La connotazione del brand – com’è evidente già dal nome – punta tutto sulle radici napoletane. L’azienda si pone come catalizzatrice dello spirito che dai fasti della Napoli borbonica anima una città in grado di essere ricca di idee vivaci, moderna e competitiva (al contrario di quanto raccontano gli stereotipi) pur avendo come punto fermo la sua gloriosa tradizione identitaria.



Il portiere di un grande condominio si ritrova ad essere bersaglio delle lamentele per via del comportamento di alcuni condomini. La sua guardiola al centro dell’atrio – presidiata con una tipica divisa da portiere – diventa un viavai: il sarto lamenta l’insofferenza per la soprano che canta tutto il giorno, una donna non sopporta il volume alto della musica con cui si esercita una danzatrice, gli accusati si difendono, e così via.

Spera nella capacità taumaturgica del Caffè Borbone, che possa riuscire a creare una situazione talmente conviviale da appianare ogni dissidio.
Quando gli invitati iniziano ad arrivare, il portiere si mette all’opera con la sua ricca fornitura di cialde. Infine, esce con un vassoio pieno di caffè – rigorosamente in tazzine di porcellana – e lo offre ai condomini.

Gli effetti benefici del caffè vengono sottolineati ancora una volta dal portiere: “Quando la tradizione cambia la storia, non è magia, è Caffè Borbone”.

Non è un caso che tutto ciò venga reso attraverso un approccio che richiama in tanti elementi quello della teatralità tipicamente napoletana. Pur di fronte ad un’idea estremamente elementare e ad una certa chiusura dentro il recinto degli stereotipi, la possibilità dello spot di andare a segno è legata a quell’approccio.