Le performance, a metà strada tra le esibizioni circensi e il Luna park, avevano il fine di catturare un pubblico trasversale dai bambini alla fascia meno giovane. Sono state realizzate dai dodici personaggi noti che costituiscono il cast di Si può fare!. Un cast che forse avrebbe potuto essere meglio assortito ma nel quale si son volute conglobare varie generazioni: da quella delle ex ancor giovani veline (Maddalena Corvaglia e Federica Nargi) a quella più in età rappresentata da Marco Columbro e Catherine Spaak.
Il debutto di Si può fare! su Rai1 è sembrato come l’arrivo di un circo equestre in una cittadina di provincia: gli abitanti, soprattutto i bambini, si aspettano dagli artisti divertimento, sorrisi, qualche ora di spensieratezza. E soprattutto si confida nel presentatore che deve legare tra di loro i vari numeri presentati. Carlo Conti nel ruolo del padrone di casa è stato come al solito impeccabile, dimostrando la consueta presenza scenica e la padronanza del palcoscenico che gli permette di coprire qualsiasi difficoltà.
Una delle difficoltà della prima puntata di Si può fare! è stata l’esuberanza di Amanda Lear, componente della giuria insieme a Yuri Chechi e Pippo Baudo. La Lear molto spesso si è lasciata andare a battute a doppio senso che andavano molto al di là del semplicemente malizioso. Celavano la voglia di stupire di un personaggio che non si è fatto scrupolo nel confessare apertamente quanto pensava di negativo in alcuni momenti dello spettacolo. Ed è sfociata anche nel cattivo gusto. Un atteggiamento sincero che poteva essere accettato se si fosse materializzato in commenti negativi ma garbati. Più tecnici i giudizi di Chechi che è riuscito a valutare dal suo punto di vista professionale.
Inoltre, nelle gare tra concorrenti è bene che le esibizioni siano singole a non contemporanee. E’ accaduto infatti, quando Marco Columbro e Sergio Muniz hanno suonato l’ukulele. Lo hanno fatto insieme rendendo molto difficile una pur minima valutazione. Anche Sergio Friscia a Karin Proia hanno ballato contemporaneamente. Ci si augura che dalla prossima puntata ognuno abbia il suo spazio per dimostrare quanto è ferrato nella disciplina scelta.
Da apprezzare sicuramente la presenza della musica lirica che appariva questa sera tra le “materie” da preparare per la prossima puntata. Questo genere di musica viene tradizionalmente relegato in tv a notte fonda. Inoltre la durata minore dello spettacolo: “solo” due ore, si rendeva indispensabile per non deviare altrove l’attenzione del pubblico.
Infine, il pubblico: rispondeva alle “chiamate” di Carlo Conti all’applauso e cercava di partecipare allo show. Proprio come avviene nel tendone di un circo.