Ispirato al libro di Norman Lewis, Naples 44 ha molte delle atmosfere del libro “La pelle” di Curzio Malaparte. La Napoli di quel periodo appare come un gigantesco emporio, uno spettacolare postribolo, un vero e proprio formicaio umano piena di crateri creati dalle bombe che hanno devastato la città partenopea. {module Pubblicità dentro articolo 2}

Il regista Patierno ha così sottolineato la sua scelta: “volevo che fosse annullata ogni distanza temporale fra il presente e il passato. Perché la guerra non è mai cambiata. Naples 44 ricorda drammaticamente tutto quello che accade oggi ad Aleppo ed in altre zone dove il conflitto ha fatto vittime di ogni specie. Una città bombardata è sempre la stessa in ogni epoca e in ogni latitudine“.

Vide i templi di Paestum ridotti a un rifugio per chi non aveva una casa e niente da mettere sotto i denti. Vide le massaie immobili sulla strada offrire il proprio corpo in cambio di una scatoletta di cibo. Vide padri di famiglia riuniti in una sorta di cooperativa per desalinizzare l’acqua del mare: nel periodo in cui Napoli era assediata dai tedeschi, i militari nazisti avevano distrutto tutto quello che poteva essere utile alla popolazione. E vide anche il lungomare Santa Lucia stracolmo di povera gente nel giorno in cui gli alleati distribuivano cibo. {module Pubblicità dentro articolo}
Il regista napoletano Patierno ha voluto che nella versione originale la voce narrante fosse di Benedict Cumberbatch, mentre in italiano è Adriano Giannini la voce fuori campo che spiega tutto quanto avviene.