Siamo nel 1955 . Claudio Villa è il vincitore annunciato del Festival, prima ancora che cominci. Alla vigilia della serata finale, colpo di scena: Villa si dà malato, colpito da una bronchite fulminante che gli impedisce di cantare. Lo fotografano a letto, nella sua camera all’Hotel Nazionale, dove appare sofferente: poi arriva l’annuncio ufficiale:non canterà la sera della finale. Sconforto tra i molti fan del Reuccio, ma la verità è un’altra. Sua moglie Miranda. nota doppiatrice (sua la voce italiana di Sherley Temple) ha scoperto che Claudio l’ha tradita e si è precipata a Sanremo, minacciando di fargli una scenata in diretta tv. Panico tra gli organizzatori, poi il regista Vito Molinari ha un’idea risolutiva: le telecamere inquadrano un giradischi con il disco “Buongiorno tristezza” canzone che, naturalmente, vince, mentre Villa segue il festival in tv. Solo dopo un incontro senza testimoni, riferiscono che è scoppiata la pace. Claudio Pica e Miranda si erano sposati nel 1952 e si separeranno nel 1962…
Undici anni dopo: è il 1966. Arbore e Boncompagni arrivano al Festival in macchina da Roma con l’amica Carla Puccini e si inventano una beffa ai danni dell’ormai mitico Mike Bongiorno che presenterà la manifestazione con lei e con Paola Penni. A un certo punto Carla dovrà svenire in scena e beccarsi un bel po’ di pubblicità. Ma Mike fiuta l’inganno e quando, con la coda dell’occhio, vede che alla sua destra Carla sta per accasciarsi, chiama la telecamera sul suo primo piano e la mantiene sinchè il palco non è sgombrato dalla “salma”. Grande Mike che con gli undici Festival presentati, merita ampiamente il monumento che sarà collocato a Sanremo in via Escoffier, angolo via Matteotti, a due passi dall’Ariston e inaugurato da Fabio Fazio il 15 febbraio. Alto un metro e 96, a Sanremo non è costato un euro perchè ha pagato tutto la moglie Daniela. Un altro monumento, dedicato a Michael Nicholas Salvatore Bongiorno ( è il suo nome per intero) si trova a Breuil, vicino Corina, dove Mike aveva una casa e andava a sciare.
Arriviamo al 1974. E’ il festival più scassato della storia: vince una certa Gilda che fa l’infermiera a Torino. Si scatenano i rumours: secondo alcuni, Gilda, una bella ragazza bionda, sarebbe “fidanzata” con il potente assessore al turismo Napoleone Cavaliere, secondo altri protetta da camorra o ‘ndrangheta. La realtà è molto più banale. Il suo agente, Nello Marti, ha saputo che le giurie sarebbero state dislocate soltanto in caserme e così, prima del Festival, Gilda fece una tournèe proprio nelle caserme italiane. E vinse facile.
Eccoci al 1990. Grazie al patron Adriano Aragozzini, al festival si torna a cantare dal vivo, ma la sede è il nuovo Palafiori, una cattedrale nel deserto voluto per motivi politici da un potente gruppo democristiano. Dentro fa un freddo glaciale, sulla volta volano sciami di pipistrelli. Vincono i Pooh con “Uomini soli”, ma la vittoria se la sarebbe meritata Toto Cutugno che canta “Amori” con Ray Charles. Ma già alla vigilia i Pooh avevano in tasca la vittoria: era la condizione perchè, per la prima volta, si mettessero in gioco al Festival.
E siamo nel terzo millennio: è il 2001. Come quest’anno è vigilia di elezioni e tocca a Raffaella Carrà la presentazione del festival. Lei è riluttante: da sempre sa- gliel’ha preannunciato un profetico pendolino- che Sanremo per lei sarebbe stata sicuramente una sciagura. Ma la Rai praticamente la costringe: subito dopo il Festival si va alle urne e in viale Mazzini sanno bene che con lei non ci saranno comportamenti politicamente scorretti. Il rischio era che il Festival potesse andare in malora. Cosa che non succede, grazie alla vittoria di Elisa e al secondo posto di Giorgia. Le canzoni salvano le elezioni. Un dèjà vu? Speriamo.
Gigi Vesigna, storico direttore del settimanale Tv Sorrisi e canzoni, attualmente a Famiglia cristiana, dal 1995 è Presidente dell’Accademia del Premio Regia Televisiva. In Italia è il maggior esperto del Festival di Sanremo che ha seguito come osservatore e critico per anni.