Interviste
Mihaela Gavrila intervista alla docente sulla difesa dei minori dalla tv
Mihaela Gavrila è professore associato con abilitazione di professore ordinario presso l’Università La Sapienza di Roma. Inoltre fa parte del collegio di docenti del dottorato di ricerca in Comunicazione, ricerca sociale e marketing.
Insegna Entertainment e Television studies e teorie e tecniche della televisione. In particolare dal dicembre 2017 è componente effettivo in rappresentanza delle istituzioni italiane del Comitato Media e Minori.
Alla docente abbiamo chiesto un parere sul rapporto tra minori e televisione in un momento particolare in cui l’infanzia ha maggiore bisogno di essere tutelata.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Mihaela Gavrila. Questa è l’intervista rilasciata a www.maridacaterini.it.
Mihaela Gavrila – intervista
Qual è il ruolo del Comitato Minori e Tv?
«Innanzitutto l’immedesimazione degli adulti e degli educatori nel mondo dei bambini. Tutti siamo stati bimbi, ma pochi se ne ricordano. Il mondo dell’infanzia non è semplice da esplorare. Soprattutto oggi l’infanzia è complicata e molto spesso viene completamente affidata alla tv con le tante problematiche che ne derivano. Ricordiamoci che anche l’infanzia sta cambiando e noi la conosciamo sempre meno. Il ruolo del comitato è di difendere il più possibile i minori dai pericoli del piccolo schermo e non solo».
Il periodo attuale è più complicato rispetto al passato?
«Certamente. C’è una sovraesposizione da parte dei minori alla tv e ad altri devices. Abbiamo notato che la platea televisiva, basata su circa 25 milioni di telespettatori, nel periodo della pandemia da Covid, ha raggiunto 31 milioni in tutte le fasce orarie, soprattutto nel daytime».
Ma i bimbi vengono tutelati dal punto di vista televisivo?
«Da una parte possiamo dire che ci sono più tutele perché i programmi per bambini sono spalmati su vari canali ed app dedicate. Ce ne sono però talmente tanti che la scelta diventa estremamente complicata. Bisogna chiedersi: “verso quali indirizzi televisivi orientare la fruizione dei minori?”. Ci sono offerte disponibili a tutti, ma ci sono anche le offerte pay che non tutti possono permettersi. E qui il campo si allarga ancora di più».
A che punto è il Codice di regolamentazione dei media e minori?
«È fermo al 2002, quando si chiamava ancora Tv e minori. La nuova bozza è stata presentata nel 2019, ma è stata successivamente bloccata per la nuova direttiva europea sui media audiovisivi».
Qual è il vostro compito in particolare?
«Il nostro non è un lavoro semplice. Proviamo a concentrarci sulle fasce più critiche e cerchiamo di riconoscere i contenuti adatti a questo determinato pubblico. Per essere aiutati in tale compito ci siamo rivolti ai genitori e alla scuola. C’è un atteggiamento particolare che caratterizza l’infanzia è l’adolescenza di oggi».
Ci spiega qual è?
«In realtà i bimbi restano vulnerabili nonostante la crescita adolescenziale, anche se simulano capacità di adattamento alle varie situazioni. Non vogliono permettersi di dimostrarsi fragili. E spesso rivolgersi a loro come ad adulti, non fa che aumentare le fragilità insite in ognuno. Ogni singolo minore recepisce un messaggio in maniera differente. E incidono su questa capacità di comprensione anche le diversità degli ambienti da cui provengono. Ci sono bambini più pronti a determinate situazioni, altri invece no. Noi controlliamo anche i contenuti della fiction e dell’animazione, compresi i cartoni animati. Ma abbiamo una particolare attenzione sull’infotainment».
Che succede quando viene sporta una denuncia al comitato minori e tv?
«Si mette in moto un determinato meccanismo. Certo ci rendiamo conto che talvolta può esserci un eccessivo moralismo. Spesso il codice sceglie l’archiviazione di alcuni casi. Ma ce ne sono altri in cui interviene con una lettera di raccomandazione alle varie emittenti. È una usanza molto utile per svolgere una funzione educativa per le reti televisive. Bisogna valutare dove posizionare specifici programmi ed anche la pubblicità. Un esempio infatti è lo spot della Nuvenia, così giustamente contestato. Bisogna evitare sempre l’utilizzo di immagini volgari e scene di violenza e sesso su tutte le reti, ma in particolare sulle generaliste».
