Sperimentare nuovi format, soprattutto nuove idee è un apprezzabile tentativo, soprattutto quando a esporsi è Rai1, la rete leader di viale Mazzini. Recentemente, però,la prima rete ha “testato” una serie di nuovi programmi che non hanno raccolto il gradimento del pubblico.
L’impresa è di quelle mastodontiche: ricostruire sul piccolo schermo i tre anni impiegati per la realizzazione del Titanic, coinvolgendo nella sceneggiatura la storia delle famiglie di operai e tecnici. Insomma un progetto corale, la fotografia animata di un’epoca dal 1909 al 1912 con tutti i problemi legati a quel periodo. Questa l’intenzione della coproduzione internazionale Titanic, sottotitolo Nascita di una leggenda, realizzata per Rai1 dalla casa di produzione Dap Italia. La serie, in sei puntate, sta andando in onda sulla prima rete e tra gli attori italiani ci sono Massimo Ghini e Alessandra Mastronardi nei ruoli di padre e figlia.
Antonella Clerici torna prepotantemente alla ribalta con il programma del sabato sera E’ stato solo un flirt e rafforza il suo potere restando saldamente ancorata a La Prova del Cuoco. Una signora che da anni si dibatte tra cucina e salotto, tra gli odori delle pentole scoperchiate e i profumi più sofisticati. Indossa indifferentemente il grembiulone e l’abito da sera, dando la sensazione della casalinga che si concede qualche uscita elegante.
L’autunno di Rai1 avrà come protagonista la grande fiction. Il genere, molto amato dalla platea generalista, occuperà da settembre in poi ben quattro serate settimanali. E’ la dimostrazione che il racconto televisivo gioca un ruolo essenziale nei palinsesti ed è molto gradito agli inserzionisti pubblicitari. Intanto sono molte le novità in arrivo.
Esiste una “casta del piccolo schermo” che continua ad accumulare privilegi, a dispetto della crisi e dei sacrifici a cui sono chiamati gli italiani. Mentre gli stipendi diminuiscono, la disoccupazione miete vittime e una folla sempre più consistente di impiegati e pensionati non riesce ad arrivare a fine mese, loro, attori e sceneggiatori di fiction televisiva, guadagnano cifre imbarazzanti, nonostante i recenti ridimensionamenti.
Il rischio del remake, cinematografico o televisivo, è sempre il confronto con il prodotto originale e con l’interpretazione degli attori storici entrati nell’immaginario del pubblico. E’ accaduto frequentemente nella fiction generalista. In ordine di tempo, l’ultimo remake è la serie di Raiuno ispirata a Nero Wolfe, il famoso detectice nato dall’immaginazione di Rex Stout, fertile scrittore statunitense. Nella tv in bianco e nero ad impersonare Wolfe era l’indimenticabile Tino Buazzelli, mentre il suo fido assistente e segretario aveva il volto di un giovane e bravo Paolo Ferrari. Nella serie attuale, i due personaggi sono interpretati rispettivamente da Francesco Pannofino e Pietro Sermonti.
E’ ancora riservato alle donne il sabato sera di Raiuno e Canale 5. E di nuovo è tornata la sfida tra Milly Carlucci e Maria De Filippi. Con una fondamentale differenza: la Carlucci è al timone di un progetto che ricalca pedissequamente Ballando con le stelle e quindi appare usurata dalla notevole permanenza in video. Maria De Filippi, lasciato alle spalle Itala’s got talent, torna al suo talent per eccellenza, Amici, di cui ripropone la nuova edizione.
La tv chiusa per ferie in estate. E’ un classico, appena il sole comincia a battere, viale Mazzini chiude le imposte della sua azienda e si mette in letargo. Bisogna attendere settembre per il risveglio autunnale.
Si sta consolidando sempre più il trend del biopic nella fiction made in Italy. In quest’ottica è andata in onda su Raiuno, la miniserie Walter Chiari, fino all’ultima risata. Le due puntate raccontavano la vita professionale ed umana dell’attore Walter Chiari, morto nel 1991, il cui cognome vero era Annichiarico. Una esistenza contorta, fatta di alti e bassi, dominata dalla bravura dell’artista ma anche dalla sua incontenibile voglia di autodistruzione che lo ha portato fino ai bassifondi della droga e della malavita.
Ogni festival di Sanremo che si rispetti è sempre accompagnato da polemiche che durano tutta la settimana per sparire appena le ultime note delle canzonette si disperdono nell’aria. Succede sempre così, come conferma la storia ultra sessantennale della kermesse.