Il cinema italiano piange: è morto Mauro Di Francesco, uno dei volti più amati e riconoscibili della commedia degli anni ’80. L’attore si è spento il 25 ottobre 2025 a Roma, all’età di 74 anni, dopo un periodo di ricovero durato circa un mese per complicazioni legate a una lunga malattia. Una decina di anni fa aveva subito un trapianto di fegato che gli aveva permesso di continuare a vivere, ma le sue condizioni di salute si erano aggravate di recente. In linea con il desiderio della famiglia, i funerali si terranno lunedì 27 ottobre in forma strettamente privata.
Morto Mauro Di Francesco: una carriera lunga 60 anni
Nato a Milano il 17 maggio 1951, Mauro Di Francesco sembrava destinato al palcoscenico. Figlio di una sarta teatrale e di un organizzatore di spettacoli, amico di grandi come Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, crebbe letteralmente tra le quinte dei teatri. Il suo talento precoce lo portò a debuttare a soli 5 anni accanto al Mago Zurlì. La sua formazione artistica prese una piega decisiva a 15 anni, quando il maestro Giorgio Strehler lo ammise nella sua prestigiosa compagnia al Piccolo Teatro di Milano, un’esperienza che Di Francesco ricorderà sempre con orgoglio. Poco dopo, a 17 anni, il suo volto divenne noto al grande pubblico grazie allo sceneggiato Rai La freccia nera.
Anni ’70: Cabaret e la fucina del Derby Club
Negli anni Settanta, Di Francesco divenne uno dei protagonisti indiscussi del cabaret milanese, in particolare del mitico Derby Club. In quel periodo, entrò a far parte del Gruppo Repellente, un laboratorio comico visionario ideato da Enzo Jannacci e Beppe Viola. Insieme a futuri giganti della comicità come Diego Abatantuono, Massimo Boldi e Giorgio Faletti, contribuì a creare uno stile di umorismo surreale e irriverente che avrebbe definito la comicità italiana del decennio successivo.
Anni ’80: Il successo cinematografico e i film cult
Fu negli anni Ottanta che Mauro Di Francesco, affettuosamente soprannominato “Maurino”, raggiunse l’apice della sua popolarità, diventando una presenza fissa nelle commedie che hanno segnato un’epoca. Spesso diretto da registi come Carlo Vanzina, si specializzò nel ruolo del giovane milanese simpatico e un po’ impacciato, l’amico fedele o lo sfortunato in amore. Tra i suoi film più celebri, che hanno accompagnato intere generazioni, si ricordano:
- I fichissimi (1981)
- Attila – Flagello di Dio (1982)
- Il ras del quartiere (1983)
- Sapore di mare 2 – Un anno dopo (1983)
- Yesterday – Vacanze al mare (1985)
- Ferragosto OK (1986)
- Italiani a Rio (1987)
- Abbronzatissimi (1991) e Abbronzatissimi 2 (1993)
Indimenticabile, in particolare, la sua interpretazione in Sapore di mare 2, dove la scena in cui, dopo essere stato lasciato, guarda il mare e grida la battuta: “Alina, sei andata via? E chi se ne frega!”, è diventata un vero e proprio cult generazionale, simbolo di un cinema leggero ma capace di toccare corde malinconiche.
Anni ’90–2000: Presenze televisive e il legame con gli amici
Anche nei decenni successivi, Di Francesco continuò a lavorare nel mondo dello spettacolo, seppur con minore frequenza. Le sue apparizioni in film e fiction televisive erano spesso ruoli comici o nostalgici, come nel caso di Eccezzziunale veramente – Capitolo secondo… me (2006), dove ritrovò l’amico di sempre Diego Abatantuono. Il suo ultimo ruolo cinematografico risale al 2019 nel film Odissea nell’ospizio, diretto da un altro grande amico, Jerry Calà.
Vita privata
Negli anni d’oro della sua carriera, sul set di Sapore di mare 2, Di Francesco visse un’importante storia d’amore con l’attrice francese Pascale Reynaud, che nel film interpretava proprio Alina. La loro relazione, durata dal 1983 al 1985, portò alla nascita del figlio Daniel Di Francesco, oggi una persona riservata e lontana dal mondo dello spettacolo. Nel 1997, l’attore si sposò con Antonella Palma di Fratianni.
Morto Mauro Di Francesco: il ricordo
“Maurino”, come lo chiamavano tutti, ha rappresentato un’epoca di comicità spensierata e popolare. Con il suo volto bonario, la voce inconfondibilmente roca e quel sorriso spesso velato di malinconia, è entrato nelle case e nel cuore di milioni di italiani. La sua scomparsa non lascia solo un vuoto nel mondo dello spettacolo, ma porta via con sé un pezzo della memoria collettiva del cinema italiano, quello capace di far ridere con gentilezza e semplicità.