Il 20 luglio 2025, alle ore 21:15, Sky Arte offre al suo pubblico un appuntamento imperdibile: la messa in onda di Anselm, il documentario diretto dal visionario Wim Wenders. Questa proiezione speciale coincide con l’ottantesimo compleanno di Anselm Kiefer, riconosciuto universalmente come uno degli artisti contemporanei più influenti e provocatori.
Realizzato con una tecnologia all’avanguardia, in 3D e con una risoluzione 6K, il film non è un semplice omaggio, ma un’autentica immersione nella complessa mente e nell’imponente opera del pittore e scultore tedesco. Kiefer è celebre per la sua profonda esplorazione di temi quali la memoria storica, la spiritualità e la condizione umana, espressi attraverso l’uso audace di materiali come il piombo, la paglia, la cenere e il cemento, che conferiscono alle sue creazioni una densità materica e simbolica unica.
Un ritratto visionario che trascende il biografico
L’approccio di Wim Wenders si discosta dal classico biopic. Il regista, infatti, ha optato per un linguaggio visivo innovativo. Fonda così armoniosamente cinema e arte. La telecamera, quindi, si muove con grazia attraverso le vaste tele. Svela, in questo modo, dettagli e prospettive inedite. Il film, inoltre, alterna sapientemente scene reali e ricostruzioni. Partecipano, infatti, il figlio dell’artista, Daniel Kiefer, e il nipote di Wenders, Anton. Essi, perciò, interpretano Anselm da giovane e da bambino.
Anselm: l’Arte come ecosistema della Memoria
Nato nel 1945, Anselm Kiefer ha affrontato il peso del passato. Si è confrontato, infatti, con l’eredità del Terzo Reich. Il documentario di Wenders, quindi, illumina la sua arte. Essa, infatti, è un potente mezzo per elaborare il trauma. Non mancano, inoltre, riferimenti a figure letterarie fondamentali. Ad esempio, i poeti Paul Celan e Ingeborg Bachmann. Le riprese, infine, si dipanano attraverso luoghi emblematici. Vanno, infatti, dalla Germania alla Francia, dove Kiefer risiede oggi.
Anselm: un’esperienza sensoriale totalizzante
L’impatto emotivo del film è amplificato dalla colonna sonora. Anche la fotografia, inoltre, contribuisce a creare un’esperienza profonda. Il documentario ha ricevuto un’accoglienza entusiastica a Cannes 2023. È, infatti, molto più di un semplice ritratto biografico. Invita, perciò, a lasciarsi trasportare dalla libertà espressiva di un artista. Come afferma Kiefer stesso nel film: “Non mi sento arrivato. Mi sento ancora in cammino.” Questa frase, quindi, racchiude l’essenza di un percorso in continua evoluzione.