Riparte Amore Criminale, il programma di Rai Tre in prima linea per denunciare e analizzare il binomio amore-violenza, che fin troppo spesso è alla base dei crimini passionali, soprattutto quelli a danno delle donne. Asia Argento, nel suo esordio alla conduzione, accompagna il racconto di due casi allo stesso tempo simili e diverse, quelle di Ofelia e di Paola, entrambe innamorate di uomini violenti, entrambe abbastanza coraggiose da ribellarsi.
Each man kills a thing he loves… “ogni uomo uccide qualcosa che ama”, è su questi versi che si apre la nuova stagione di Amore Criminale, programma dedicato a casi di cronaca nera riguardanti delitti consumati all’interno della coppia, la maggior parte dei quali putroppo riguarda il genere femminile.
Asia Argento, alla sua prima conduzione, introduce la puntata in media res, con un piglio da attrice sulle prime non del tutto convincente, ma nel complesso efficace. La sua voce dal timbro graffiante accompagna fin da subito verso i due racconti che verranno trattati durante la puntata, l’introduzione è breve siamo subito catapultati nella prima storia: quella di Paola, donna cinquantenne, professionalmente realizzata, con un divorzio alle spalle e due figlie, divenuta vittima di violenze e di stalking da parte del suo compagno.
La narrazione parte dalla fine, da una croce sulla porta, un gatto morto in un sacco, gli evidenti segni dello squilibrio di un uomo che si era presentato inizialmente come un amante e un padre ideale.
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Andando a ritroso, è Paola stessa a raccontarci del suo primo approccio avvenuto in un bar, in cui l’uomo le offriva sempre il caffè anonimamente prima di farsi avanti. Un gentiluomo in apparenza, amato da lei e dalle figlie avute da un matrimonio precedente, il cui vero volto viene rivelato solamente quando Paola decide di cambiare lavoro e stabilirsi nell’agenzia del compagno.
Qui viene a contatto con il fratello di lui, un tossicodipendente che la minaccia, incassando per questo una denuncia. Da allora tutto cambia: calata la maschera il “gentiluomo” comincia la sua metamorfosi, prima con violenza verbale, poi arriva alle mani, con qualche sberla occasionale e infine al pestaggio che lascia la povera Paola riversa nel suo stesso sangue, sotto gli occhi della figlia.
Paola lascia l’uomo, ma lui non accenna ad arrendersi, continua a perseguitarla, finché lei non trova il coraggio e la forza di denunciarlo. Un’azione che le salva la vita e che aiuta anche la dottrina giuridica ad evolversi in modo da riuscire a tutelare le donne in maniera efficace, come sottolinea Geraldine Pagano, avvocato ospite della puntata che si occupa di casi di maltrattamento.
La storia successiva, più lunga e più cruda viene invece introdotta da una lettura dell’attore e regista Franco Castellano, che descrive l’omicidio di una ragazza rumena di nome Ofelia dal punto di vista di Danut, il suo assassino, un uomo instabile, convinto di dover trovare la sua stabilità nella sua ragazza, che invece era colpevole ai suoi occhi di prenderlo in giro, perché non accettava di seguirlo ovunque volesse. Una storia nata sui banchi di scuola e affogata nel sangue con un alcuni colpi di taglierino con i quali Danut ha cercato di uccidere anche sé stesso, senza successo.
Il racconto parte dalla vita di Ofelia, prima della sua storia d’amore, come a sottolineare ciò che il suo assassino ha dimenticato: che era una donna, una persona, non una figurante pronta a recitare un ruolo nella vita di qualcun altro.
La narrazione è piuttosto equilibrata, benché si tratti di un momento della tv delle emozioni, non si scade nel melodrammatico e non si manca di rispetto a chi ha vissuto le vicende. Asia Argento è voce narrante, una figura al margine che lascia che gli eventi parlino da sé.
Anche la storia di Danut viene raccontata fin dall’infanzia, un bambino invalidato dall’acido che aveva inghiottito per sbaglio, nutrito per i dieci anni successivi con tubicino, che gli vale lo scherno dei coetanei. Quando balla a scuola con Ofelia invece è il principe del palcoscenico. Cresciuto, diviene un allevatore di cavalli, sempre pronto ad apparire più grande e più ricco di quanto non sia.
Raggiunge Ofelia per riprendere un sogno d’amore irrealistico; lei sulle prime accetta l’amore infantile del vecchio amico, ma presto Danut capisce che non può avere ciò che cerca: è geloso dell’amore che Ofelia prova per i suoi familiari, vorrebbe essere l’unico centro di gravità nella sua vita.
