Il mio incontro con Enzo Biagi risale alla primavera del 1960. Non ancora quarantenne, era direttore di “Epoca”, il famoso giornale illustrato della Mondadori che introdusse nell’Italia del miracolo economico il prestigio di “Life”. La televisione era nata sette anni prima, ma fin dal 1950 “Epoca” aveva offerto a un pubblico medio-alto un settimanale capace di proporre un discorso con testi approfonditi e immagini in carta patinata di ampia dimensione scattate dai migliori fotografi sulla piazza: era “la tv quando non c’era ancora la tv”. Ed erano istantanee che superavano la logica dei settimanali popolari come “Oggi” e “Gente”, dominati dai servizi sulle ricorrenze delle famiglie reali regnanti o in esilio.
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La catena della fraternità
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