Il titolo significativo di “La caduta” rappresenta il crollo di un’esistenza precedente e l’inizio di una quotidianità differente e sofferente. Il cambio può dipendere dal caso ma anche dalla scelta personale realizzata dai protagonisti.
t In ogni caso il corso della vita è drasticamente cambiato.
Il primo protagonista di “La caduta” è Guglielmo, un uomo di 58 anni che, fino a poco tempo fa, aveva una vita agiata, senza problemi finanziari e preoccupazioni.
 Ma il destino è in agguato. Un brutto giorno accade un evento che spezza l’equilibrio faticosamente conquistato. Guglielmo perde tutto. Ed oggi la sua esistenza è fatta solo di povertà e solitudine. Vive da abusivo in una casa popolare alla periferia di Milano in cui manca qualsiasi comodità ed è assente persino la corrente elettrica.
Flavio Bucci, è il secondo protagoniste dell’ultimo appuntamento di questa sera.

Nel 1977 si fece conoscere dal grande pubblico con lo sceneggiato televisivo della Rai dal titolo Ligabue, diretto da Salvatore Nocita, con il quale è tornato a lavorare nei Promessi Sposi (1989). Sempre per il piccolo schermo ha recitato nella Piovra (1984) di Damiano Damiani e in L’avvocato Guerrieri – Ad occhi chiusi (2008) di Alberto Sironi.

Dopo aver lavorato con Giuliano Montaldo nei film L’Agnese va a morire (1976) e Il giorno prima (1987). Al cinema rimangono famosi i suoi ruoli di caratterista (in prete Don Bastiano) in Il marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981), Tex e il signore degli abissi (1985), Secondo Ponzio Pilato (1987), Teste rasate (1993), Il silenzio dell’allodola (2005) e Il divo di Paolo Sorrentino (2008).

Bucci ha conosciuto la fama, la ricchezza ma anche gli eccessi di una vita trascorsa, purtroppo,  tra alcool e droga. Oggi è ancora relativamente giovane, ha 71 anni e vive in un pensionato alle porte di Roma.

 Insomma, Iannaccone ha unito, nel ciclo I dieci comandamenti, storie di personaggi popolari e di gente comune . La caratteristica del docu- reality è l’imparzialità con cui le vicende sono state raccontate. Mai nessun commento o presa di posizione per le tante ‘cadute’ a cui si assiste quotidianamente.

Iannacone non giudica, si limita a guardare la vita nella sua fragilità, nella sua imprevedibilità con occhio fotografico. Ma nello stesso tempo induce a riflettere sul destino degli uomini.