Rappresenta il lato oscuro di cuochi dandy come Carlo Cracco e Joe Bastianich, al suo confronto i massicci Gordon Ramsey e Antonino Cannavacciuolo corrono il rischio di sfigurare. Già perché Gabriele Rubini, meglio conosciuto con il suo “nome di battaglia”, Chef Rubio, odia o fa a meno di frequentare i ristoranti chic e la cucina sofisticata per andare a sfidare i cuochi di strada di tutt’Italia, ovvero quei personaggi bizzarri che a bordo di furgoncini attrezzati o negli stand dei mercatini e delle fiere soddisfano con cibi grassi, saporiti e grossolani i gourmet del proletariato.