Il fotoreporter Luca Bracali, invece, è andato in Norvegia per fotografare le aquile dalla coda bianca.
La puntata della scorsa settimana, dal titolo “Quattro milioni di anni fa…la Terra”, era partita dalle Dolomiti per finire sulle spettacolari scogliede della Scala dei Turchi, in Sicilia.
Pochi chilometri a sud del Circolo Polare Artico, tra ghiaccio, montagne incontaminate, vulcani, geyser: la puntata si apre dall’Islanda.

Stasera, Niagara ci fa vedere le Cascate Skogafoss. Alte 60 metri e larghe 25, sono tra le testimonianze più nitide della natura islandese.

Secondo la più importante, il primo vichingo che abitò la zona, nascose un tesoro – un forziere con monete d’oro – nella caverna dietro la cascata. Il riflesso particolare dei raggi solari sull’acqua della cascata, sempre secondo la leggenda, viene proprio dal colore dorato delle monete. Nei secoli, solo un giovane riuscì a recuperare il forziere, ma dovette arrendersi quando l’anello da cui lo trainava si ruppe e lo fece finiere in acqua.
Una seconda leggenda dice che chi si bagna nelle acque delle Cascate Skogafoss, poi ritrovi oggetti persi da tempo e mai ritrovati.

Le immagini successive sono della Cascata Gullfoss, la più imponente del Paese, posta alla fine di un enorme canyon alto 70 metri. La portata d’acqua della Cascata Gullfoss è di proporzioni gigantesche.

Raccontano le avventure di una zebra, Naima, e del suo puledro, Mosi, nella riserva naturale di Masai Mara.


La strategia delle zebre è quella di cercare di rimanere il più possibile in gruppo, anche mentre sono in acqua.
Naima riesce ad attraversare il fiume una prima volta, portando con sè il puledro Mosi, ma poi i due si trovano bloccati dai ripidi argini del fiume. L’unica soluzione è percorrerli cercando un varco a monte o a valle, rischiando, però, di finire irrimediabilmente in acqua.

Superato il Mara, zebre e gnu devono superare le immense pianure erbose del Talek.





Poi succede l’incredibile: entrambi vengono richiamati dal rumore di decine di migliaia zoccoli della mandria, che passono non distanti e li fanno convergere verso lo stesso punto


Si chiude così una storia meravigliosa ed emozionante proposta da Niagara – Quando la natura fa spettaocolo.

Ne parla anche il fisico Valerio Rossi Albertini, che spiega come nasce l’energia idroelettrica e come sta cambiando sia la sua produzione sia la sua distribuzione. L’obiettivo è quello di limitare gli stravolgimenti dei corsi d’acqua e le dispsersioni della rete elettrica collegata alle centrali. La chiave sta, forse, nel trasformare il sistema in una rete, simile a quella di internet.







Lo scopo è quello di studiare i cambiamenti dell’atmosfera, attraverso i mutamenti nella conformazione dei ghiacci.
Quando la neve cade e attraversa l’atmosfera, porta con sè innumerevoli particelle che la compongono, e poi si sedimenta e stratifica nei ghiacciai. Lo studio dei ghiacci riesce a ricostruire le condizioni atmosferiche fino a centinaia di migliaia di anni fa.
Ad esempio, ci permette di dire che mai, negli ultimi 120mila anni, l’atmosfera era stata piena di anidride carbonica.






La puntata di Niagara – Quando la natura fa spettaocolo finisce qui.