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Samsara,film documentario dal fascino inesauribile

Il viaggio ricomincia. Ron Fricke, dopo aver diretto la fotografia in Koyaanisqatsi, il primo film della trilogia, e dopo Baraka, mostra i frutti maturi della pluriennale collaborazione con Reggio, con quello che è forse uno dei capolavori cinematografici dell’anno. Lui stesso ha detto: «Sento che il mio lavoro si è evoluto attraverso Koyaanisqatsi, Chronos e Baraka. Sia tecnicamente che filosoficamente ero pronto ad approfondire sempre di più quello che per me è il tema più importante: la relazione umana con l’eterno».
In effetti trent’anni dopo Koyaanisqatsi alcune cose sono cambiate. A partire dalla velocità della corsa verso il consumismo, l’automazione, l’alienazione, sembra voler dire Fricke. E poi nel frattempo ci sono state varie altre moltiplicazioni: nel 2000 il pianeta ospitava 10 volte gli abitanti di 300 anni prima. Spazio alle immagini. Si inizia con tre danzatrici Legong balinesi, di seguito vediamo una coltre di fumo da un vulcano e poi lo sguardo della maschera funeraria d’oro di Tutankhamon. Dopo queste immagini compare il titolo e cominciamo a contemplare le riprese aeree di una miriade di posti meravigliosi: Pagan in Burma, Kaaba a la Mecca, la Monument Valley in Arizona, alcune zone dell’India. Il crescendo si sposta lentamente dai Mandala dei templi a un gruppo shaolin di kung fu fino ai carrelli di un affollato Walmart, e progressivamente, inesorabilmente, ad una enumerazione delle aberrazioni odierne dell’uomo, ad esempio quelle del consumismo e della sovrappopolazione: dagli allevamenti intensivi di mucche da latte si va a fare capolino in un locale giapponese di lap dance, con ragazze seminude munite di targhette numerate sugli slip.
Capita di vedere bambole di lattice e sex toys, polli brutalmente macellati, volti di persone sfigurate dalla guerra, chirurghi pronti ad eseguire clampaggi gastrici. Tutto quasi ovvio, qualcuno potrebbe dire. Le inquietanti sequenze dall’incredibile impatto visivo conoscono sosta solo un paio di volte, ad esempio quando ci si sofferma sulla tenerezza di un bacio o di un abbraccio. Per il resto lo sguardo impietoso sulle precarie e assurde realizzazioni dell’umanità di oggi diventa sempre più frenetico, ed il tutto è sottolineato dalla colonna sonora mozzafiato di Michael Stearns. La cinematografia è straordinaria: Fricke affascina con i time lapses, con la scelta della luce negli scatti dove la messa a fuoco gioca con l’esigua profondità di campo, con un assemblaggio millimetrico tra colonna sonora ed immagini, con virtuosismi documentaristici d’altissimo livello. La cura nei dettagli e nella scelta delle espressioni ogni qual volta l’inquadratura cade sugli occhi dei soggetti trama l’intero documentario, che così ci guarda in un certo senso mentre lo guardiamo. In fondo siamo noi i protagonisti di quest’opera.
La sala Giometti di Riccione ospitava gli stupendi dettagli quattro volte superiori rispetto ai quelli offerti dai TV HD (con la nuova tecnologia 4K a ultra alta definizione di Sony). Samsara, bisogna ammetterlo, è un esempio perfetto dell’eccezionale livello di dettaglio, chiarezza ed impatto espressivo offerto dalla proiezione 4K al pubblico cinematografico. La realizzazione ha richiesto circa cinque anni, le riprese di Samsara sono state effettuate in più di 100 location in 26 paesi diversi. E l’editing è stato fatto, di dice, durante o dopo lunghe sedute di meditazione in silenzio. Ed è durato circa un anno. Forse proprio a sottolineare che se il ciclo di vita, morte e rinascita è oggi drammaticamente accelerato, inafferrabile, qualcuno deve sforzarsi di fermarsi a guardare l’insustanziale, e contemplare ancora una volta il samsara, ma da una prospettiva diversa. Il poema ecologico cominciato da Reggio, intessuto sul contrasto tra il tempo sinuoso e lento della natura — con il quale le culture primarie si conciliano — e quello frenetico della civiltà occidentale, pur con un sacrale rispetto per il naturale fluire delle cose, continua…
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Il Borgo dei Borghi 2021 ecco come si elegge su RaiPlay

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E’ tempo di eleggere il Borgo dei Borghi 2021. La sfida tra i Borghi più belli d’Italia questa volta presenta delle novità. Il programma di Rai 3 ha permesso ai telespettatori di scoprire posti bellissimi, divenuti mete turistiche tanto frequentate quanto quelle più tradizionali.
