I tempi sono cambiati. E oggi il comico e attore toscano Premio Oscar si ritrova a fare l’esegesi dei Dieci Comandamenti, nelle vesti di un divulgatore religioso. Benigni ha così abbandonato l’affilata ascia di guerra della satira politica e sociale per trasformarsi quasi una sorta di Piero Angela del mondo della fede, soprattutto quando annuncia che, per parlare di Dio, bisogna presupporre che esista
{module Google richiamo interno} Rai1 ha ospitato la prima attesa serata delle due dedicate all’analisi delle tavole bibliche affidate da Dio a Mosè. Ma prima di entrare nel vivo, una introduzione sull’attualità ha spaziato soprattutto su Mafia Capitale. Tramontata la stella di Silvio Berlusconi che ne ha illuminato il tragitto comico per circa un ventennio, Benigni guarda allo scandalo romano, senza entrare molto nello specifico ma sottolineando subito che è tempo di parlare di Bibbia e non di Rebibbia.
Il comico riesce, però, a dare al lungo monologo successivo sui primi Comandamenti analizzati una coinvolgente e gioiosa partecipazione che ha accomunato il pubblico in sala ai telespettatori da casa. Si inizia con il quadro biblico e la fuga dall’Egitto fino a Mosè a cui il Signore affidò le tavole della legge. La ricerca di un linguaggio accessibile nell’illustrare concetti teologici di non immediata comprensione si è dimostrata efficace: La sponteneità e la scorrevolezza dell’eloquio tipici di Benigni erano supportati da uno studio e da una preparazione che ha coinvolto teologi ed esperti.
Due ore, però, senza alcuna interruzione pubblicitaria hanno messo a dura prova il protagonista della serata. Crediamo, invece, che un piccolo intervallo avrebbe potuto suddividere in due parti il lungo monologo. L’interesse degli spettatori, infatti, rischia di scemare, data l’intensità e l’importanza dell’argomento affrontato e vista l’unica presenza del protagonista in scena.
Infine: la lettura dei Dieci Comandamenti è stata realizzata con un occhio attento al mondo di oggi. Nell’analisi di Non nominare il nome di Dio invano, infatti, Benigni ha fatto riferimento alle organizzazioni terroristiche che pretendono di uccidere in nome di Dio. Ed ha mantenuto il contatto con gli eventi attuali per tutto il corso del monologo.