E’ uno dei pochi appuntamenti satirici degni di questo nome. E il suo conduttore, Maurizio Crozza sta attraversando un periodo di grande creatività. Non è mai stato in forma come adesso che gestisce Il paese delle meraviglie, show in onda il venerdì sera in prima serata su La7.
Il suo G’day non sovravviverà alla profezia dei Maya. Sarà chiuso il prossimo 21 dicembre, giorno indicato per la fine del mondo, ma solo del mondo televisivo di Geppy Cucciari, secondo l’ultima veritiera interpretazione. Così, una delle lady della comicità made in Italy, consacrata nel suo ruolo dopo la partecipazione al festival di Sanremo 2012, si brucia al fuoco della crisi galoppante. Eh, si, perchè sembra che il pomeriggio di La7 farà a meno anche di Cristina Parodi, che, indaffarata tra cronacae gossip,non è riuscita a convincere gli spettatori. Nessuno spazio per il bifidus che pure fa tanto bene, come la povera Cucciari va predicando da un capo all’altro dell’etere. Risultato: La7 ha scoperto che la sua validità ha una scadenza come lo yogurt che reclamizza, dopo di che non potrà essere più consumata, pena gravi conseguenze per la salute (de La7, of course). Ad uno sguardo attento, alle sue performance, mai eccezionali, manca il guizzo della genialità che caratterizza la vis comica. I suoi risultati d’audience non sono mai andati al di sopra del 2,5% di share.
Troppo affollato di talk show politici il lunedì sera. Su Raitre imperversa Fabio Fazio che, come in una sacrestia, gestisce Che tempo che fa, dispensando incenso a destra e a manca in egual maniera. Su Retequattro Paolo Del Debbio è il padrone di casa di Quinta colonna. E su La7, Gad Lerner è lo storico padrone di casa de L’Infedele.
All’esordio su La7 il doppio appuntamento Cristina Parodi live e Cristina Parodi Cover,in onda rispettivamente alle 14,05 e alle 18. E subito dopo, per restare in famiglia, arrivano I menù di Benedetta, della sorellina che l’aveva preceduta nel trasferimento da Mediaset. Insomma la Parodite pomeridiana su La7 è oramai una realtà.
Teresa Mannino è approdata alla prima serata de La7. Il mercoledì in prime time propone Se stasera sono qui, una sorta di one woman show in cui la padrona di casa, come tradizione in tali programmi, si circonda di ospiti. Durante la prima puntata ha calato subito l’asso nella manica, Renzo Arbore, che ha parlato della sua passione per il jazz. Altro momento di rilievo il monologo di Cinzia Leone sulla precarietà del lavoro:ironico, commovente, attuale. Tutto il resto si perde nella carenza di contenuti comici e in un certo imbarazzo della Mannino che non è riuscita a coordinare i vari segmenti della trasmissione.
Quando Sabina Guzzanti fa parodie è irresistibile. Studia il personaggio, vi si cala dentro con professionalità e sicurezza. il suo trasformismo è pari a quello di Arturo Brachetti. Ma quando si mette anche a gestire interviste serie e ne dilata i tempi oltre misura, allora la sua presa sul pubblico cala esponenzialmente. Tutto ciò è accaduto anche in Un due tre stella, l’attesissomo programma che la Guzzanti ha gestito su La7, il mercoledì in prima serata.
Sottilineiamo subito che programmi di satira come Un due stella, dovrebbero essere collocati in una seconda serata con inizio verso le 23. evento che La 7 potrebbe permettersi. Il bisogno di occupare invece il prime time, soddisfa esclusivamente l’egocentrismo di chi gestisce lo show ma non rende un buon servigio al pubblico. Un due tre stella, infatti, è troppo lungo, ha dei tempi morti che, se eliminati, renderebbero più snello il susseguirsi dei siparietti spettacolari. Tante ore sono eccessive. Basterebbero dai trenta ai quaranta minuti per valorizzare una comicità che, invece, appare diluita.
La forza dell’umorismo è nella sinteticità, dilatarne i contenuti fa solo male alle idee che si perdono in un mare di banalità. Sabina Guzzanti è indubbiamente brava, efficace. Le parodie di Lucia Annunziata e di Mario Monti viste nello show Un due tre stella, sono di grande impatto. La Annunziata è davvero molto somigliante all’originale. Anche la sua interpretazione del presidente del Consiglio ha una sua valenza satirica. Ma quelle lunghe interviste ai personaggi con cui si cimenta nella parte della conduttrice seria e impegnata affievoliscono la portata del programma. Certo, la Guzzanti vuol dimostrare di reggere bene il doppio ruolo, districandosi con perizia tra il serio e il faceto. Ma allora lo show diventa un ibrido.
Anche gli ascolti non hanno reso giustizia all’impegno della padrona di casa che è tornata in video dopo anni di assenza. E di polemiche. Ricordate Raiot? Andò in onda su Raitre nel novembre del 2003. Aveva come sottotitolo Armi di distruzione di massa. Ne andò in onda solo una delle sei puntate previste per una serie di polemiche suscitate da alcune dichiarazioni della Guzzanti nei panni di Lucia Annunziata. E’ da allora che Sabina Guzzanti vaga per teatri italiani portando avanti la sua personale battaglia satirica.
La sua classe è indubbia anche nella parodia classica di Silvio Berlusconi che è un suo cavallo di battaglia. Ma la sua bravura non basta a salvare lo show da una lenta ma inesorabile deriva.
Accanto a Sabina c’è la sorella più piccola, Caterina che, altrettanto brava, si è gettata nella satira sociale giovanile. Riesce abbastanza bene ma senza novità. Anzi, in alcuni tratti ci sembra addirittura di intravedere le atmosfere del sabato sera di Serena Dandini e del suo programma The show must go off. Certo, non è facile essere originali e spesso, anche nella satira, lo scopiazzamento di idee è ben visibile, anche se si tenta di nasconderle.
Il consiglio finale è di riflettere bene prima di andare in video. E’ difficile trovare una propria collocazione artistica sul piccolo schermo di oggi. Ma quando la si ottiene, bisogna misurare le proprie forze. Meglio un piccolo spazio, magari elitario e chic, che una lunga, noiosa prima serata piena di incertezze.