C’è il caso di Cielo che propone film in prima serata non adatti ai minori. Come vi comportate?
«Questa è una questione importante. Abbiamo svolto una vera e propria battaglia per ottenere alcuni risultati. Ad esempio un ciclo di film, assolutamente improponibile per i minori, andava in onda nella fascia pomeridiana. Vi erano contenuti addirittura di pedofilia e pornografia. Abbiamo avviato un’istruttoria. Ma l’unico risultato è stato che la programmazione si è spostata in fasce non protette. Inoltre Cielo per un altro problema simile, non ci ha più considerato e non ci ha risposto. Il canale cioè non aderisce al Codice di regolamentazione. Noi non possiamo far altro che affidarci al rispetto che si deve al telespettatore. C’è inoltre da considerare che una tale programmazione abbassa anche la qualità del brand».
Interviste
Fosca Innocenti, intervista a Cecilia Dazzi: la mia Rosa Lulli, abile sul lavoro ma un disastro in amore
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Venerdì 13 gennaio, in prima serata su Canale 5, è prevista la messa in onda delle prime puntate di Fosca Innocenti 2. Tra le attrici protagoniste c’è Cecilia Dazzi, che in questa intervista racconta il personaggio di Rosa Lulli, oltre ai suoi progetti futuri.
Intervista Cecilia Dazzi, Rosa divisa tra il marito e una nuova fiamma
–Cecilia, da venerdì 13 gennaio torna in onda nella fiction Fosca Innocenti, dove interpreta l’ispettrice Rosa Lulli. Che personaggio è?
Rosa è una poliziotta abile e capace. Se la cava benissimo anche ai fornelli e, per dimostrarlo, spesso porta i propri manicaretti in ufficio. È corretta e affidabile e, per queste qualità, è molto stimata dai colleghi. Inoltre è dotata di una notevole capacità analitica. Nella sua vita privata, però, è un disastro…
–In che senso?
Rosa, in Fosca Innocenti, ha un marito che la trascura. Lui non la desidera più e lei non riesce a capirne il motivo. Per via della situazione è spesso delusa e stanca. Inoltre ha un figlio e non sempre riesce a dividersi tra il lavoro, la casa e tutte le altre preoccupazioni. Un giorno, però, un nuovo uomo entra a far parte della sua vita e, grazie a lui, potrebbe finalmente ritrovare la serenità affettiva. Non è detto, però, che Rosa sia in grado di tradire il consorte e lasciarsi andare alla gioia del nuovo sentimento.
“La mia presenza ne La Porta Rossa 3 e in Una mamma all’improvviso”
–Oltre alla già citata Fosca Innocenti, che altri progetti ha?
Attualmente sto lavorando ne La Porta Rossa 3. Qui do il volto ad Eleonora Pavesi, ovvero la mamma di Vanessa, la giovane in grado di vedere il fantasma di Cagliostro e di dialogare con lui. Inoltre, oltre a Fosca Innocenti, sono nel cast di un’altra fiction che andrà in onda tra qualche mese su Canale 5. Il titolo è Una mamma all’improvviso, dramedy condotto da Claudio Norza e che ha tra le protagoniste Giulia Bevilaqua.
–C’è qualche personaggio che non ha ancora interpretato ma che le piacerebbe portare in scena?
Mi piacerebbe calarmi nel ruolo di una donna fortemente impegnata nella società civile ma che, contemporaneamente, ha il gusto per le indagini.
–Tra le tante produzioni che ha fatto, qual è quella alla quale è rimasta più legata?
Sicuramente L’Ispettore Coliando dei fratelli Manetti. Qui recitavo il ruolo di una farabutta che, con grande leggerezza, realizzava una rapina in banca. Dell’esperienza sul set di Coliandro mi è rimasto in mente un episodio molto significativo. In una puntata ho lavorato con Philippe Leroy. All’epoca aveva 80 anni ma, nonostante questo, non ha voluto utilizzare uno stuntman per girare le scene.
–Preferisce lavorare nelle produzioni televisive o in quelle cinematografiche?
Fra poco rimetterò piede nei cinema e questo mi dà, senza dubbio, grande soddisfazione. Comunque posso dire che oggi la differenza tra un lavoro televisivo e uno cinematografico è minima. Gli attori, d’altronde, devono essere in grado di spaziare da un personaggio all’altro.
