Una vita tra passerelle, cinema e televisione, e ora madrina della 70esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia: è Eva Riccobono, impegnata in questi giorni nella kermesse cinematografica. Di lei parlano tutti i media e le sue foto sul web sono cliccatissime. Ma chi è questa statuaria bellezza dai tratti nordici, ma meridionale, rappresentante della moda e della bellezza made in Italy nel mondo?
Se c’è un personaggio che oggi si rimpiange della bella tv di una volta è Jocelyn. Perché mai un regista come Michele Guardì è sopravvissuto e continua a sopravvivere all’usura del tempo catodico, mentre un genio poliedrico come Jocelyn non viene valorizzato? Attualmente è impiegato soltanto come regista di “Reazione a catena”, il gioco a premi condotto da Pino Insegno su Rai1. Ricordiamo la chicca da lui ideata proprio una ventina d’anni fa, Il Grande Gioco dell’Oca, dove c’era un assoluto coinvolgimento circa la visione di quel programma ed il tutto era sintetizzato in una parola che oggi ha perduto il proprio senso più autentico: intrattenimento.
Le trasmissioni di Jocelyn avevano lo stesso sapore del gioco da tavolo fra amici e forse proprio lui è stato uno dei primi a saper allestire dei meccanismi ludici ben strutturati ed alquanto originali. Così, venerdì 11 giugno, in prima serata, in diretta su Raidue, con la conduzione di Gigi Sabani, Simona Tagli e Jo Squillo, prendeva il via Il grande gioco dell’oca, questa divertente trasmissione alla sua prima edizione, ideata e diretta per l’appunto su Jocelyn, da lui stesso firmata con Amato Pennasilico, Pietro Gorini, Nicola De Feo. Sottotitolo Stasera mi butto 1993. In questo caso i protagonisti, però, non erano giovani comici ed imitatori, ma quattro concorrenti pronti a sfidarsi in una gara ispirata al classico gioco da tavolo.
Lo studio rappresentava una sorta di Disney in miniatura, con una scenografia che riproduceva un enorme tabellone composto da 63 caselle che si snodavano per circa 2 chilometri negli studi di Cinecittà. A turno, lanciando dei dadi virtuali azionati con un telecomando puntato verso una telecamera, i concorrenti avanzavano dal numero di caselle pari alla somma ottenuta. Ogni punto aumentava il montepremi del concorrente di 100.000 lire (ancora c’erano le lire, beate lire). Se si raggiungevano le speciali caselle Oca il punteggio veniva raddoppiato.
Ad un certo numero di caselle del tabellone era associata una prova da affrontare od una penitenza da subire. Si trattava di prove spettacolari, alcune volte realizzate appositamente per la diretta, in altre fisse in ogni puntata. Nella casella associata alla Lotta nel fango, il concorrente doveva entrare in una vasca piena di fango e scontrarsi con due lottatrici. Nel Tunnel dei serpenti bisognava attraversare un cunicolo con tanti rettili, con il compito di recuperare tra tutte le chiavi nascoste quella che avrebbe aperto l’uscita del tunnel. Nella Prigione, al contrario, il concorrente doveva recuperare la chiave legata al corpo della muscolosa guardiana Simona Pini. Tra le caselle che più incutevano paura e terrore c’era quella de Il Barbiere di Siviglia, nella quale il malcapitato concorrente doveva sedersi su una sedia da barbiere e rispondere a tre domande. Se sbagliava le risposte, il barbiere tagliava o rasava a zero i capelli del povero concorrente. Nella sfortunata casella del Gambero, ahimè, con una carrucola si ritornava al punto di partenza. Il concorrente che si rifiutava di affrontare prove o penitenze previste, perdeva tutto il denaro vinto fino ad allora. A fine puntata chi raggiungeva l’ultima casella per primo, diventava il vincitore e si aggiudicava l’intero montepremi.
La prima edizione de Il Grande Gioco dell’Oca andò in onda fino al 3 ottobre 1993, dopo 17 puntate ed ottenne un ottimo successo specialmente tra il pubblico dei più giovani.
Nel 1994 venne realizzata una seconda edizione del programma che iniziò domenica 10 aprile (ma dopo la prima puntata ritornò alla collocazione classica del venerdì sempre in prima serata su Raidue), alla cui guida venne riconfermato Gigi Sabani, affiancato questa volta da una giovanissima Alessia Marcuzzi, Paola Saluzzi e dal piccolo Adriano Pantaleo, reduce dal successo della fiction Amico mio, andata in onda nel 1993 ed ambientata in un ospedale pediatrico con protagonista Massimo Dapporto, nel ruolo del Prof. Paolo Magri. Con nuove prove e momenti di spettacolo, Il Grande Gioco dell’Oca continuò ad avere grossi ascolti ed un buono share, ma all’improvviso dopo 25 puntate, per via di alcune denunce mosse da diverse associazioni ambientaliste che contestavano maltrattamenti di animali durante le prove, il programma il 25 settembre 1994 chiuse definitivamente ed anticipatamente la sua avventura televisiva.
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