Inoltre, ci sarà la consueta finestra sull’Egitto con l’archeologo Zahi Hawass, stasera alle prese con la Sfinge e la Piramide di Cheope.
Anche nell’ultima puntata Freedom – Oltre il confine si è dimostrato padrone del suo spazio confermando il bilancio più che positivo di Roberto Giacobbo a Mediaset.
Seguiamo insieme la diretta.
L’apertura è dal Duomo di Milano. Roberto Giaocbbo sale con un carrello del cantiere che lo sta restaurando, fino alla celeberrima Madonnina. Alta poco più di quattro metri, posto lì in cima nel XVIII secolo. 





Grazie ad un compromesso con l’Arcivescovo di Milano dell’epoca ottenne la proclamazione di San Napoleone e una sua statua fu posta su una delle guglie dell’edificio. In totale, il Duomo ospita 3400 statue ed è l’edificio con più statue al mondo.
Adesso Freedom si sposta all’Isola d’Elba per raccontare storie di pirati. I corsari erano al servizio del potere e dei padroni, mentre i pirati erano autonomi, liberi e le loro gesta sono arrivate fino all’Elba: Barbarossa si fece conoscere fin lì.
Sbarcò di notte sull’isola per compiere le sue razzie. Gràssera è un villaggio dell‘Isola d’Elba i cui resti sono rimasti intatti dalle notti del Cinquecento che segnarono il passagggio dei Turchi.


Mentre la Chiesetta di San Leonardo è un piccolo edificio di culto che si trova sul percorso, posto in un punto panoramicamente mozzafiato. 
tuttaiva, a fronte di quasi quindici minuti del programma dedicati alla salita verso il castello, il suo racconto dura poche decine di secondi. Un po’ poco.
Giacobbo, ora, si sposta in mare, per capire qualcosa in più dell’affondamento, in quel punto, di un aereo bimotore Islander, il 27 giugno del 1980, la stessa sera della tragedia di Ustica. “Fu una casualità?”, si chiede il conduttore.
Per sua stessa ammissione, però, le prove che alimentano questi dubbi sono molto fragili (verrebbe da dire inesistenti, per quanto la coincidenza possa impressionare). In ongi caso, afferma con certezza che le tre persone a bordo non morirono, come fu detto in un primo momento. Cercherà di dimostrarcelo immergendosi nelle acque stupende dell’Elba.
Secondo la relazione d’inchiesta sull’incidente, l’aereo ebbe prima un probelma al motore destro, poi anche a quello sinistro, comunicati dal pilota prima dell‘ammaraggio. Pare che tutto accadde per un’irregolarità nel flusso di carburante, dunque ad un banale errore nel calcolo del carburante necessario al tragitto. L’equipaggio si salvò a nuoto.
Dunque, nessun mistero, nessun collegamento con Ustica, come aveva artatamente evocato Giacobbo.

I test clinici sull’uomo non sono ancora iniziati e dovrebbero prendere il via entro tre anni.
Nella Marsica, in Abruzzo, Roberto Giacobbo è andato al Castello di Ortucchio, da dove inizia la ricostruzione della grande opera di bonifica della Piana del Fucino, un tempo il terzo lago più grande d’Italia. Il Lago del Fucino, appunto.


Costruirono dei canali che facevano defluire l’acqua e contemporaneamente alcune strutture utili a far fuoriuscire l’aria e i materiali portati fuori per amoliare il canale.

A quel punto, Ferdinando II di Borbone approvò i lavori di bonifica ma non volle investire il suo denaro e chiese il finanziamento di Alessandro Torlonia. Nel 1852 iniziarono i lavori della durata di venticinqeu anni con la predisposizione dei canali necessari a far defluire l’acqua, ancora oggi determinanti per evitare la risalita del livello delle acque.




Inoltre, spiega perché il viso della Sfinge appare più piccolo rispetto al corpo: il monolito era deteriorato e non risucivano a modellarlo adeguatamente. Per proseguire nell’opera, aggiunsero massi al corpo.

Tempo fa il momumento ha subito un crollo piuttoso grave, a seguito del quale fu restaurata con precisione maniacale e riportata agli antichi splendori.



Il collegamento con la piramide era garantito da un foro che, altrettanto simbolicamente, doveva favorire l’uscita dell’anima del Faraone per poter salire a bordo delle navi.


Il legno è estremamente danneggiato, praticamente sbriciolato. Viene via via riportato ad un grado di consistenza accettabile grazie ad un lavoro lunghissimo e all’utilizzo di materiali innovativi.
La puntata di Freedom – Oltre il confine finisce qui.




