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La Compagnia del Cigno 2 recensione della serie con Alessio Boni e Anna Valle

Analisi e riflessioni critiche sulla serie tv interpretata nel ruolo dei protagonisti da Anna Valle e Alessio Boni.

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La Compagnia del Cigno 2 recensione
Analisi e riflessioni critiche sulla serie tv interpretata nel ruolo dei protagonisti da Anna Valle e Alessio Boni.
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Rai 1 sta trasmettendo La Compagnia del Cigno 2 di cui vi proponiamo la recensione. La serie è interpretata tra gli altri, da Alessio Boni nel ruolo del maestro Luca Marioni e da Anna Valle che si cala nel ruolo di Irene Valeri. Ci sono poi i sette giovani studenti che, adesso stanno per diventare adulti e devono affrontare i problemi della loro esistenza quotidiana.

La Compagnia del Cigno 2 critica

La Compagnia del Cigno 2 recensione

Ideata da Ivan Controneo che ne ha curato la sceneggiatura con Monica Rametta, la seconda stagione della serie pone l’accento in particolare sull’amicizia dei sette studenti. Allievi del conservatorio che adesso hanno raggiunto la maggiore età ma si portano dietro ancora i complessi dell’età adolescenziale.

Sono in una fase di transizione umana e artistica nel corso della quale non riescono a discernere i vari aspetti della loro personalità. Sette storie differenti di vita vissuta e di sacrifici per portare avanti il sogno di diventare musicisti. Setti differenti modi di approccio alle tematiche dell’età giovanile nelle quali Cotroneo è un grande esperto. Il telespettatore under 20 tende a riconoscersi nelle problematiche studentesche, nei primi amori, nelle delusioni, nella malinconia, ma anche nell’euforia che Cotroneo ha dipinto molto bene in ognuno dei sette protagonisti.

Ad inquinare questa atmosfera che, solo apparentemente sembra idilliaca, appare, nella seconda stagione l’elemento di disturbo rappresentato dal direttore e maestro d’orchestra Teomar Kayà. E’ questo il personaggio chiave destinato a modificare l’andamento della sceneggiatura ed a cambiare radicalmente il corso degli eventi. Ed è qui che la serie cade nel patetico e, in qualche modo, nella soap opera. Il nuovo venuto è l’intruso che porta con se rabbia, rancore e vendetta provenienti da un passato che non è stato mai dimenticato. E si riaffaccia dopo 25 anni con tutta la forza di una vendetta tanto attesa.

Il nuovo maestro è il male che attacca il bene e lo inquina. Mandando a rotoli ogni buona intenzione della serie.

La Compagnia del Cigno 2 ascolti

Analisi dei personaggi

Certo, la sceneggiatura vuole puntare, per quanto riguarda i personaggi, soprattutto gli studenti, sul concetto dell’amicizia, una sorta di “Uno per tutti, Tutti per uno” che si concretizza in varie situazioni. Ma non tutte sono credibili. Alcune appaiono troppo spettacolarizzate solo per fini di audience e per catturare il telespettatore.

Al centro della serie c’è la musica colta e questo è sicuramente un pregio del racconto. C’è un percorso artistico che viene ben delineato nelle sue linee essenziali. Ma c’è anche troppa approssimazione nella schematicità delle tante vicende raccontate.

Alessio Boni, il Bastardo maestro Luca Marioni, riesce meno credibile rispetto al passato. Forse la serie poteva concludersi con la prima stagione. La seconda già appare una forzatura per la necessità di pescare nel torbido dei sentimenti umani a fini spettacolari.

Anna Valle non cambia. Cambiano le fiction da lei interpretate, ma resta rinchiusa nel suo schema di immobilismo recitativo. Molti i personaggi di contorno ad ognuno dei quali è affidato il ruolo di rendere al meglio la coralità recitativa. Sono i giovani protagonisti ad aver contribuito maggiormente al tentativo, non sempre riuscito.


