Il sesto appuntamento con il serale di Amici 13 (Canale 5) va in onda eccezionalmente di domenica. Al termine della puntata ecco i nostri giudizi sulle esibizioni canore.
Come al solito, il pomeriggio festivo di Mara Venier su Rai1 è stato un susseguirsi di ospiti. Inoltre, durante la puntata di Domenica In è stato riservato uno spazio in omaggio a Gabriella Ferri. Infine, dopo le dichiarazioni di Don Mazzi, la conduttrice si è scusata personalmente nei confronti del Cardinal Bertone che ha inviato una rettifica.
Dopo gli scenari inquietanti che hanno preceduto la partita Fiorentina-Napoli, la puntata di oggi de L’Arena non poteva che essere dedicata ai fatti di ieri.
Partirà martedì in seconda serata Nemico Pubblico, il nuovo programma di Rai Tre. In attesa del debutto, abbiamo intervistato il protagonista Giorgio Montanini.
Comico marchigiano già visto ad Aggratis, Montanini proporrà uno show di stand up comedy e candid sociali, un format decisamente nuovo per la tv italiana. Un programma che, già dal titolo, manifesta chiaramente le proprie intenzioni: non piacere a tutti.
Ci parli di Nemico Pubblico: cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova trasmissione di Rai Tre?
Nemico Pubblico è una trasmissione molto ambiziosa, perché si propone di portare per la prima volta, veramente, la stand up comedy in Italia. Per chi non lo sapesse, è quel genere di comicità dallo stile anglosassone in cui un comico sale su un palco con un microfono e nient’altro, solo la forza e l’efficacia della parola. Non si bada tanto alla forma quanto alla sostanza: i contenuti diventano centrali e non c’è bisogno di tormentoni e luoghi comuni. All’interno del programma inoltre, ci saranno anche delle candid camera con me protagonista.
Come mai per un programma «ambizioso» e innovativo avete scelto proprio le candid? In realtà rappresentano un linguaggio molto usato in tv: solo citando gli esempi più recenti, abbiamo Giass, Vecchi Bastardi e i servizi di Angelo Duro per Le Iene
Veramente, quando abbiamo pensato alla candid, non avevamo idea che Ricci l’avrebbe utilizzata in Giass.
Le candid di Nemico Pubblico comunque avranno una declinazione molto diversa: le abbiamo definite “sociali”, non perché abbiano un valore sociologico, ma perché le persone non si troveranno in classiche situazioni da candid. Saranno invece davanti a provocazioni emotivamente molto forti su tematiche quali il razzismo, la violenza sulle donne, la politica e il sesso.
Il secondo motivo per cui abbiamo pensato alla candid è che, ad un linguaggio sconosciuto come quello della stand up, ne serviva uno già conosciuto che mettesse la gente a suo agio.
Nel programma ci sarà dunque una fusione tra due linguaggi apparentemente molto diversi, ma che avranno una forte coerenza narrativa: oltre alla mia faccia infatti, ci sarà una continuità dettata dal tema della puntata
Come pensa che reagiranno i telespettatori?
Io spero che il pubblico impazzisca per questa nuova trasmissione e dica: «Finalmente è arrivato qualcosa di nuovo in Italia!»; se poi non lo farà, amen. Noi ci abbiamo provato, e continueremo a provarci
Nemico Pubblico è un titolo con una spiccata connotazione antagonistica: rispetto a cosa lei si propone come nemico?
Il titolo ha vari significati. Innanzitutto, in una prima accezione, viene considerato nemico pubblico chi si nasconde in mezzo alla gente, non il classico nemico di guerra che, per dire, sta dall’altra parte dell’oceano. E io nelle candid posso sbucare da qualsiasi angolo.
Poi, da un punto di vista satirico, quando metti in evidenza le contraddizioni della società, molti lo trovano liberatorio, mentre altri fastidioso, e quindi ti vedono come nemico.
Infine, invertendo i termini, perché il pubblico è nemico, nel senso che non bisogna accattivarlo cercando di andare incontro ai suoi gusti a tutti i costi. Da questo punto di vista, il pubblico è stato un nemico perché si è cercato sempre di dirgli quello che avrebbe voluto sentirsi dire. In realtà non è così: l’artista esprime il suo punto di vista; se ti piace, bene, lo segui, altrimenti no. Non bisogna cercare il consenso del pubblico in senso lato, ma quello delle persone a cui piaci.
Ai tempi di Aggratis lei e i suoi colleghi lamentavate di non potervi esprimere liberamente perché la Rai ve lo impediva. Avrà lo stesso problema anche ora su Rai Tre?