Intervista Cecilia Dazzi, il rapporto con internet
–Che sensazioni prova quando è sul set?
Quando sto girando una produzione sono felice. Provo una serenità paragonabile a quella che sento quando sono in vacanza con i miei figli.
–A proposito di figli. Com’è cambiata la sua vita dopo la maternità?
Mi si sono aperti nuovi orizzonti. Inoltre ho notato che sono più organizzata anche sul lavoro.
–Che rapporto ha con internet?
Ho un legame molto forte. Credo stia concedendo a tutti la possibilità di accedere alla cultura.
Interviste
Che Dio ci aiuti 7 Elena Sofia Ricci: Suor Angela è una peccatrice, in futuro solo brevi saluti
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Giovedì 12 gennaio, in prima serata su Rai 1, è prevista la messa in onda delle prime puntate di Che Dio ci aiuti 7. La fiction è molto attesa anche per il già annunciato addio di Suor Angela. Quest’ultima è interpretata da Elena Sofia Ricci, che in questa intervista parla proprio della scelta di abbandonare la serie.
Intervista Elena Sofia Ricci, il futuro di Suor Angela
-Giovedì 12 gennaio inizia la settima stagione di Che Dio ci aiuti. Qual è il segreto della longevità della serie?
Questo è un ottimo momento per la fiction Rai. Che Dio ci aiuti, dopo sette edizioni, mantiene ancora lo stesso gradimento degli inizi. L’aspetto più importante nella serie è, a mio avviso, quello legato alla spiritualità. La stessa Suor Angela è una peccatrice e ha avuto un passato molto avventuroso.
–A Che Dio ci aiuti fate uso di consulenze esterne per le parti destinate agli aspetti religiosi?
Sì, abbiamo una curatrice che si chiama Suor Benedetta. A lei spetta il compito di esaminare le preghiere dei nostri personaggi.
–La sua scelta di abbandonare la fiction ha destato molto clamore…
In questa stagione passo il testimone ad Azzurra. Nonostante questo, Suor Angela in alcune puntate è presente e ne combina una delle sue.
-Il suo è un addio definitivo?
In questa serie vado e vengo. Probabilmente ci sarà un’ottava stagione di Che Dio ci aiuti, ma sarà senza di me. Comunque, anche in futuro, farò qualche incursione per dei brevi saluti. Sono molto affezionata al personaggio di Suor Angela e non vorrei che ci si dimenticasse di lei.
“Con La dolce ala della giovinezza giro per i teatri di tutta Italia”
-Cosa l’ha spinta a lasciare Che Dio ci aiuti?
Uno dei motivi per i quali ho lasciato è l’amore per il teatro, dove sono nata professionalmente. In queste settimane sono impegnata con la tournée teatrale de La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams. Qui interpreto Alexandra del Lago, che in passato era stata portata in scena da Rossella Falk.
Noi, con l’opera, abbiamo esordito a dicembre e proseguiamo sino alla fine di aprile. A Roma saremo al Teatro Quirino dal 31 gennaio al 12 febbraio. A fine marzo, invece, la porteremo in scena al Manzoni di Milano. In generale, comunque, percorriamo tutta l’Italia da nord a sud.
-Oltre agli impegni a teatro, quali sono i suoi progetti futuri?
Fino al 2024 non ho uno spazio libero. Prima di tutto, il 24 gennaio ho la conferenza stampa di Fiori sopra l’inferno, in onda su Rai 1 il 13, il 20 e il 21 febbraio. La produzione, che ha come regista Carlo Carlei, appartiene al genere del thriller. È la prima volta che mi cimento nel genere in Italia.
–Oltre a Che Dio ci aiuti, in passato ha partecipato a varie fiction e serie tv, che però ha quasi sempre abbandonato dopo pochi anni. Come mai?
La mia caratteristica professionale è quella di lasciare i personaggi che interpreto per poter risorgere in altri protagonisti e con altre personalità. Per fortuna, questa mia tendenza è stata apprezzata, nel tempo, dal pubblico. Quando sono per strada, infatti, nessuno mi chiama mai Suor Angela, ma bensì con il mio nome e con il mio cognome. Sono riuscita nell’obiettivo di non farmi imbrigliare in nessun personaggio che ho interpretato.
Intervista Elena Sofia Ricci, l’omaggio alla nonna
–Qual è l’interpretazione alla quale è rimasta più legata?
