Pupi Avati: Che cinema la vita è il film documentario evento. Verrà trasmesso su Rai 3 il 18 settembre 2025 alle 21:20. Celebra la carriera e la vita di Pupi Avati. Lui è uno dei più grandi narratori del cinema italiano. Diretto da Mauro Bartoli e Lorenzo Stanzani, questo lungometraggio è un viaggio poetico. E anche molto struggente nell’universo creativo del regista. Intreccia memoria personale e atmosfere emiliane. E anche riflessioni sull’arte di raccontare storie.
Un racconto in prima persona
In Pupi Avati: Che cinema la vita, è lo stesso Pupi Avati a guidarci. Lo fa, infatti, attraverso le tappe fondamentali della sua lunga carriera. Dai suoi primi lavori sperimentali fino agli acclamati successi. Successi, peraltro, come Una gita scolastica e Il cuore altrove. E anche il cult horror La casa dalle finestre che ridono. Di conseguenza, il documentario alterna scene girate sul set e interviste esclusive. E anche preziosi materiali d’archivio e momenti privati. Offre, quindi, uno sguardo sincero e molto profondo. Uno sguardo, peraltro, sul suo percorso umano e artistico. Un percorso, questo, che ha segnato decenni di cinema italiano.
Pupi Avati Che cinema la vita: famiglia, collaboratori e luoghi dell’anima
Questa produzione, inoltre, ci porta nei luoghi chiave della vita di Avati. Ci porta, infatti, tra Bologna, Roma e la campagna emiliana. Luoghi, questi, dove affondano le radici del suo immaginario. A raccontarlo, peraltro, non è solo lui. Ci sono, infatti, anche i suoi familiari più stretti. Come sua sorella Mariella e sua figlia Mariantonia. E anche suo fratello Antonio Avati, storico co-autore e produttore. Le testimonianze di attori, critici e collaboratori storici, inoltre, completano il ritratto. Il ritratto, infatti, di un artista che ha saputo trasformare il quotidiano in cinema. E la vita, quindi, in un’opera d’arte.
Il Cinema come Vita, la Vita come Cinema
Il titolo Che cinema la vita!, peraltro, non è solo un gioco di parole. È, infatti, la sintesi perfetta della visione di Pupi Avati. Per lui, infatti, ogni frammento di esistenza può diventare un racconto. Di conseguenza, il documentario riflette su temi molto cari al regista. Temi, peraltro, come la nostalgia e la spiritualità. E anche l’amore e la paura. Elementi, questi, ricorrenti nella sua vasta filmografia. Con uno stile visivo elegante e una narrazione intima, quindi, questa opera è un omaggio. Un omaggio, infatti, all’arte di vivere raccontando. E di raccontare, peraltro, per poter vivere pienamente.