Con il tipico intreccio di ricostruzioni tramite attori, vecchi filmati originali e testimonianze, che caratterizza la trasmissione, viene raccontata la spirale discendente della storia d’amore tra i due, caratterizzata da un carosello di brevi momenti idilliaci, seguiti da lunghi periodi di tensione e oppressione in cui Danut mostrava il suo lato più oppressivo ed intransigente nei confronti della donna che evidentemente credeva gli appartenesse, e poi brusche rotture, minacce e infine rappacificazioni.
Ofelia è sedotta dalla dipendenza che lui ha nei suoi confronti e cerca di costruire una vita con lui, finisce per rinunciare ai suoi sogni per lui salvo poi pentirsene. Danut è innamorato di un’idea senza la quale non può vivere, un ricordo infantile dal quale non può distaccarsi.
Delle clip girate con alcuni attori ci mostrano con dovizia di particolari il periodo in cui Ofelia segue il suo fidanzato di nuovo in Romania, con la promessa di vivere a Bucarest, ma si trova prigioniera della fattoria di Danut, criticata dalla sua famiglia e tradita dal suo compagno.
L’alternanza tra testimonianze e docu-fiction in questo momento particolare dimostra grande efficacia nel generare emozioni nello spettatore, senza scadere nella pornografia del dolore: la scena in cui Danut scaglia con forza un pezzo di legno verso il viso di Ofelia provoca una stretta al cuore, come se si stesse assistendo realmente all’episodio e al tempo stesso ci spinge alla riflessione. A chiederci come l’amore possa diventare il suo contrario.
La storia prosegue con un ritmo veloce: alla nuova rottura segue una nuova riconciliazione, nonostante lui l’avesse cercata a casa dei genitori armato di un’ascia. Lo psicolo Davide Lizzari, ospite della puntata la paragona ad una reazione chimica tra elementi instabili, che si attraggono inesorabilmente finché al contatto non si respingono.
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All’inevitabile rottura successiva segue l’acuirsi della follia di Danut: minaccia la madre di Ofelia sul suo posto di lavoro e ottiene da lei la promessa di andare insieme in Inghilterra, in realtà un espediente per prendere tempo. A differenza di Paola, Ofelia non denuncia il suo aguzzino.
Questi cerca di attirare l’attenzione con un finto tentativo di suicidio tramite l’impiccagione, poi si ritira in Gran Bretagna, ma Skype riapre i contatti fra i due, portandoli a quella sera fatale, ironia della sorte un 8 marzo, in cui si consuma il delitto. Sulle pareti della stanza Danut scrive con il sangue il suo manifesto: “come ha sofferto la tua famiglia, ora soffre anche la tua”.
Due storie crude, che lasciano l’amaro in bocca. In particolare la storia di Ofelia fa male, una storia che come dimostra Paola, poteva avere un finale diverso se solo avesse avuto il coraggio di ribellarsi fino in fondo e farsi aiutare dalle autorità. Emozioni forti, sì, ma anche tanta riflessione, come dimostra la lettera di una spettatrice letta da Asia Argento alla fine della puntata che afferma di aver trovato il coraggio di ritrovare la sua libertà dopo essersi riconosciuta in una delle storie raccontate da Amore Criminale.
Nel complesso la nuova stagione comincia a pieno ritmo e Asia Argento passa la prova come conduttrice.
Al centro della puntata odierna di Chi l’ha visto? ci sono i casi di tre bambine, vittime senza colpevoli di drammatiche circostanze. Federica Sciarelli dà appuntamento su Rai3 alle 21:15. I casi di cui si occupa sono i seguenti: il primo riguarda Maria, la bambina di 10 anni trovata morta nella piscina di un casale disabitato a Benevento. Il secondo è la drammatica vicenda di Sara Bosco, trovata morta per un’overdose in un padiglione dell’ospedale romano Forlanini. Il terzo riguarda la piccola Daniela Sanjuan scomparsa a 14 anni da una comunità in Umbria e mai più ritrovata.
Torna su Rai 3 dal prossimo 2 maggio in prima serata il programma Amore Criminale. Al timone ancora una volta Barbara De Rossi che si occuperà settimana dopo settimana, per 7 puntate di storie che hanno come protagonisti donne e uomini di età differenti, diversa estrazione sociale e culturale. Filo rosso del programma è la violenza sulle donne: si raccontano storie di femminicidi. Le donne che, fortunatamente, sono riuscite a sopravvivere saranno in studio a raccontare la propria vicenda.