Giovedì 10 luglio è in onda, su Rai Storia, la puntata denominata Storie di donne di RAInchieste. La trasmissione prende il via alle 21:10 circa.
RAInchieste Storie di donne, alla conduzione c’è Giorgio Zanchini
Al timone di RAInchieste, anche nell’appuntamento in onda in prima visione nella giornata odierna, torna il giornalista Giorgio Zanchini. Il format è curato dalla direzione Rai Cultura. La puntata Storie di donne, oltre che in televisione, è fruibile anche in diretta streaming ed on demand mediante l’applicazione gratuita Rai Play.
L’inchiesta guidata da Zanchini, nella giornata odierna, si incentra su una serie di interviste realizzate alle donne in merito alla loro condizione sociale e professionale, che la Rai ha effettuato e mandato in onda nel 1971. All’epoca, la produzione, proposta in cinque diverse puntate, era firmata dalla giornalista e scrittrice Graziella Civiletti, con la regia di Vincenzo Gamna.
Le testimonianze restituiscono il volto di una nazione a due velocità
Nel corso di Storie di donne di RAInchieste sono proposte, più di cinquant’anni dopo, le dichiarazioni rilasciate dalle ospiti. Esse sono persone comuni: professioniste, casalinghe, madri e figlie.
Tutte loro, nel 1971, hanno parlato della loro condizione, raccontandosi senza filtri e senza alcun intermediario di fronte ad una telecamera. Né prima né dopo gli interventi delle ospiti vi è spazio per discussioni o dibattiti.
Il risultato finale è quello di un vero e proprio coro di voci, dal quale emerge il ritratto di un’Italia in trasformazione, ma ancora a due velocità. Da una parte, infatti, vi sono le città, ambienti più ricchi e nei quali le piazze femministe e le università spingono le donne a rivendicare la libertà di autodeterminarsi e di avere pari salari e dignità. Dall’altra parte, invece, vi sono le aree rurali, ancora dominate dalle logiche di patriarcato.
RAInchieste Storie di donne, un percorso che ha portato al periodo delle grandi riforme
Giorgio Zanchini, nel corso di RAInchieste, ricorda che Storie di donne anticipa, di qualche anno, quella che è ricordata per essere la stagione delle riforme. Nel ’71, ad esempio, è introdotta la tutela della maternità delle lavoratrici, con l’estensione del congedo obbligatorio e l’introduzione di un periodo retribuito facoltativo.
Nel ’75, invece, la riforma del diritto di famiglia permette di superare, almeno nelle intenzioni, i retaggi di una struttura familiare gerarchica e patriarcale. Due anni più tardi, infine, è promulgata la legge sulla parità di trattamento tra uomo e donna in materia di lavoro.