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Aprile 2017, provocazione e trash i due nuovi trend della tv
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Da “Ballando con le stelle” a “I fatti vostri”, passando per “Amici” e “Domenica Live”: il racconto televisivo, che sia in prima serata o a mezzogiorno, durante la settimana o nel weekend poco importa, si è arricchito di un nuovo elemento narrativo. E’ la provocazione, infatti, lo stratagemma utilizzato dai vari padroni di casa per tenere incollato lo spettatore allo schermo.
La sobria Milly Carlucci, al timone da dodici edizioni a “Ballando con le stelle”, rimane inerme davanti alle continue discussioni fra la giuria e i ballerini in gara. Un arbitro senza fischietto e cartellini che assiste, da esterna, ai vari dibattiti in studio, ultimo dei quali quello fra Selvaggia Lucarelli e Alba Parietti. Un capovolgimento di ruoli in cui la Carlucci diventa telespettatrice di uno spettacolo volgare e non consono alla linea editoriale del servizio pubblico.
Nel sabato di Canale 5, invece, Maria De Filippi ha dovuto fare i conti con un suo “fallimento” e con le continue ingiurie da parte di Morgan, direttore artistico della squadra bianca, silurato, non senza dispiaceri, e sostituito da Emma. L’ex giudice di X Factor non ha capito i meccanismi e le caratteristiche del programma, creando un’immagine di sé spocchiosa, sofisticata e presuntuosa.
Nella domenica pomeriggio di Mediaset, Barbara D’Urso persevera nelle liti al di sopra delle righe con gli ospiti che, di volta in volta, convoca a sé, mentre stupisce che, mamma Rai, abbia permesso a Giancarlo Magalli e Adriana Volpe, conduttori de “I fatti vostri”, di scrivere una delle pagine più brutte del programma, a suon di accuse e insulti, dentro e fuori dalla trasmissione. Lei gli ricorda l’età, lui le dà della raccomandata: la frittata è fatta e i social ringraziano.
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Chi invece è andata sbandierando gli ottimi ascolti registrati per la puntata finale è certamente “L’Isola dei famosi”, vinta, per la cronaca, da Raz Degan. Una delle edizioni più chiacchierate e discusse della storia che ha visto la rinascita dell’attore e regista israeliano, coinvolto, suo malgrado, nel gossip asfissiante per un presunto ritorno di fiamma con la sua ex Paola Barale. L‘Isola dei famosi ha rispolverato Vladimir Luxuria nel ruolo di opinionista, fedele compagno di viaggio di Alessia Marcuzzi, e ha dato nuova linfa televisiva a Stefano Bettarini, uscito malconcio dalla prima stagione del “Grande Fratello Vip”.
Da contorno ci sono stati i concorrenti, che hanno catturato le attenzioni del pubblico per le loro liti e liaison d’amore, condite, come sempre, da linguaggi e immagini VM18. C’è stato invece un crescendo di consensi per la seconda stagione di “Emigratis”, con Pio e Amedeo. Un programma all’insegna dell’ignoranza e delle cattive maniere che, per la puntata finale, ha conquistato la prima serata di Italia1. Se la redazione del programma avesse eliminato i momenti trash dal day time o dalla diretta, l’Isola dei famosi avrebbe chiuso i battenti già alla prima puntata. Il rispetto per lo spettatore a casa dovrebbe essere il fil rouge che lega tutte le piattaforme televisive, da Rai a Mediaset, senza alcuna distinzione.
L’ultima stagione televisiva è stata quella che, forse, ancor più delle precedenti, ne ha mostrato i molti segni di stanchezza.
Inaugurata a settembre con Politics-Tutto è politica, che nelle intenzioni avrebbe dovuto rinnovare il genere, si è invece conclusa non solo con la chiusura dello stesso Politics, ma anche de La Gabbia Open e L’Arena. Dopo mesi di confronti serrati, spesso litigi, sono caduti sul campo Gianluca Semprini, Gianluigi Paragone e Massimo Giletti: nessuno di loro tornerà alla conduzione dei propri programmi.
Una moria trasversale alle reti, alle declinazioni del genere, e persino ai risultati d’audience. A tal proposito infatti, va sottolineato che se lo share di Politics e La Gabbia languivano, quello de L’Arena insidiava e teneva testa alla domenica di Barbara D’Urso.
Negli anni i talk show si sono moltiplicati, spaziando attraverso politica, cronaca, attualità, intrattenimento. Grazie ai loro costi bassi sono state coperte prime e seconde serate, pensati i palinsesti: politici e ospiti in promozione, in studio senza compenso, hanno consentito di realizzare prodotti televisivi a budget ridotto. Ne è conseguita una pluralità di programmi presidiati a turno dagli stessi esponenti politici, opinionisti, giornalisti.
La stagione 2016-2017 ha inoltre segnato, definitivamente, il consolidamento di un nuovo trend. I segnali si erano già avuti in precedenza, ma è nei mesi scorsi che è divenuto realtà effettiva: si tratta dell’arrivo dell’intrattenimento nei talk politici. Perché se è vero che per le reti è conveniente produrli, è altrettanto vero che i risultati elettorali dimostrano quanto la contemporaneità sia caratterizzata da una forte sfiducia nei confronti dei nostri rappresentanti.
In un periodo in cui i partiti, o meglio la politica in generale, hanno perso credibilità, non si può certo contare sul loro appeal per tenere i telespettatori incollati davanti allo schermo. Per ovviare al problema perciò, si è cercato di puntare sui personaggi dello spettacolo: invitandoli a dare la propria opinione, oppure riservando loro un apposito segmento per sponsorizzare i lavori in uscita.
Matrix ha persino affidato una serata a Piero Chiambretti, che si è alternato a Nicola Porro. E Bianca Berlinguer con #Cartabianca ha ottenuto il picco di ascolti con Flavio Insinna, quando il volto di Rai 1 è arrivato nello studio di Rai 3 per difendere la propria immagine dagli attacchi di Striscia la notizia. Un dato indicativo, questo.
Data la loro convenienza economica, i talk show torneranno anche nella stagione al via a settembre. Inflazionati, ne sarebbe opportuno un ripensamento: la ridefinizione dovrebbe interessare sia i contenuti che il format, per evitare l’impressione di programmi uno fotocopia dell’altro.
In questo senso va citato come virtuoso l’esempio di Nemo-Nessuno escluso. Nato come programma di approfondimento, Nemo è riuscito gradualmente a conquistare telespettatori e guadagnarsi la riconferma: pur non essendolo in senso classico, gli autori vi hanno inserito alcuni elementi del talk, grazie alla presenza di ospiti e interventi mirati.
Di certo la soluzione non può essere quella attuale, che consiste nel prolungamento a notte inoltrata per racimolare briciole di share.
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