Per esprimere un giudizio valido che rispettasse la professionalità di un grande regista come Pupi Avati,ho osservato con particolare attenzione sia la prima che la seconda puntata di Un matrimonio, andate in onda il 29 e il 30 dicembre scorsi. Ho voluto comprendere il legame tra la drammaticità del periodo storico e la vita personale dei personaggi, riguardo i costumi indossati. Ho voluto anche capire se ci fosse un nesso tra gli stessi costumi e una recitazione così sussurrata e tanto lenta. Questa la mia valutazione.
La recitazione intensa, mai banale, perfettamente aderente allo spirito della storia raccontata, è il primo pregio della serie Un matrimonio che sta andando in onda su Rai1, la domenica in prima serata.
Pupi Avati torna in tv. Da domenica 29 dicembre va in onda su Rai1 la serie in sei puntate dal titolo Un matrimoinio. E’ il racconto di un matrimonio durato 50 anni attraverso il quale si ripercorre un lungo excursus della storia del nostro paese. Nel cast Micaela Ramazzotti, Flavio Parenti, Christian De Sica, Katia Ricciarelli, Antonella Ferrari, Roberto Ciufoli, Ettore Bassi, Corrado Tedeschi. Avati aveva già firmato per Rai1 il tv movie Il bambino cattivo che, invece, narrava il lento e inesorabile disfacimento di una famiglia e l’affidamento del minore ad altri genitori. Il regista spiega adesso i motivi per i quali ha realizzato Un matrimonio e svela le sue opinioni sulla famiglia, oggi.
Rai1 manda in onda, da domenica 29 dicembre, la serie in sei puntate dal titolo Un matrimonio. A firmarla è Pupi Avati che, attraverso le vicende quotidiane di un matrimonio durato cinquant’anni raconta mezzo secolo di storia italiana.
Il tv movie nasce da una constatazione fatta in prima persona da Pupi Avati: molte delle persone che hanno lavorato con lui, gli raccontavano di avere situazioni familiari difficili. Prevalentemente erano mamme e padri separati e perennemente in lotta per la gestione dei propri figli. Ecco l’origine del tv movie Il bambino cattivo che va in onda questa sera su Rai1 in prima serata.
Oggi, 20 novembre in quasi tutto il mondo si celebra la Giornata Internazionale per i diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza. Le reti Rai sia televisive che radiofoniche dedicano spazi particolari alla ricorrenza che è stata istituita nel 1989 e ha come data fissa annuale prorio il 20 novembre. Vediamo come viene modificata la programmazione nelle reti generaliste, digitali e radiofoniche di viale Mazzini..
Continuiamo la presentazione delle nuove fiction che vedremo su Ra1 durante la prossima stagione autunnale da settembre a dicembre. Dopo avervi anticipato i sequel e molte delle nuove produzioni ecco le altre fiction all’esordio.
Vi abbiamo già parlato di tutti i sequel delle fiction targate Rai1 che vedremo da settembre a dicembre suilla rete ammiraglia di viale Mazzini. Adesso vi anticipiamo le miniserie e le serie nuove di zecca, in onda nello stesso periodo.
Arriva inattesa, legge la mano, dà consigli, predice il futuro e, come dal niente irrompe in scena, così se ne va. Ma lascia tracce: in quelli che incontra perché si avvera ciò che dice, e nello spettatore che resta sorpreso da quella presenza fulminea, significativa ed inaspettata. È Micaela Ramazzotti, che in barba alle leggi dello star system ha regalato il bellissimo cameo di Coga Aleni al film “Bellas Mariposas” di Salvatore Mereu.
Mentre in tv si attende la messa in onda della serie in sei puntate “Un matrimonio”, di Pupi Avati, dove l’attrice è Francesca, bolognese, comunista, figlia di un operaio, che s’innamora di un giovane conterraneo, Carlo, di estrazione sociale opposta, sul grande schermo la si ammira in quest’opera che è una vera chicca nel panorama cinematografico italiano.
