Il mondo del cinema piange la morte di Robert Redford. L’icona intramontabile di Hollywood è scomparsa il 16 settembre 2025. Si è spento nella sua casa di Provo, nello Utah. Aveva 89 anni. La notizia è stata confermata dalla sua agente, Cindi Berger. Ha dichiarato che l’attore è morto serenamente nel sonno. Con lui se ne va un pezzo di storia del grande schermo. Un attore che ha definito un’intera epoca con il suo talento. Il suo carisma e il suo impegno hanno lasciato un segno profondo.
Morte Robert Redford: un artista poliedrico
Redford, infatti, non è stato solo un attore indimenticabile. È stato, peraltro, un regista sensibile e un produttore coraggioso. E anche un instancabile attivista ambientale. Soprattutto, è stato il fondatore del celebre Sundance Film Festival. Questo festival, infatti, è diventato un punto di riferimento per il cinema indipendente. La sua carriera, di conseguenza, è costellata di successi e importanti riconoscimenti. Ha vinto, per esempio, l’Oscar alla regia nel 1981. Il premio, in particolare, è arrivato per la sua opera prima, Gente comune. Un dramma familiare intenso e molto commovente. Nel 2002, inoltre, ha ricevuto l’Oscar alla carriera. Un giusto tributo a un percorso artistico straordinario. La Mostra del Cinema di Venezia, peraltro, lo ha onorato. Gli ha conferito, infatti, il Leone d’oro alla carriera nel 2017. Ha ricevuto, inoltre, numerose candidature per capolavori indimenticabili. Tra questi, peraltro, ci sono La stangata del 1973 e Quiz Show del 1994.
Un uomo oltre lo schermo
Dietro il volto affascinante e lo sguardo magnetico, Redford era un uomo complesso. Era, infatti, profondamente legato alla natura. E anche alla libertà creativa più autentica. Negli ultimi anni, di conseguenza, aveva abbandonato la recitazione. Aveva dichiarato, infatti, di essere stanco di quel mondo. “Con tutto l’amore che ho per la recitazione mi sono anche un po’ stufato…“. “La pittura invece mi dà ancora tanta soddisfazione perché non devo dipendere da nessuno“. Il suo ultimo lungometraggio, peraltro, è stato Old Man & the Gun del 2018. Questo lavoro è stato il suo saluto al grande schermo. Ha interpretato, infatti, un anziano rapinatore in fuga. Lo ha fatto, peraltro, con grande ironia e una dolce malinconia. Un ruolo, questo, che sembrava scritto apposta per lui. Un addio, quindi, coerente con la sua intera carriera.
Un’eredità culturale e morale
Redford ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo del cinema. Ma il suo impatto va anche oltre. Ha influenzato, infatti, il dibattito culturale e ambientale per decenni. Ha sempre rifiutato l’approccio semplicistico tipico di Hollywood. Inoltre, ha cercato, infatti, di dare profondità e significato ai suoi progetti. Sia come attore che come regista. La sua scomparsa, quindi, segna la fine di un’epoca. Ma il suo spirito, fortunatamente, vive ancora. Vive nelle produzioni che ha diretto e interpretato con grande passione. E anche nei giovani registi che ha sostenuto con il suo festival. E in ogni spettatore che ha trovato in lui un compagno di viaggio. Robert Redford non era solo un grande attore. Era un narratore, un visionario e un uomo libero. Un uomo che ha saputo trasformare la sua arte in un messaggio universale. Un messaggio, questo, che non verrà dimenticato.