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Giornalista, esperta di spettacoli, in particolare di televisione. È stata per dieci anni critico televisivo de Il Giornale d’Italia con la direzione di Luigi D’Amato. Dal 1997 si occupa per il quotidiano Il Tempo di spettacoli, soprattutto di tv. Si occupa di cultura per il sito di Panorama. Ha collaborato in passato con le maggiori testate nazionali, tra cui Il Sole 24 ore, Il Mattino, Il Giornale. Ha ricoperto il ruolo di docente di Teorie e tecniche della critica televisiva nel master per laureati in Scienze della Comunicazione, organizzato dall’Università La Sapienza di Roma. Ha vinto il dattero d’argento al Salone Internazionale dell’umorismo di Bordighera. É stata titolare per tre anni della rubrica “Dietro le quinte” su Il Giornale d’Italia, analizzando, ogni settimana, un evento di cronaca, di politica o di spettacolo sotto la lente dell’umorismo.

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3 Comments

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  1. angela nella

    12 Aprile 2021 at 14:04

    Dopo diverse fiction, più o meno carine di loro, Anna Valle ha sempre dimostrato un livello di recitazione che molto a malapena raggiunge il 5, ma imperterriti si continua a farla recitare (sic!): assolutamente inespressiva, nella mimica facciale e nel tono di voce. Per quanto bella, credo ci voglia anche un po’ di talento o, mancando questo, come nel suo caso, tanto studio, studio, studio, fermo restando che c’è chi studia e non rende, da sempre, in tutte le discipline.
    Grazie

  2. Giuseppe Aquilino

    17 Maggio 2021 at 11:17

    La parte relativa all’inchiesta di polizia fa ridere i polli.
    Ci troviamo di fronte ad un probabile suicidio che diventa un omicidio, dopo un’inchiesta affidata ad una Ispettrice dagli atteggiamenti più uterini che razionali ed a pochi colleghi del probabile omicida, più frustrati che altro.
    ( La macchina giudiziaria dov’è ).
    Nessuna Autopsia e nessun approfondimento sulla Vita e sulla personalità del morto.
    ( Generalmente si rivolta come un calzino la vita di tutti quelli ruotano intorno alla vittima. Mi chiedo : ma la polizia non Vi ha recapitato nessun appunto in fase di sceneggiatura?)
    Potrei continuare a lungo sulle lacune ( falle ? ) di quest’ultima parte dello sceneggiato. Mi limito, per ultimo, a fare un appunto sui movimenti del Boni quando dirige l’orchestra: pietosa.

  3. Antonio Capasso

    20 Settembre 2021 at 7:35

    Concordo sulla critica Marida e dei due commenti. Vorrei aggiungere una riflessione del bravissimo violinista (MATACENA) che plagia e violenta con sadismo la bella Barbara: il regista ha ben pensato che poteva essere solo napoletano!!

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Matrimonio a prima vista, le puntate dell’8 marzo: cosa è successo, recensione

Il format, nonostante sia giunto alla decima edizione, dimostra ancora tutta la sua forza.

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Matrimonio a prima vista 8 marzo
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Mercoledì 8 marzo, in prima serata su Real Time, debutta la decima stagione di Matrimonio a prima vista. Le puntate sono fruibili anche on demand dal sito di Discovery+. Abbiamo visto i primi due appuntamenti e qui di seguito , in anteprima, vi raccontiamo cosa succede.

Matrimonio a prima vista 8 marzo recensione

Matrimonio a prima vista Italia 8 marzo, cosa succede nelle prime puntate

Nelle puntate di Matrimonio a prima vista dell’8 marzo inizia l’esperimento. Gli esperti Nadia Loffredi, Mario Abis ed Andrea Favaretto hanno scelto i sei single tra migliaia di candidati. I loro nomi sono Mattia, Matteo, Gennaro, Giulia, Irene e Simona.

Il primo episodio si basa esclusivamente sulla preparazione alle nozze. I partecipanti, infatti, apprendono di essere scelti per lo show solo due settimane prima del matrimonio. E così, nei 14 giorni antecedenti, scelgono gli abiti e comunicano alle famiglie la notizia. I tre uomini e le tre donne passano insieme i giorni prima della cerimonia, divenendo in questo modo amici.

Il momento delle nozze

L’esperimento di Matrimonio a prima vista entra nel vivo nel secondo appuntamento, quando si celebrano le nozze. Le spose raggiungono l’altare, dove ad aspettarle ci sono gli sposi. Una volta qui conoscono la persona con la quale devono celebrare l’unione. Al termine della cerimonia si svolge il book fotografico, che rappresenta per i novelli sposi la prima occasione per avere un momento di intimità. Subito dopo parte il banchetto nuziale. In tale contesto i protagonisti iniziano a conoscersi.

