Il problema è che ciò non si è ancora tramutata in un cambio di marcia per Adrian. La quarta puntata sarà il banco di prova definitivo: dalle parti di Mediaset sono molto preoccupati dei risultati portati a casa finora e stanno valutando tutte le possibile soluzioni per salvare l’investimento cospicuo.
Per ora, è stato deciso uno spostamento al martedì nelle prossime due settimane, con l’obiettivo di evitare la lotta ìmpari con Il Commissario Montalbano. Tuttavia, se la performance di Adrian dovesse continuare sui livelli attuali, potrebbe essere presa in considerazione addirittura la sospensione.
Nello spettacolo in anteprima di questa sera, intanto, al Teatro Camploy di Verona vedremo protagonista Max Tortora. Come da consuetudine, nulla è dato sapere su quanto abbia in mente Adriano Celentano.
Seguiamo insieme la diretta della quarta puntata.
L’assistente di Frate Frassica, per l’occasione, è Max Tortora.
Tornano anche Giovanni Storti e Natalino Balasso, subito protagonisti di uno sketch. Come due uomini della strada, inscenano una di quelle conversazioni sull’attualità e i problemi del mondo, le cui soluzioni finiscono per essere figlie di teorie strampalate, in grado di creare contrapposizione e poco altro.











Darian è in una limousine che lo sta portando in tv e un manager gli propone un programma televisivo: una fascia quotidiana nel periodo di massimo ascolto. Lui, inizialmente, non si espone.


Ma Darian ha tutta l’aria di chi vuole giocare un brutto scherzo a chi l’ha voluto in tv.

Il pubblico commenta entusiasta: “Ha spiazzato tutti. Geniale!”.
All’improvviso, compare in diretta su un altro canale, ma non da uno studio televisivo bensì dalle strade cittadine e, infine, da un locale. Dopo un lungo silenzio, dice “Una birra fresca, grazie!”.

Tornano in onda le immagini degli eventi più crudi della storia dell’uomo, accaduti, appunto, a causa dello smarrimento.
Adrian è ruscito ad assestare un altro colpo all’apatia della popolazione.

Lo spietato Dranghestein, contemporaneamente, convoca i più alti prelati della città per comunicargli che vuole demolire l’antico Duomo.



Il Duomo è stato soppiantato in un batter d’occhio da un enorme edificio adibito al commercio, completamente ricoperto di schermi publicitari.



Quando la polizia cerca i responsabili dell’accaduto, Adrian si autoaccusa, ma poi è seguito da tutti i presenti, bambini compresi, fino ad alimentare una vera rivolta che si propaga ache nelle altre città italiane.

Questo non sarebbe un problema per Adrian, non fosse che quasi per caso in tv vengono recuperate le immagini di Adriano Celentano degli anni ’80, grazie alle quali tutti coglono la somiglianza con l’orologiaio.

Se riesce ad ucciderlo, il regime gli ha proposto un nuovo contratto discografico con cui recuperare l’adorazione della folla.

La quarta puntata di Adrian finisce qui.
La storia del cartoon è salita di ritmo e di tono, ma non ha fatto lo stesso la sua realizzazione. Persiste una resa banale nei dialoghi e nei passaggi – spesso frettolosi ed elementari – da una fase all’altra delle avventure dell’orologiaio.
Nel personaggio di Adrian si sono concentrate tutte le energie per renderlo affascinante agli occhi del pubblico, con le sue doti carismatiche, trasmesse non solo con le gesta, ma anche con i silenzi e le frasi ad effetto con cui persegue la sua missione.
Per contrasto, gli altri personaggi che lo ammirano e lo seguono, sono estremamente semplificati nei tratti della personalità. Ne viene fuori un Adrian – e di riflesso un Adriano Celentano – dalle sembianze messianiche mentre il resto è tutto estremamente ordinario. Dietro questa maschera, tuttavia, rimane la sensazione di un messaggio debole sia perché usurato, sia perché reso in maniera banalizzata.
Insomma, a differenza delle altre puntate, in questa c’erano alcuni elementi potenzialmente più allettanti e coinvolgenti. Ma si sono rivelati così solo in minima parte, di nuovo per una realizzazione poco strutturata e mal sviluppata.
