Manuela Arcuri e Manuel Garko tornano su Canale 5 nella seconda stagione della serie Il peccato e la vergogna. L’appuntamento è per il 10 gennaio sulla principale delle reti Mediaset, in prima serata.
Interviste anche nella seconda parte di Domenica in. Nel salotto di Mara Venier, ancora una volta, assistiamo alla solita sfilata di personaggi in promozione.
Anche questa domenica, L’Arena di Massimo Giletti al posto del solito parterre di ospiti che dibattono sui casi di cronaca della settimana, ha scelto di dedicare il suo spazio alle interviste.
La prima ospite è stata Manuela Arcuri. L’attrice, in dolce attesa, debutterà il 10 gennaio su Canale 5 con la seconda serie de Il peccato e la vergogna al fianco di Gabriel Garko. .
Oggi analizziamo con attenzione il look dei concorrenti e dei maestri di ballo di Ballando con le stelle. La seconda puntata è andata in onda sabato scorso, 12 ottobre, su Rai1.
Il responso dell’Auditel di sabato 12 ottobre a proposito dei due principali show di Rai1 e Canale 5 merita una riflessione particolare. Cominciamo dai dati: Ballando con le stelle convince una platea di 4.420.000 spettatori con il 21,25% di share. Italia’s got talent consegna a Canale 5 un bottino di 6.102.000 seguaci con il 30,05% di share. Perchè un divario così eclatante tra i sofisticati e eleganti ballerini di Milly Carlucci e le esibizioni dei talenti (o presunti tali) del trio De Filippi- Zerbi-Scotti?
Atmosfere neorealiste, racconto popolare, storia di sentimenti e non solo di violenza e di camorra. Il tutto inserito nella realtà di una vicenda realmente accaduta. Questo era stato promesso alla vigilia della messa in onda di Pupetta, il coraggio e la passione, quattro puntate di cui la prima è andata in onda giovedì in prime time su Canale 5. Invece l’impatto con quanto scorreva sul piccolo schermo si è rivelato, purtroppo, traumatico.
“Ho ritrovato nella Arcuri la mia tempra, anche se mi spiace che nel film si sia deciso di cambiare il mio nome in Pupetta Marico. Vorrei che la gente capisse chi ero al di là dell’immagine pubblica che mi è stata cucita addosso. Io avevo 18 anni all’epoca, rimasi vedova 80 giorni dopo il matrimonio. Prima di arrivare ad impugnare quella pistola avevo denunciato più volte il mandante dell’omicidio di mio marito. Se la giustizia avesse fatto il suo corso non sarei arrivata a tanto. Non è stato un omicidio preterintenzionale, mi avrebbero uccisa”.