La musica viene incontro all’arte figurativa: Rai Cultura, su Rai5 alle 21,15 di giovedì 20 agosto, manda in onda una “Bohème” di Giacomo Puccini nel Teatro Grande di Pompei. E’ una bella iniziativa, perché proprio nella ‘città museo’ – l’antica Pompei romana distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, dissepolta grazie agli scavi archeologici, iniziati sotto Carlo III di Borbone nel Settecento e in continua evoluzione – è oggi aperta sino a novembre prossimo una sezione della eccellente mostra del Museo Archeologico di Napoli “Pompei e l’Europa: 1748-1943”, dedicata alla moda ‘pompeiana’ sette-ottocentesca, che riempì l’Europa di triclini, bronzi, affreschi, oggetti domestici e di moda, imitanti gli originali pompeiani rinvenuti negli scavi.
Se fosse esistito un talent show, Giacomo Puccini forse non lo avrebbe vinto. Inizialmente, infatti, Puccini (Lucca 1858 – Bruxelles 1924) – ormai considerato uno dei maggiori operisti del mondo – quando studiava con un borsa di studio della regina Margherita al Conservatorio di Milano, e divideva la camera da letto con Pietro Mascagni ragazzo come lui, sembrava non essere un talentato del quale, come oggi avviene, si potessero occupare i media televisivi, anche se a 19 anni aveva già composto una Messa a quattro voci.