Atmosfere da provincia addormentata, ritmi lenti, personaggi imbalsamati nei propri stereotipi, timorosi di cambiare il pur minimo atteggiamento per non deludere il proprio pubblico. Eppure ad uno sguardo attento molto, tanto è mutato rispetto al passato. Queste le prime sensazioni che ha suscitato Una faccenda delicata, primo dei due tv movie della serie Il commissario Montalbano andato in onda lunedì 29 febbraio su Rai1 in prime time. Una malinconia strisciante, simile alla consapevolezza della irreversibilità del tempo trascorso, pervadeva la storia, tra l’altro, abbastanza ingarbugliata e poco lineare.
Può contare su un pubblico altamente fidelizzato, lo spot che promuove il ritorno in tv de Il Commissario Montalbano. Motivo questo per cui lo spot non ha nemmeno bisogno di mostrare il protagonista, ma solo di evocarlo. Anzi, più precisamente: di costruire un sketch divertente ricorrendo a uno dei personaggi più singolari del commissariato.
C’è qualcosa di differente in questa nuova serie de Il Commissario Montalbano. E non parliamo della maggiore sensibilità del poliziotto, interpretato da Luca Zingaretti, verso la bellezza femminile, o della sceneggiatura delle singole storie che procede a ritmi più lenti, quasi risentisse del caldo sole siciliano e della tendenza a vivere in maniera meno frenetica. Non parliamo neppure della singolare presenza di Andrea Camilleri all’inizio di ogni puntata.