Io penso che se hanno chiamato me e non Brignano o Siani, un motivo c’è. Nel senso che vogliono comunque qualcosa di diverso, cioè vogliono che ci sia la stand up comedy in Italia, e in questo Vianello è stato lungimirante.
E’ però chiaro che facciamo parte del servizio pubblico, perciò abbiamo un doppio vincolo: non essendo la Rai un editore privato, bisogna rispondere davanti a un consiglio d’amministrazione; in più, essendo Rai Tre una generalista, alcune cose non le puoi dire, e lo trovo anche comprensibile. Ad ogni modo, tutto sommato, non sarò troppo snaturato.
Anche Brignano alle Iene ha fatto dei monologhi più impegnati, come quello sui black bloc, ad esempio.
Ah si, lo ricordo molto bene anch’io: la battuta saliente era «teste di casco».
Sinceramente: io credo che un comico dovrebbe avere un punto di vista interessante. Se sali su un palco come quello delle Iene, che ha un milione di telespettatori, e dici cose che in realtà pensano anche i vecchietti al bar, non stai facendo un buon servizio. Ma non dal punto di vista satirico; proprio dal punto di vista dell’intrattenimento: se devi dire banalità e basarti su luoghi comuni, non ha senso salire su un palco.
In quell’occasione Brignano ha fatto questo; da un punto di vista satirico…beh, non ha fatto proprio satira. Al contrario, è stato reazionario: un artista, tanto più se affermato come lui, non dovrebbe andare alla pancia della gente, ma cercare di portare un punto di vista interessante, non un luogo comune facendolo passare come un atto rivoluzionario.
Giass, Made in Sud, Colorado, Crozza; non trova che la comicità in televisione sia inflazionata?
La quantità non è sinonimo di qualità: se nessuno rimane impresso, un motivo ci sarà. ..comunque sono cose talmente diverse da quelle che faccio io che non mi sento di esprimere un giudizio: Colorado fa una comicità per bambini, c’è persino l’Apetta; Zelig ha un taglio diverso, nazional popolare.
Al momento, sono convinto che nel nostro Paese la comicità stia toccando il livello più basso degli ultimi 40 anni.
Quindi lei mi sta dicendo che dobbiamo aspettare Nemico Pubblico per vedere la comicità vera in tv?
No, assolutamente, io non mi ritengo un portatore sano di comicità.
Mi spiego meglio: non dico che la comicità nazional popolare non debba esistere. Io non la guarderò, ma in compenso ci saranno tante altre persone che lo faranno; il punto però è che 60 milioni di italiani non possono essere rappresentati tutti da Colorado, o da Zelig e Made in Sud, perché in tutti i paesi civili ci deve essere un tipo di comicità per un altro tipo di pubblico. Non sarà una comicità che piace alla massa, ma si sta parlando comunque di una nicchia consistente.
Ecco, se volete vedere la mia comicità, se vi piace quello che faccio, allora guardate Nemico Pubblico. Se poi mi volete vedere senza restrizioni, venite ai live.
Alcune anticipazioni sui monologhi in onda a partire da martedì 6 maggio le trovate qui.
Dopo l’anteprima del 28 aprile, ha debuttato questa sera Si può fare!, il nuovo show di Rai Uno condotto da Carlo Conti.
Con la seconda parte dei knock out a The Voice (Rai 2, prima serata) sono state finalmente formate le squadre che i coach porteranno settimana prossima ai live show. Queste le nostre valutazioni al termine della puntata.
Vi abbiamo già parlato di Nemico Pubblico, il nuovo programma della seconda serata di Rai Tre. In partenza martedì 6 maggio, lo show di Giorgio Montanini prevede monologhi di stand up comedy e candid camera di forte impatto per un totale di sei puntate da 25 minuti ciascuna.
Martedì sera sono stati registrati i monologhi delle prime tre puntate
Si può fare! è il nuovo programma di Rai Uno condotto da Carlo Conti. In onda dal 2 maggio, eccoci pronti ad una sua anteprima trasmessa al posto di Affari Tuoi.
Terminate le festività pasquali, la scorsa settimana si è conclusa con un grande evento mediatico: la canonizzazione di Papa Wojtyla e Papa Roncalli. Ma è stata anche la settimana in cui il pubblico ha salutato programmi come La Pista e Ti lascio una canzone.
Due appuntamenti, in onda questa sera e il prossimo 2 maggio, sono dedicati da Italia 1 al pilota brasiliano in occasione del ventennale della sua scomparsa. Si tratta di un docu- film in prima visione e di una serata speciale condotta da Claudio Brachino.