durante la passata edizione di Quelli che il calcio. Come giudica la sua parodia?
Mi ha fatto ridere moltissimo! L’imitazione è arrivata dopo sole tre puntate della nostra trasmissione e la considero una piccola consacrazione. Non so a quanti programmi sia successo qualcosa del genere, credo pochissimi. Il fatto poi che l’abbia proposta per due domeniche di seguito vuol dire che “La strada dei miracoli” ha acquisito una certa importanza, dovuta anche agli ascolti che abbiamo ottenuto.
Lei è un volto noto per i telespettatori di Studio Aperto, TgCom24 e Tg4. Quanto cambia nel passaggio dalla conduzione di un telegiornale a quella di un programma?
È tutta un’altra storia, un capitolo nuovo ed entusiasmante. Nell’animo resto comunque una giornalista, non potrei mai fare la conduttrice con il gobbo e un copione scritto da altri. Io conduco da giornalista, come ho fatto anche in altre occasioni. Così è capitato nel 2011, in occasione della veglia per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, un evento irripetibile e trasmesso live in mondovisione in 148 paesi. Il fatto che sia stato il Vaticano ad affidarmi questo compito rappresenta una delle più belle soddisfazioni della mia carriera.
Al di là del suo ruolo di conduttrice e di giornalista, qual è il suo rapporto con la fede?
Non ne non parlo mai, anche in questo caso per una scelta di riservatezza personale. Sicuramente posso dire di avere dei valori profondi e una vita interiore molto ricca. Dico sempre che se dedicassi al mio aspetto estetico un decimo o un ventesimo di quanto dedico alla mia interiorità, starei ancora meglio (ride) ! Considero il rispetto un principio fondamentale, anche sul lavoro. Non inviterei mai una persona in trasmissione per poi massacrarla. Piuttosto, ritengo corretto accogliere ed ascoltare tutti nella stessa maniera.