È vero Einstein aveva un cervello particolare. Ma dicono di lui che a 3 anni non avesse ancora pronunciato la prima parola. A 5 anni rimase affascinato da una bussola regalatagli dai genitori. Dinanzi a questo strumento si chiese come lo spazio potesse agire su quell’ago costringendolo a indicare sempre il Nord magnetico.
Dicono che a scuola non fosse davvero bravo. Ma molte fonti non precisano che il piccolo Albert trovava disgustoso il sistema di insegnamento tedesco ed entrava molto spesso in conflitto con i professori, soprattutto nelle scuole medie.{module Pubblicità dentro articolo}
Ma Einstein non è mai stato un bambino come gli altri. Il programma di Historyce lo farà conoscere attraverso le varie fasi della sua vita. Di sicuro i telespettatori sapranno che non era un bambino problematico e neppure stupido. Man mano si fece strada la convinzione che invece fosse un genio, forse il più grande che la storia dell’umanità abbia mai avuto. È geniale era anche il suo modo di dialogare con i grandi accademici dell’epoca. Ma lui non parlava attraverso parole bensì grazie ad equazioni matematiche complicatissime. Contemporaneamente sentiva la necessità di comunicare le sue scoperte alla gente comune e di renderla partecipe dei suoi pensieri. Pensieri che naturalmente non tutti erano in grado di capire. Questo signore dai modi affascinanti e dal cervello strabiliante sarà il protagonista del programma di History.

Quest’anno la teoria della relatività generale compie 100 anni. Fu elaborata da Albert Enstein nel 1915 e pubblicata l’anno successivo. Descrive l’interazione gravitazionale non più come azioni a distanza tra corpi massivi come nella teoria di Newton, ma come effetto di una legge fisica che lega distribuzione e flusso nello spazio-tempo di massa, energia e impulso con la curvatura dello spazio-tempo medesimo. Detto in parole più semplici una concentrazione di materia piega lo spazio e il tempo come una boccia da bowling piegherebbe un tappeto elastico.