Matrimonio a prima vista 8 marzo cosa è successo

Matrimonio a prima vista Italia 8 marzo, la recensione

Gli episodi dell’8 marzo di Matrimonio a prima vista confermano l’assoluta forza del format. L’idea delle nozze al buio continua a destare grande curiosità. E questo non è assolutamente scontato se si considera che la trasmissione compie il decimo anno di età.

I concorrenti, ovviamente, contribuiscono al successo. E qui si apre un paradosso tutto interno al programma, che da una parte mira a creare delle coppie stabili e durature ma che, dall’altra, funziona a livello televisivo soprattutto quando in tali unioni si creano crepe e dissapori.

A tal proposito è bene tenere d’occhio Giulia e Mattia: la ragazza, durante il banchetto nuziale, ha confessato al neo sposo di avere dei problemi legati al contatto fisico. Fatto, questo, prontamente smentito dall’esperta e sessuologa Nadia Loffredi, che intervenendo fuori campo ha informato il pubblico che tale caratteristica non era stata comunicata in fase di casting.

In Matrimonio a prima vista di mercoledì 8 marzo è apprezzabile il tentativo di rendere maggiormente attuale la trasmissione. I tre esperti, infatti, hanno più volte incentrato l’attenzione sul rapporto che i single hanno con i social e con le app di incontri. Strumenti, questi, che rischiano di alimentare la tendenza del fermarsi alle apparenze iniziali, e cioè l’esatto opposto allo spirito fondante del programma.


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Boomerissima, come è andato l’esordio su Rai 2: bene Marcuzzi, ma il format manca di originalità

Alessia Marcuzzi si diverte e fa divertire, finalmente libera dal fardello del trash dei reality Mediaset.

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Boomerissima Rai 2 Alessia Marcuzzi
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Martedì 10 gennaio ha fatto il suo esordio, su Rai 2, il tanto atteso Boomerissima. Il programma, più che per il format in sé, ha attirato molte attenzioni per il ritorno di Alessia Marcuzzi in tv e, soprattutto, in Rai.

Boomerissima Rai 2 recensione

Boomerissima Rai 2, Alessia Marcuzzi è il tassello che mancava nella TV di Stato

L’aspetto più positivo di Boomerissima su Rai 2 è proprio la già citata Alessia Marcuzzi. La conduttrice, finalmente, ha mostrato di essere una vera e propria show – woman. Nel corso della puntata ha recitato (come nel cameo, molto riuscito, con Fiorello), ballato, cantato e fatto da spalla ai vari ospiti. In questo senso, Marcuzzi rappresenta una boccata d’ossigeno per la Rai, offrendo una conduzione (almeno al femminile) che in quel di Viale Mazzini mancava da tempo.

Boomerissima su Rai 2, inoltre, ha rappresentato una liberazione per la conduttrice stessa, che dopo anni si è liberata dal fardello di essere il volto del trash dei principali reality show di Mediaset (prima il Grande Fratello, poi L’Isola dei Famosi). La conduttrice, insomma, si diverte e fa divertire e questo non può che giovare all’intero programma.

Anche la Rai ha il suo Ciao Darwin

Il grande problema di Boomerissima, però, è la mancanza di originalità. E questo è senza dubbio un limite per un format che è stato più volte presentato come una delle grandi novità della stagione. L’idea del confronto generazionale è oramai onnipresente in Rai e, onestamente, non sembra destare grande curiosità. A riprova di questo vi è il fatto che, proprio su Rai 2, vada in onda tutti i giorni BellaMa’, che divide boomer e millenials in due squadre che devono sfidarsi tra loro. Cambiano le prove, gli studi e i volti, ma la sostanza rimane la stessa.

Se l’idea, dunque, è trita e ritrita, non entusiasmano nemmeno le manche. Boomerissima, nel suo esordio su Rai 2, sembra una crasi tra diversi altri show più o meno celebri. Evidenti, in tal senso, sono i richiami a Ciao Darwin e Name That Thune, tanto per citarne solo due. La fragilità del format fa sì che in diverse parti della trasmissione lo scontro generazionale passi in secondo piano, quasi come se fosse un elemento marginale rispetto alle azioni di conduttrice e ospiti. Da questo punto di vista Boomerissima deve crescere (in fretta) e trovare una propria identità.

