Un esperimento sociologico destinato a durare un solo anno che, invece, è stato sfruttato indecorosamente fino ad annoiare i telespettatori e allontanarli dal piccolo schermo. E’ la storia, in breve, di 13 anni di Grande Fratello, l’evento dell’anno 2000, quando esordì su Canale5 tra incertezze e timori manifestate anche dai vertici della rete.
Sapevamo che qualcosa, in tv, sarebbe irrimediabilmente cambiato. Il GF segnò l’esplosione del voyeurismo che in passato mai si era manifestato a quei livelli: il pudore veniva totalmente sconfitto dalla presenza di riflettori e telecamere che seguivano dieci persone comuni chiuse in un appartamento. Una promiscuità con l’obiettivo di provocare reazioni e coinvolgimenti tra i “reclusi”che, al momento, erano difficilmente prevedibili. Le calze nere, imposte alle gemelle Kessler quarant’anni prima per coprire le gambe, sembravano appartenere all’epoca della preistoria televisiva se confrontate con le nudità ostentate dalle inquiline della casa di Cinecittà in ogni ora della giornata e soprattutto sotto da doccia. Consuetudine che raggiunse, con Cristina Del Basso e le opulenze del suo décoletté, il trash più dirompente. Era il 2009 e la super-maggiorata aveva fatto il suo ingresso nella casa.