Dall’11 settembre su RaiPlay, torna la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone. Ci guida ancora una volta negli abissi più oscuri della psiche umana. Lo fa con la nuova stagione di “Nella mente di Narciso 2”. Questa produzione di Rai Conteni Digitali e Transmediali si addentra in un mondo complesso. Analizza il pericoloso mondo del narcisismo patologico e le sue conseguenze. Verranno analizzati alcuni dei più noti casi di cronaca nera in Italia. Questi casi hanno profondamente scosso l’opinione pubblica negli ultimi anni. Sarà un viaggio disturbante ma fondamentale per capire e difendersi. È concepito non solo per raccontare, ma per fornire strumenti di difesa. Strumenti contro le trappole della manipolazione affettiva e psicologica.
Nella mente di Narciso 2: un manuale per riconoscere e difendersi dal pericolo
La seconda stagione di Nella mente di Narciso si propone come un manuale. Un manuale d’istruzioni per decodificare e allontanarsi da individui potenzialmente molto pericolosi. L’obiettivo, come spiega il direttore Marcello Ciannamea, è capitalizzare il successo precedente. Si vuole educare un pubblico sempre più vasto e consapevole. “In questa seconda edizione, la profiler si concentra sulle migliori strategie investigative. Questo attraverso nuovi e scioccanti fatti di cronaca nera italiana”.
L’esperta descriverà le più comuni tipologie di manipolatori maligni e pericolosi. Decodificherà comportamenti ambigui che possono mettere a rischio la vita stessa. Comportamenti che anche e soprattutto il nostro giovane pubblico deve saper riconoscere. È la stessa Roberta Bruzzone a sottolineare la missione del progetto. “Vogliamo portare lo spettatore in un viaggio disturbante ma necessario. Un viaggio dentro le crepe della coscienza di chi ama solo sé stesso“. “E distrugge chiunque osi metterlo in discussione“. “Quelle che per molti sono solo ‘relazioni sbagliate’ sono in realtà trappole psicologiche. In queste trappole si consuma l’annientamento dell’altro“.
I casi che hanno sconvolto l’Italia sotto la lente della criminologa
La seconda stagione di Nella mente di Narciso accende i riflettori su storie tragiche. Storie che hanno dominato le cronache, analizzate con grande attenzione. Saranno viste attraverso la lente del narcisismo patologico e della manipolazione. La serie, composta da dieci puntate da 30 minuti, si apre con due casi. Due casi di enorme impatto mediatico ed emotivo per il pubblico. Il primo è l’omicidio di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa veneta. È stata uccisa con settantacinque coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta.
Lui non accettava la fine della loro relazione, mostrando un possesso mortale. Un femminicidio che ha scosso le coscienze di tutto il Paese. Si prosegue con il caso di Lorys Stival, il bambino di otto anni. Fu strangolato a Santa Croce Camerina dalla madre, Veronica Panarello. La donna è stata condannata a trent’anni per omicidio e occultamento di cadavere. Dal 18 settembre, la serie esplorerà altri casi altrettanto complessi e dolorosi. Ci sarà l’omicidio di Lavinia Ailoaiei per mano di Andrea Pizzocolo.
E il duplice omicidio di Daniele De Santis ed Eleonora Manta. Questo fu compiuto da Antonio De Marco, in un atto di pura follia. Si concluderà con uno speciale dedicato al caso di Arianna Flagiello e Mario Perrotta.
Nella mente di Narciso 2: un progetto di prevenzione e consapevolezza
Nella mente di Narciso va oltre il semplice racconto del fatto di cronaca. Si trasforma in un potente strumento di divulgazione e di prevenzione. La regia di Serena Pasquali Lasagni e la produzione confezionano un prodotto importante. Un prodotto che non indulge mai nel voyeurismo, ma mira a creare consapevolezza. Analizzando le dinamiche tossiche, le “red flags” e i meccanismi psicologici, si offre una luce.
Una luce per orientarsi nel buio delle relazioni più pericolose. L’analisi esperta di Roberta Bruzzone non si limita a spiegare il “come”. Non spiega solo il “perché” di questi crimini efferati e dolorosi. Fornisce al pubblico le chiavi di lettura per riconoscere i segnali. I segnali di un rapporto abusivo, offrendo una via d’uscita. Una via d’uscita prima che sia troppo tardi per intervenire. Questo è un progetto di servizio pubblico in chiave moderna e attuale. Usa la televisione digitale per parlare a tutti, ma soprattutto ai più vulnerabili.