Dal 1954, anno in cui la TV italiana vide la luce, fino ad oggi, il piccolo schermo è stato protagonista di risse, insulti, parolacce, improperi, gaffes, polemiche, scandali, querele, censure.
Oggi tutto questo singolare e imprevedibile bagaglio alternativo di conoscenze è stato riunito nel libro “Il peggio della TV” scritto dal giornalista Umberto Piancatelli con la prefazione di Mariano Sabatini.
È iniziato in maniera poco positiva l’autunno della prima rete di viale Mazzini. I principali programmi, veri e propri pilastri del palinsesto, hanno rivelato debolezze strutturali che ne hanno determinato insuccessi clamorosi.
59 morti e oltre 500 feriti, molti dei quali in condizioni gravi: è questo il drammatico resoconto della strage avvenuta a Las Vegas la sera del primo ottobre 2017. Nonostante sia stato il massacro più grave di tutta la storia moderna degli Stati Uniti d’America, i media, in particolare il piccolo schermo di casa nostra, ha dedicato al lugubre evento lo spazio necessario per darne notizia.
La settimana in corso è caratterizzata dal ritorno sulle reti pubbliche e private dei principali programmi del palinsesto autunnale.
La notizia recente è l’inserimento di Flavio Insinna all’interno della nuova edizione di #Cartabianca all’esordio su Rai 3 martedì 12 settembre. La conduttrice Bianca Berlinguer ha voluto Insinna al suo fianco, affidando all’ex padrone di casa di “Affari tuoi” il compito di girare l’Italia in lungo e in largo alla ricerca di storie emotivamente interessanti, coinvolgenti, in grado di catturare anche la curiosità dei telespettatori.
L’estate televisiva è finita. Da uno sguardo retrospettivo emergono repliche, riproposizioni di show e fiction, programmi sbandierati come nuovi ma sempre all’insegna di un discutibile dejà vu. Superficialità e carenza di idee hanno determinato il crollo totale della pur minima dignità residua nella tv generalista.. Rai, Mediaset e La7 hanno considerato la programmazione estiva uno scomodo ingombro.
Il trend della scorsa stagione televisiva ha consacrato il successo dei poliziotti in Tv. Dopo “Il commissario Montalbano” sono arrivati in video molti altri colleghi che si sono equamente divisi gli ascolti televisivi. Su Rai1 Luca Zingaretti, nella veste di Salvo Montalbano, ha sbancato gli ascolti con i due episodi inediti andati in onda nella primavera del 2017.
Amadeus è l’esempio di una vera e propria rinascita televisiva. Il personaggio che nel 2008 aveva lasciato l’azienda di viale Mazzini e “L’eredità” di cui è stato il primo conduttore, con il passaggio a Mediaset era incappato in una serie di insuccessi che ne aveva minato fortemente la personalità. Sono stati quattro anni di buio assoluto per il conduttore, all’anagrafe Amedeo Umberto Rita Sebastiani. Era precipitato in un tunnel da quale sembrava difficile uscire. La riconquista della popolarità ed il ritorno al successo gli sono stati offerti proprio da Rai1 ma ha dovuto fare una nuova gavetta abbastanza lunga e complicata.
Il canale del gruppo Discovery fruibile al numero 9 del digitale terrestre presenta una programmazione ambigua e discutibile. Infatti nella fascia oraria mattutina manda in onda filmati e docu-filmati di provenienza straniera, prettamente americana, in cui si parla di delitti avvenuti tra le mura domestiche. Si tratta di un palinsesto che gronda sangue, all’insegna di crimini terribili ed efferati che tra l’altro vengono documentati con grande dovizia di particolari e con docu-fiction che non risparmiano nulla all’immaginazione.
Sta accadendo qualcosa di strano nella terza rete di viale Mazzini. Il periodo di transizione tra la gestione di Daria Bignardi che si è recentemente dimessa e l’arrivo di Stefano Coletta ha determinato una preoccupante mutazione delle caratteristiche della rete. Un fatto che può sembrare inconsistente soprattutto perché avviene nella fase estiva in cui l’attenzione del pubblico è radicalmente a picco.