Il Borgo dei Borghi 2021
Con l’edizione 2021, Il Borgo dei Borghi è giunto alla sua ottava edizione. La prima serata della nuova stagione è in onda domenica 4 aprile, condotta da Camila Raznovich. La padrona di casa ha gestito la manifestazione anche in passato. Ci sono a sfidarsi 20 Borghi, uno per regione. E nella votazione è coinvolta la piattaforma RaiPlay.
Come si vota su RaiPlay
Si potrà esprimere, infatti, il proprio voto sul sito Rai: www.rai.it/borgodeiborghi. Gli utenti non ancora registrati per votare dovranno creare una utenza Raiplay indicando username, password ed indirizzo e-mail. Si vota da domenica 7 marzo alle 17.00 fino a domenica 21 marzo alle 23.59, e solo votando si potrà portare alla vittoria il proprio borgo preferito.
Si può votare una volta al giorno e si può esprimere una sola preferenza.
La giuria di esperti è composta da Rosanna Marziale, chef stellata e divulgatrice enogastronomia, Mario Tozzi, geologo e primo ricercatore del Cnr e Jacopo Veneziani, storico dell’arte e dottorando alla Sorbona di Parigi.
I Borghi in gara
Ecco i venti piccoli centri che si contendono il titolo di migliore borgo d’Italia nel 2021. Accanto ad ognuno la Regione di appartenenza.
Issime (Valle d’Aosta- Aosta)
Cocconato (Piemonte-Asti)
Finalborgo (Liguria – Savona)
Pomponesco (Lombardia – Mantova)
Borgo Valsugana (Trentino Alto Adige – Trento)
Malcesine (Veneto – Verona)
Poffabro (Friuli Venezia Giulia – Pordenone)
San Giovanni in Marignano (Emilia Romagna – Rimini)
Buonconvento (Toscana – Siena)
Corciano (Umbria – Perugia)
Grottammare (Marche – Ascoli Piceno)
Pico (Lazio – Frosinone)
Campli (Abruzzo – Teramo)
Trivento (Molise – Campobasso)
Albori (Campania – Salerno)
Valsinni (Basilicata – Matera)
Tropea (Calabria – Vibo Valentia)
Pietramontecorvino (Puglia – Foggia)
Geraci Siculo (Sicilia – Palermo)
Baunei (Sardegna – Nuoro).
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Le Storie di Melaverde 7 marzo, Raspelli torna nel Veronese per l’olio

Domenica 7 marzo dalle 11.00 su Canale 5 vanno in onda Le Storie di Melaverde. I telespettatori rivedono Edoardo Raspelli che torna nel Veronese, in particolare a Nesente, per parlare al pubblico degli oli prodotti dalla famiglia Salvagno.
Le Storie di Melaverde 7 marzo, Raspelli torna nel Veronese
Domenica 7 marzo dalle 11.00 su Canale 5, tornano, come di consueto, Le Storie di Melaverde, programma che precede Melaverde.
Edoardo Raspelli domenica si reca di nuovo nella campagna veronese, in Valpantena ,un lembo di terra a pochi chilometri dal lago di Garda che si sviluppa alle pendici dei monti Lessini. Il nome Valpantena, valle di tutti gli dei, deriva dal panteon costruito all’imbocco della valle che ne evidenziava la particolare vocazione agricola fin dai tempi antichi. Le sue caratteristiche sono tali da differenziarla dalle vicine vallate della Valpolicella.
Le olive autoctone tradizionali
Grazie al suo microclima la Valpantena accoglie da sempre i grandi vini veronesi. Ma accanto alle vigne nei secoli sono cresciute due varietà di olive autoctone. Che, grazie al loro olio tradizionale hanno dato il via ad una vera e propria tradizione di olivicoltura.
Ne sa qualcosa la famiglia Salvagno che a Nesente da sei generazione coltiva e lavora le olive di queste varietà nel suo antico frantoio, producendo un olio extravergine dai profumi e sapori importanti.
Edoardo Raspelli parte dagli uliveti dove i telespettatori potranno seguire le diverse tecniche di raccolta. Il critico gastronomico, poi, entra nel frantoio storico che ancora oggi muove le molazze del 1923. Per poi scoprire le tecniche moderne di spremitura dove la tecnologia favorisce la qualità.
