Storia di un’amicizia annunciata. Anzi di “un sogno avverato” quello che Dario fan, imitatore giovanissimo e pittore in erba aveva perseguito nei confronti del cantautore romagnolo rendendolo protagonista e soggetto di mille ritratti e altrettante rappresentazioni.
Fino all’incontro fatidico vent’anni dopo con Lucio, sostenitore del successo di Dario come pittore. La band diretta dal Maestro Stefano Cenci, un leggio e un angolo di camerino tappezzato dalle immagini di Dalla hanno fatto da scenario alle minuziose pagine di diario narrate da Ballantini al folto pubblico in sala.
“La musica di Dalla è stata la colonna sonora della mia vita” – ha esordito l’autore livornese mentre cantava con la voce sorprendentemente fedele all’originale e trasformandosi ‘dal vivo’ in Dalla -. “Mettevo gli schizzi di Dalla dappertutto nelle pagine dei quaderni, sulle copertine dei libri e cercavo di condividere questa passione con i miei compagni del liceo artistico”.
Tra un brano e l’altro sul protettore scorrevano le decine di foto tratte dai suoi disegni. Una passione che ha premiato la sua tenacia: “Sarà che la vita crolla di fronte all’insistenza” ha detto l’inviato molto speciale di Striscia.
E il crollo ci fu nel 2009 durante la mostra alla Triennale Bovisa di Milano in cui Lucio cantò per un’ora mentre Dario dipingeva. E quel commento del cantautore che ha spedito Ballantini nel limbo della notorietà è stato riproposto anche ieri sera: “Lo ricordo come fosse oggi” – ha detto Ballantini tradendo attimi di commozione – ‘l’opera pittorica di Dario è una cosa seria. Magari lui no, ma tutto quello che fa a livello artistico è assolutamente serio e positivo’.
Una dichiarazione a lungo sognata e meritata, sostenuta certo da iniziative folli come “quando ho dilapidato il patrimonio per farmi conoscere tappezzando di manifesti tutta Bologna” ha raccontato Dario tra l’ilarità generale. E poi l’arrivo del numero di cellulare e quella risposta immediata di Dalla agli auguri di nuovo anno di Ballantini: “Certo difficile fare gli auguri a uno che aveva scritto ‘l’anno che verrà’.
E tra il racconto di Dario e le sue imitazioni di Dalla il confine a un certo punto sembrava azzerato. A sostenerlo gli applausi di un pubblico caloroso rapito dalla suggestiva atmosfera e le rose rosse lasciate da alcune signore sul palco che ormai ospitava magia pura.
“Niente succede per caso” – ha commentato il Maestro Cenci -. “Volevamo dipingere questo spettacolo con artisti che come Ballantini hanno i colori nelle mani”. Sullo schermo l’immagine a colori di Dalla prendeva forma dagli schizzi in bianco e nero di Ballantini mentre lo riproponeva imitandolo nelle note toccanti di Caruso: “Ma sì, è la vita che finisce, ma lui non ci pensò poi tanto, anzi si sentiva felice e ricominciò il suo canto…”.
Qui la nostra intervista esclusiva a Dario Ballantini.
Antonio
Condivido il senso della magia espresso sullo spettacolo.
Personalmente ho vissuto una favola. La storia di Ballantini che si intreccia con quella di un Dalla che lo benedice a ragione.
Bella la scelta delle parole di Caruso per chiudere l’articolo e lo spettacolo.