Tratta dall’omonimo racconto di Sergio Atzeni (pubblicato da Sellerio), “Bellas Mariposas” ritrae la dura periferia di Cagliari, quella che non si incontra nelle pagine dei rotocalchi. Cate ha undici anni, tanti fratelli e un padre “pezzemmerda”. Vive in un luogo da dove vorrebbe fuggire: sogna di fare la cantante, non vuole finire come sua sorella Mandarina, rimasta incinta a tredici anni, o come Samantha, la ragazza oggetto del quartiere.
Solo Gigi, un vicino di casa, merita il suo amore. Ma oggi, 3 agosto, la vita di Gigi è in pericolo: Tonio, uno dei fratelli di Cate, vuole ucciderlo. Intanto Cate trascorre con Luna, la sua migliore amica, il giorno più lungo della loro vita, tra il quartiere, il mare e le strade del centro. Quando scende la sera, tutto sembra perduto, ma dal nulla compare una bellissima donna: la coga Aleni, una strega che può leggere il futuro delle persone… “Mai, nella letteratura sarda, tanta grazia e tanta leggerezza si erano coniugate ad accadimenti anche drammatici: ogni più piccolo episodio della giornata di Cate e di Luna, anche quello più vicino alla peggior cronaca, è sempre stemperato da un’ironia sottile e da una capacità di sorridere di se stessi rara nella nostra letteratura e nel nostro vissuto almeno quanto l’intrusione continua della lingua parlata in quella scritta – osserva Mereu -.
In questo Atzeni può essere considerato, a buon diritto, l’apripista, il padre della nuova letteratura isolana, per esplicita ammissione anche di coloro che lo hanno succeduto e a cui hanno manifestato dichiaratamente di ispirarsi. Eppure qui sta il paradosso, l’errore più grande: trattare ‘Bellas Mariposas’ e Sergio Atzeni solo come una faccenda isolana da dibattere tra conterranei. Le ‘zazies’ di Azeni (che si aggirano nella città di Cagliari come quella di Queneau faceva a Parigi) potrebbero avere ugualmente vita allo Zen di Palermo, a Scampia, o nelle periferie di Caracas”. A rendere sul grande schermo i volti e le vite che dalla strada incontrano la penna di Atzeni sono per lo più persone del posto, di Cagliari, che non hanno mai avuto confidenza con una macchina da presa.
In particolare, sono i giovani studenti di Mereu, avvertiti, così come i loro genitori, delle scene forti (anche di sesso) che avrebbero interpretato. Anche se alla loro prima esperienza, tutti sono bravissimi nel film, soprattutto le giovanissime protagoniste Sara Podda (Cate) e Maya Mulas (Luna). “Ho girato in ordine cronologico il film, un lusso per un regista, per far affiatare le due giovani protagoniste la cui amicizia si doveva evincere dal solo sguardo”, rivela Mereu, che della pellicola è anche il produttore e, per la prima volta, il distributore. “Non era mia intenzione farlo” dice, ma era l’unico modo per far uscire il film al cinema, dopo i tanti riconoscimenti ricevuti. Tra questi: Premio Schermi di qualità alla Mostra internazionale d’arte cinematografica 2012; Big Screen Award al Rotterdam International Film Festival 2013; Premio Tonino Guerra per la migliore sceneggiatura; Premio Anna Magnani per la migliore attrice protagonista a Sara Podda e Maya Mulas; Premio Giuseppe Rotunno per il miglior direttore della fotografia a Massimo Foletti al Bari International Film Festival Bif&ft 2013.
Tanti attestati di qualità, ma senza riuscire a sbarcare in sala. Eppure la pellicola, costata un milione 600 mila euro, in soli tre giorni in Sardegna, dove è stata fatta uscire in sei copie rispondendo alle molte richieste ricevute, aveva dato un buon esito: 32 mila spettatori ed un incasso di 200 mila euro. Ora, dopo l’annuncio dell’uscita del film in Olanda ed in Belgio il 24 giugno, Mereu tenta l’avventura di uscire in tutta Italia grazie alla complicità di molti esercenti. Come mai tanta resistenza da parte dei distributori? “Un prodotto come il mio – risponde Mereu – era adatto a sale di nicchia oggi purtroppo chiuse, ma per fortuna ho trovato chi è disposto a scommettere con me sul buon esito al cinema”.