Ma quali sono le caratteristiche di questo olio veronese? Una ve la anticipiamo noi. La provincia di Verona è la zona più a nord del mondo dove è possibile coltivare l’ulivo per la produzione di olio d’oliva. Esistono due zone di produzione certificate con la D.O.P.: Garda-Orientale e Veneto-Valpolicella.
Tutte le altre le fa scoprire oggi Raspelli che svela anche come gustarlo in cucina in una Storia di Melaverde dedicata all’oro verde della dieta del Tricolore.
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Sanremo 2021 scaletta serata finale 6 marzo: L’annuncio del vincitore del Festival

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Ecco la scaletta della serata finale di Sanremo 2021 in onda sabato 6 marzo su Rai 1.
Nel quinto ed ultimo appuntamento del Festival, Amadeus è affiancato dalla giornalista Giovanna Botteri. Doveva essere presente anche Simona Ventura che ha dovuto rinunciare a Sanremo perché è risultata positiva al Covid. Tornano inoltre sul palco dell’Ariston Fiorello e Zlatan Ibrahimovic. Achille Lauro nell’ultimo Quadro interpreta, invece, il suo brano C’est la vie.
Sanremo 2021, serata finale, tutti i Big in gara
Dopo la proclamazione del vincitore delle Nuove Proposte (Gaudiano- Polvere da sparo), l’ultima serata del Festival è dedicata esclusivamente ai Big. Questa sera infatti i telespettatori riascoltano per l’ultima volta tutte le canzoni in gara. Ecco i protagonisti nella quinta serata:
- Aiello- Ora
- Arisa- Potevi fare di più
- Annalisa- Dieci
- Colapasce & Dimartino-Musica leggerissima
- Coma_Cose- Fiamme negli occhi
- Fasma- Parlami
- Francesca Michielin & Fedez- Chiamami per nome
- Francesco Renga- Quando trovo te
- Ghemon- Momento perfetto
- Irama- La genesi del tuo colore
- Madame- Voce
- Maneskin- Zitti e buoni
- Max Gazzè e La Trifluoperazina Monstery Band-Il farmacista
- Bugo-E invece sì
- Ermal Meta-Un milione di cose da dirti
- Extraliscio feat. Davide Toffolo –Bianca luce nera
- Fulminacci- Santa Marinella
- Gaia- Cuore amaro
- Gio Evan- Arnica
- La Rappresentante di Lista- Amare
- Lo Stato Sociale- Combat Pop
- Malika Ayane- Ti piaci così
- Noemi- Glicine
- Orietta Berti- Quando ti sei innamorato
- Random- Torno a te
- Willie Peyote- Mai dire mai (La locura)
Gli ospiti della quinta serata
Sono previsti molti ospiti nell’ultimo appuntamento di Sanremo 2021. Ornella Vanoni e Francesco Gabbani duettano in Un sorriso dentro al pianto, brano di cui il cantautore carrarese ha firmato testo e msuica. Sono presenti anche Umberto Tozzi, Michele Zarrillo, Riccardo Fogli, che ripropongono i loro successi. Prevista anche la partecipazione di Paolo Vallesi, vincitore della seconda edizione di Ora o mai più. Ma anche degli Urban Theory e del produttore e compositore Dardust.
Amadeus accoglie inoltre l’attrice Serena Rossi (Mina Settembre) e Tecla Insolia che presenta il film TV dedicato a Nada di cui è protagonista. Ha per titolo La bambina che non voleva cantare e andrà in onda mercoledì 10 marzo.
A rappresentanza del mondo dello sport, salgono sul palco dell’Ariston Alberto Tomba e Federica Pellegrini. I due sportivi chiedono al pubblico di aiutarli a scegliere il Logo per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Apre il Festival la Banda della Marina Militare.
Sanremo 2021 scaletta 6 marzo, il metodo di votazione
Nella quinta ed ultima serata di Sanremo 2021,infine, spetta al pubblico da casa esprimere le proprie preferenze attraverso il televoto. I loro voti vanno a sommarsi con quelli della Giuria Demoscopica, dell’Orchestra e della Sala Stampa che hanno votato nelle serate precedenti. Attualmente al primo posto della classifica generale c’é Ermal Meta con Un milione di cose da dirti. Seguono Willie Peyote con Mai dire mai (la locura) ed, infine, Arisa con Potevi fare di più. Ultimo posto invece per Aiello con Ora.
Una volta ottenuti i 3 Big che hanno riscosso maggiore gradimento, saranno le tre giurie (Demoscopica, Orchestra, Stampa) a decretare il vincitore della 71° edizione del Festival di Sanremo.
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