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Fo svela di dovere molto alla madre, anche l’aver appreso la lingua latina. Mika interpreta le prime frasi del Pater noster in latino. Poi Dario Fo chiede a Mija quanto conosce San Francesco. Era un anarchico, ribatte il giudice di X Factor. Poi si accomiata dal Premio Nobel. Prima dell’inizio dello show, pubblicità.
Si riprende con Dario Fo che ringrazia il pubblico di Napoli. Subito passa a parlare di Papa Francesco: l’unico Pontefice che abbia avuto il coraggio in 2000 anni di assumere il nome del poverello di Assisi. Fo ne mette in evidenza le ferme condanne ad alcuni mali del nostro secolo: l’orgoglio, la superbia, la ricchezza della Chiesa, gli scandali che la coinvolgono. Sottolinea che questo atteggiamento è unico in un Pontefice e certo non si tratta di un’operazione di marketing commerciale. Dario Fo dice che papa Luciani, dopo aver denunciato lo Ior e i misteri del Vaticano, dopo soli tre giorni è morto. Parole dure e significative, di grande impatto.
Dario Fo a questo punto passa a parlare di San Francesco, secondo il quale “il denaro è lo sterco del diavolo”. Collega le parole del poverello che si scagliava contro gli allora poteri forti con quanto accade oggi e che provoca la disoccupazione e i licenziamenti di tanti operai.
La storia di Francesco continua: a 17 anni il giovane partecipa a una rivolta popolare. Il padre Pietro di Bernardone è un uomo ricco, racconta Dario Fo, spiegando anche l’origine del nome “Francesco” nome che prima non esisteva e che vuol dire “figlio della francesa”. Man mano che parla, Fo accompagna la narrazione mostrando quadri presenti in studio che illustrano le fasi principali della vita del santo. Piccola pausa: Fo sorseggia un “beverone” fatto di chinotto e propoli: un toccasana per la voce, afferma, inventato da lui. Poi scherza con il suo grammelot che mescola vari dialetti. E’ incomprensibile, davvero. Subito torna all’italiano.
Si continua con la vita di Francesco. Descrive il momento culminante della vita del giovane quando passa da un’esistenza dissoluta alla povertà. Si spoglia delle sue ricchezze e addirittura rifiuta anche gli abiti. Chiede alla famiglia di aiutare i bisognosi. In particolare chiede alla madre di assisterli, dicendo “quello che farai per loro lo farai per me”.
Fo smaschera tutte le false leggende su San Francesco e soprattutto l’opposizione al suo stile di vita anche da parte della Chiesa ufficiale. Racconta la vera storia dell’incontro di Francesco con il lupo di Gubbio. Descrive i dettagli: i pastori terrorizzati si allontanano mentre il lupo si inginocchia dinanzi al santo. Su questa vicenda leggendaria, Fo si innesta con il suo gramelot e la sua fantasia creatrice. E si spinge al punto da “tradurre” a suo modo, in maniera anche divertente, il discorso del lupo, imitandone persino gli ululati. E’ tutto un excursus di fantasia nel quale Fo da un saggio della sua bravura interpretativa. Il lupo chiede al santo di trasformarlo in uomo.
Alla fine Francesco comunica a tutti che non hanno più da temere dal lupo che è diventato “un buon cristiano”.
Il racconto continua con Francesco che incontra dei giovani dai quali è invitato ad un matrimonio. I giovani chiedono al Santo di raccontare qualche episodio per rallegrare la comitiva. Qui Francesco narra il miracolo delle nozze di Cana, quando Gesù trasformò l’acqua in vino. Naturalmente Fo, da un’esile traccia, trasforma l’episodio in un’esercitazione di stile, entrando in particolari divertenti, sempre con il suo linguaggio caratterizzato da continui riferimenti onomatopeici e con una gestualità che è davvero unica.
Nell’episodio successivo Francesco saluta i fratellli per recarsi a Roma dal Papa. E’ sua intenzione chiedergli il permesso di raccontare il Vangelo in lingua volgare. Al papa vengono esposte tutte le follie di Francesco che, tra l’altro, bacia gli appestati. Il Pontefice non ha intenzione di riceverlo, lo considera quasi un eretico e ordina di cacciarlo via. Ma subito dopo ha una sorta di incubo: vede in sogno la Chiesa che crolla e lui stesso sta per essere travolto. Ma arriva un uomo piccolo che, con le sole mani alzate, riesce a fermare il crollo. Il pontefice rivela il sogno al Cardinale Colonna secondo il quale la visione è una metafora e l’uomo che lo ha salvato è quel Francesco al quale ha rifiutato l’incontro.Francesco viene ammesso alla presenza del Pontefice al quale chiede l’autorizazione per creare la comunità francescana nella quale tutti dovranno essere uguali e vivere in povertà, portando il Vangelo in tutti i luoghi, anche al di fuori delle Chiese.
Subito dopo, Fo racconta, sempre a modo suo, il miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci. Il papa per sbeffeggiare Francesco gli dice di andare in mezzo ai suoi fratelli porci. Il santo naturalmente ci va, abbraccia i maiali che si mostrano mansueti e si rotola nello sterco con loro rimanendo imbrattato. Subito dopo corre dal pontefice che è a pranzo con tutti i notabili. Francesco arriva pieno di sterco, il papa vorrebbe respingerlo ma il cardinale Colonna lo mette in guardia: se anche lo facesse uccidere o lo mettesse in prigione ci sarebbero delle conseguenze gravissime. Il santo ha già tanti seguaci che potrebbero sconvolgere la Chiesa e le sue istituzioni in maniera ancor più drammatica di quanto ha fatto il protestante Pietro Valdo. Nonostante la replusione, il papa abbraccia Francesco, ne accoglie tutte le richieste e autorizza la sua regola.
Segue il racconto di Francesco che parlava con gli uccelli. Pausa pubblicitaria.
L’ultimo racconto proietta nel 1216. Fo narra le sofferenze corporali di Francesco che è afflitto da ogni sorta di malessere. I suoi confratelli vogliono farlo curare, ma lui all’inziio rifiuta. Quando gli ricordano come lui ha rimproverato un aspirante suicida dicendogli che non poteva disporre del suo corpo, si convince. Così lo affidano prima ad una sorta di mago e succcessivamente lo portano a Siena, dove ci sono i migliori dottori dell’epoca. Ma i medicamenti non sortiscono alcun effetto. Tornano ad Assisi dove il santo, alla Porziuncola, viene poggiato sulla nuda terra ed esala l’ultimo respiro invitando i suoi confratelli a cantare allegramente le lodi del Signore.
Lo speciale si conclude con un lungo applauso del pubblico a Dario Fo.