Boomerissima Rai 2 ascolti

Boomerissima Rai 2, gli ascolti premiano Alessia Marcuzzi

Per ciò che riguarda i dati Auditel, Boomerissima ha ottenuto su Rai 2 un milione e trecento mila telespettatori, per una share del 7,3%. Considerando l’attesa per il ritorno in Rai di Marcuzzi e l’effetto curiosità del debutto, lo show non ha sicuramente brillato.

Vero, comunque, che quella del martedì è una collocazione non semplice. Alessia, oltre alla concorrenza (su tutti quella de Le Iene), deve fare i conti anche con una importante contro – programmazione che arriva dalla stessa TV di Stato e, in particolare da Rai 1, che il martedì trasmette fiction dall’alto potenziale negli ascolti. Ora, la vera sfida per Boomerissima (e di conseguenza per Rai 2) è quella di non crollare negli ascolti nelle prossime settimane. Impresa che, onestamente, parrebbe non semplice.


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Sanremo 2022 recensione quinta serata: bilancio e motivi del successo

Riflessioni e analisi critica sulla quinta serata del Festival della canzone italiana di Sanremo 2022. 

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Sanremo 2022 recensione quinta serata
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È andata in onda, su Rai 1, la quinta serata di Sanremo 2022 di cui vi proponiamo la recensione. L’edizione numero 72 della kermesse canora si è conclusa. Il sipario è calato. Ma nulla è più come prima nell’universo della musica sanremese. I motivi sono innumerevoli. Il più importante è la constatazione che, con i numeri conquistati da questa edizione, sarà difficile trovare un successore ad Amadeus a meno che non sia lui stesso.

Sanremo 2022 recensione quinta serata

In effetti Sanremo 2022 si è dimostrato il migliore dei tre festival condotti e guidati come direttore artistico da Amadeus. Se non fosse stato per la troppa invasione, nelle ultime serate del FantaSanremo avrebbe rasentato una maggiore perfezione. Una edizione che è andata migliorando di giorno in giorno, ha mostrato una realtà oramai sotto gli occhi di tutti: il conduttore adesso può fare a meno del sui amico di vecchia data Rosario Fiorello. Tra l’altro lo show man siciliano non ha neppure brillato per originalità nei suoi interventi nella serata d’esordio.

A decretare il successo della manifestazione è stato soprattutto l’aver saputo intercettare la necessità di leggerezza di cui aveva bisogno il telespettatore italiano. Dopo circa due anni trascorsi tra le preoccupazioni per la pandemia, a fare la differenza è stato il ritorno del pubblico in sala. Un pubblico assente nel 2021 e sostituito da tanti malinconici palloncini colorati. Consapevole di questo ritorno alla quasi normalità, limitato tra le poltrone dell’Ariston solo dall’uso obbligatorio della mascherina, Amadeus si è industriato nel migliore dei modi.

Ha ricordato il suo passato radiofonico ed ha saputo trasformare la sala del teatro Ariston in una sorta di discoteca. Tutti a ballare sulle note di quei brani che, ha voluto dimostrare, non sono solo canzonette. Ma possono avere un significato più alto, quasi consolatorio, nonostante la pochezza dei testi e una certa mancanza di creatività.

Sanremo 2022 ha esorcizzato per una settimana la paura del Covid. Ha chiuso milioni di italiani in una bolla di leggerezza, li ha proiettati in un sogno ad occhi aperti, in un mondo dove la normalità è riapparsa in tutta la propria bellezza, facendoci apprezzare quanto un tempo ci sembrava scontato e forse anche fastidioso. Come ad esempio le lungaggini delle serate, quel concludersi ben oltre l’una di notte in una settimana in cui la gente lavora e si sveglia presto la mattina. Anche questo protrarsi nel tempo ci è sembrato una sorta di regalo. Ecco la chiave del successo.

Sabrina Ferilli

Quinta ed ultima partner di Amadeus è stata Sabrina Ferilli. L’attrice ha avuto molto successo sui social dove è stata definita “icona di Roma”. E lo ha dimostrato anche con il suo linguaggio che ha risentito molto più di prima, delle inflessioni romane. La Ferilli si è ben inserita nell’aura di leggerezza che ha caratterizzato Sanremo 2022, con i suoi interventi mai noiosi, intrisi di una vena goliardica che si è estrinsecata in differenti circostanze. Come ad esempio quando si è giustificata di non essere protagonista di alcun monologo su temi importanti: perchè la mia presenza all’Ariston deve essere legata ad un problema? Io sono qui per lavoro e per me stessa…

 


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