Senza dubbio quella di Rita Levi Montalcini. Quando ho girato l’ultima scena, infatti, avevo la certezza che non l’avrei mai più interpretata.
-C’è un personaggio che ancora non ha fatto e che in futuro spera di portare in scena?
Mi mancano tanti personaggi che spero di fare. Ho ancora molti progetti e sogni nel cassetto.
-Ultima curiosità. Perché il personaggio di Suor Angela ha questo nome?
Inizialmente la protagonista di Che Dio ci aiuti si sarebbe dovuta chiamare in un altro modo. Ho voluto io il nome di Angela perché così si chiamava mia nonna. Lei è stata la prima a vedere, in me, la potenzialità di stare sopra un palcoscenico. Per questo ho scelto di omaggiarla.
Interviste
Lavinia Abate, Miss Italia 2022: il mio sogno è Sanremo Giovani
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Lavinia Abate è la Miss Italia 2022. La 18 enne di Roma ha ricevuto il prestigioso riconoscimento durante la finale di mercoledì 21 dicembre. In precedenza già Miss Lazio, nella finalissima ha avuto la meglio contro Carolina Vinci (Miss Sardegna) e Virginia Cavalieri (Miss Emilia Romagna). Lavinia, in questa intervista, parla dei suoi sogni futuri.
Intervista Lavinia Abate, l’importanza della famiglia
-Lavinia, lei è l’ottantatreesima Miss Italia. A chi ha dedicato la vittoria?
“Dedico la vittoria ai miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto. Sono contenta e fiera di rappresentare l’Italia, seppur consapevole di dover condividere il titolo di Miss con il percorso scolastico”.
–Com’è il suo rapporto con la scuola?
“Frequento l’ultimo anno del Liceo Scientifico ‘Tommaso Salvini’ di Roma. In tutti questi anni sono sempre stata promossa, prendendo buoni voti”.
–È vero che lei è bilingue?
“Sì, oltre all’italiano parlo agevolmente l’inglese. Ciò grazie alla mia famiglia: mamma, infatti, è nata in Gran Bretagna. Mio papà, invece, è di Roma, dove sono nata anche io. Poi ho due fratelli, uno di 12 e uno di 22 anni. Entrambi sono stati sin da subiti miei grandi fan”.
“Ho convissuto con problemi di salute non ancora del tutto superati”
–Presentandosi per Miss Italia ha confessato che, in passato, ha dovuto affrontare dei momenti di difficoltà. Le va di parlarcene?
“Sì, in passato ho avuto momenti complicati, causati in primis da sofferenze in amore e da alcune incertezze su me stessa. Inoltre, da qualche tempo sono costretta a convivere con dei problemi di salute. Ho portato per diversi anni un busto alla schiena e, ad oggi, non ho ancora risolto definitivamente. Dovrò sottopormi a ulteriori accertamenti per capire se posso evitare l’utilizzo del corsetto”.
–Come affronta i momenti di sconforto?
“Con la musica, mia grande passione che penso di aver ereditato dalla nonna. Suono il pianoforte sin da piccola e, negli anni, ho preso varie lezioni. Quando vivo un periodo complicato mi metto al piano e compongo delle musiche. La melodia mi esce in modo spontaneo, direttamente dall’anima. Non so spiegarmi nemmeno io come faccia a comporre così velocemente”.
Intervista Lavinia Abate, il sogno di Sanremo Giovani
–Miss Italia ha rappresentato un ottimo trampolino di lancio per entrare nel mondo dello spettacolo. Lei cosa si augura per il futuro?
“Il mio sogno, dopo Miss Italia, è quello di diventare una cantautrice. In particolare, spero che la vittoria al concorso di bellezza mi dia la giusta visibilità per tentare di partecipare a Sanremo Giovani. Vorrei calcare quel palcoscenico con un testo scritto da me. Ad oggi, infatti, ho già all’attivo cinque brani, due in italiano e tre in inglese. So che dovrò confrontarmi con un mondo difficile, ma in futuro spero di essere riconosciuta soprattutto per la musica che compongo”.
–Da sempre c’è grande interesse per la vita sentimentale delle Miss. Lei ha già dichiarato di essere single…
“Confermo. Cerco una persona comprensiva e dolce, che sia consapevole di sé stessa. Ma, principalmente, spero di trovare qualcuno con il quale condividere tutto il bello e il brutto che la vita offre”.
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