{module Pubblicità dentro articolo 2}
La serata si apre proprio dalla città del Nevada, la quale conta appena 2milioni di abitanti. Le sue innumerevoli strutture però, possono ospitare ben 40milioni di turisti l’anno: per comprendere la portata del fenomeno, Giacobbo fa il paragone con Roma, dove arrivano circa 14milioni di visitatori l’anno. E un po’ d’Italia è presente a Las Vegas, parco per adulti in cui sono ricostruiti molti dei nostri monumenti. Giacobbo ce ne mostra le maestose attrazioni: fontane, giochi di luce notturni, cascate artificiali, campi da golf dislocate in varie aree. Il Nevada è lo stato con il clima più secco degli Stati Uniti, e Las Vegas sorge nel deserto: da dove arriva dunque quest’acqua? Le risorse idriche provengono dal lago Mead, riserva artificiale del fiume che ha scavato i canyon, cioè il Colorado. Il Mead produce energia elettrica alla zona circostante, oltre che fornire l’acqua: i cambiamenti climatici però, hanno ridotto il livello. Per sopperire all’eventualità di una Las Vegas senz’acqua, è stato realizzato un progetto in cui l’acqua viene prelevata direttamente dal fondo: un tubo idraulico definito “tunnel impossibile”. Si tratta di un’opera italiana.
Dal Nevada ci spostiamo ora nell’isola di San Pietro, in Sardegna. Qui Cristoforo Colombo sarebbe stato un corsaro: a differenza del pirata, che agisce per proprio conto, il corsaro agiva per conto di un re al fine di danneggiare le imbarcazioni avversarie. Sull’isola insomma, sarebbero avvenuti diversi scontri che hanno lasciato un bagaglio culturale di rilievo.
Sulle tracce dei fenici, Giacobbo si avventura nel sottosuolo per poi proseguire l’esplorazione nelle tombe. Il conduttore si dirige a Carloforte, dove la liingua sarda si è fusa con il dialetto genovese.
L’isola è legata anche a un assedio durante cui furono catturati circa 900 abitanti. Ma oltre all’aspetto storico, non viene trascurato quello naturalistico: la fauna infatti, vanta i fenicotteri. Quando gli animali arrivarono sull’isola, gli antichi pirati provarono a mangiarli: la loro carne però non è commestibile.
Utilizzata come approdo, San Pietro nasconderebbe un segreto: un pozzo in cui, leggenda vuole, è nascosto un tesoro. Oggi iniziano i lavori per bonificarlo e metterlo in sicurezza: nonostante non sia mai stato trovato alcun tesoro, vengono invece rinvenuti oggetti che testimoniano la vita antica.
Prossima tappa del viaggio è Orvieto, in Umbria. Stavolta, più che un permesso speciale per entrare, occorre citofonare in un’abitazione privata: quando la famiglia Sciarra comprò la propria abitazione in centro, si accorse che custodiva un vero complesso archeologico sotterraneo, collegato ad altre case. In seguito sarebbe stato aperto al pubblico. Naturalmente Giacobbo si accinge a un’ esplorazione: Marco Sciarra gli mostra la parte chiusa al pubblico: il nuovo utilizzo dei piani sotterranei è quello di cantina. Vi sono anche dei pozzi, che Bonifacio VIII aveva fatto costruire per gettare i rifiuti: u7na delle motivazioni era che, buttati fuori dalle mura, avrebbero facilitato un’eventuale espugnazione. In realtà i pozzi erano anche uno strumento in caso di peste, dove servivano per raccogliere oggetti e vestiti, eventualmente corpi, e poi gettare calce.
Il pozzo è il fil rouge della visita nel borgo umbro: si passa infatti al pozzo di San Patrizio, ordinato da Papa Clemente VII. L’attuale nome si diffuse solo nell’ 800. Caschetto giallo in testa, luce in mano, Giacobbo entra nel passaggio che porta al pozzo: il passaggio serviva a Papa e truppe papali in caso la rocca venisse assaltata. Il tunnel esce in prossimità di una fontana, e viene attraversato con la consueta dedizione.
Lasciata l’Umbria, ci si chiede: “vita aliena, quali novità?”. Nel corso dell’ultima campagna presidenziale è stata hackerata la casella mail di John Podesta, in cui erano presenti messaggi riguardanti gli ufo. La Clinton aveva promesso che avrebbe aperto gli archivi ufo, cosa che non è ancora avvenuta; per gli altri paesi che hanno reso noto quanto registrato, gli archivi contenevano solo avvistamenti di vario genere.
Se si parla di extraterrestri non si può non menzionare l’Area 51. Zona militare dal limite invalicabile, Giacobbo conosce il “vicino di casa”: Joe Shehean. L’uomo vive nella proprietà attigua. L’uomo racconta che la sua famiglia vive lì da fine ‘800: a fine ottobre però, la proprietà è stata improvvisamente sequestrata, perché il governo sostiene che “interferisce” con i segreti di governo. Joe ricorda alcuni episodi in cui si è cercato di cacciare la famiglia dal posto: se infatti di alieni non ne ha mai visti, ha invece notato movimenti strani in fatto di armi e minaccia di rivelare tutto.
Sempre rimanendo in tema ufo, il conduttore torna in Sardegna. Stavolta per entrare nell’osservatorio astronomico di Cagliari, ancora alla ricerca di segnali da aprte di forme di vita intelligente. Le tracce degli ufo portano i telespettatori nuovamente negli Stati Uniti, nello Utah: qui si sarebbero perse le tracce di un’antica civiltà, risalente a circa 6mila anni prima di Cristo. Le loro raffigurazioni stilizzate non rappresenterebbero uomini: l’ipotesi è che sulle pietre siano rappresentati degli dei, o forse appunto extraterrestri.
Si conclude qui la 30esima serie di Voyager. Per chi però dovesse sentire già la mancanza, venerdì 6 gennaio alle 14.00 verrà replicata la puntata sulle favole registrata alla Reggia di Caserta.
Interessante, grazie,
spero non Ti dispiaccia se l’ho riportato pure sul mio blog:
https://amicidimauro.wordpress.com/extra-terrestri/#comment-10612