L’Isola dei Famosi ed il Grande Fratello, ma anche The Couple e La Talpa. Da svariato tempo, i reality show italiani sembrano essere in difficoltà, sia dal punto di vista dei contenuti che da quello degli ascolti, al punto da parlare di vera e propria crisi per il genere. Negli ultimi tempi, però, due titoli hanno invertito questa tendenza: Money Road e The Traitors.
Crisi reality show, le difficoltà della generalista
La crisi del reality show, innegabile osservando i dati, non interessa in maniera indiscriminata qualsiasi programma, ma si concentra soprattutto sulle trasmissioni in onda sulle reti generaliste.
Impossibile non citare, come esempio, il Grande Fratello, caduto in un trend negativo dal quale non sembra riuscire a risalire, con dinamiche che hanno difficoltà ad emergere (se non nelle ultimissime settimane) e gli ascolti decisamente bassi, con una media inferiore ai 2 milioni di spettatori con il 15% di share.
Ancora peggio ha fatto L’Isola dei Famosi. La diciannovesima edizione, in onda fino a luglio, ha tenuto compagnia ad un milione ed 829 mila persone con il 15,68% di share, risultando la meno vista di sempre.
Ma l’elenco dei reality show in crisi è lungo. Lo scorso autunno, Canale 5 ha puntato sul ritorno de La Talpa con Diletta Leotta, che invece ha chiuso i battenti, dopo appena un mese, con il 12,4% di share. Come dimenticare, poi, The Couple? La trasmissione di Ilary Blasi, brutta copia del già sbiadito GF, ha chiuso dopo quattro puntate senza che si svolgesse una finale, dopo che l’appuntamento del 4 maggio aveva fatto registrare un disastroso 7,65% di share.
Crisi reality show, Money Road e The Traitors dimostrano che c’è ancora speranza per il genere
Le esperienze appena citate, inevitabilmente, hanno portato a dubitare sull’effettiva bontà del genere reality show, innovativo e rivoluzionario in un primo momento, ma che ora sembra dare dei segnali di stanchezza. Negli ultimi mesi, però, Sky e Prime Video, pay tv che tendono a sperimentare maggiormente perché svincolate dalla logica degli ascolti che spesso attanaglia le reti generaliste, hanno lanciato due reality show che si sono dimostrati essere dei successi.
Il primo è Money Road, innovativo format nel quale dodici concorrenti, per vincere un montepremi comune, hanno dovuto attraversare la giungla della Malesia ed affrontato le tentazioni ideate dal conduttore Fabio Caressa. Le puntate, fra Sky Uno e TV8, hanno intrattenuto, di media, più di 600 mila spettatori, con una Total Audience che, nell’arco della settimana grazie alle fruizioni streaming, ha superato il milione e mezzo di spettatori. Ma soprattutto, la trasmissione ha finalmente dimostrato che è ancora possibile realizzare dei reality diversi da quelli che solitamente sono proposti.
Il secondo esperimento riuscito è The Traitors con Alessia Marcuzzi ed una serie di concorrenti vip. Impossibile conoscere i dati streaming, ma ancora una volta l’innovativa idea dalla quale ha preso il via il reality ha convinto pubblico e critica.
La sovraesposizione e le idee che scarseggiano
The Traitors e Money Road dimostrano che il genere del reality show non è morto, ma che per funzionare necessita di idee e qualità. D’altronde, sulle generaliste alcuni dei format più celebri, su tutti il GF, sono stati spremuti eccessivamente, con due dirette alla settimana ed edizioni che duravano mesi, generando dinamiche sempre uguali e stancando il pubblico.
Un altro motivo della crisi dei reality nelle reti generaliste è dovuto alle idee che scarseggiano. Ogni nuova edizione è presentata come rivoluzionaria o, peggio, si parla di un ritorno al passato, ma puntualmente, poche settimane dopo, si ricade nelle medesime dinamiche di sempre. Money Road e The Traitors, a tal proposito, dovrebbero essere utilizzati come esempio, perché dimostrano che i reality funzionano, a prescindere dalla partecipazione di vip o meno, ma ad una condizione: che ci siano delle idee interessanti alla base, e non tanto per riempire degli slot nei palinsesti.

