Il mondo della musica piange la scomparsa di una delle sue icone più amate e controverse. Si è spento oggi a Londra, all’età di 76 anni, John Michael “Ozzy” Osbourne, storico frontman dei Black Sabbath e pioniere dell’heavy metal. La famiglia, nel dare il triste annuncio dal Regno Unito, ha confermato che l’artista è morto dopo una lunga battaglia contro la malattia, circondato dall’affetto dei suoi cari.
Morte Ozzy Osbourne: una carriera leggendaria tra eccessi e genialità
Ozzy Osbourne nacque a Birmingham nel 1948. Lì, insieme a Tony Iommi e altri, fondò i Black Sabbath. Il loro sound oscuro e potente, infatti, ha definito l’heavy metal. La band ha consegnato alla storia album immortali come “Paranoid”. Nel 1978, però, la band lo espulse a causa delle sue dipendenze. Tuttavia, Ozzy si reinventò negli anni ’80. Iniziò, infatti, una carriera solista di enorme successo. Si trasferì, inoltre, negli USA con la moglie e manager Sharon Osbourne. Album come “Blizzard of Ozz” hanno consolidato il suo status. Anche le reunion con i Black Sabbath hanno contribuito. La sua vita, però, fu piena di eccessi. Questi, infatti, gli valsero il soprannome di “Principe delle Tenebre”.
La malattia e l’ultimo indimenticabile concerto
Negli ultimi anni, la diagnosi del morbo di Parkinson ha minato la sua salute. Questa malattia, quindi, lo ha allontanato progressivamente dalle scene. La sua tempra, però, ha avuto un ultimo, memorabile sussulto. Infatti, il 5 luglio scorso, ha salutato i suoi fan. Lo ha fatto con un concerto evento nella sua natia Birmingham. Si è esibito, infatti, accanto ai compagni dei Black Sabbath. Ha regalato, così, un’ultima, commovente performance. Ha dato fondo a tutte le sue energie. Ha chiuso, perciò, un cerchio dove tutto era iniziato.
Funerali e l’eredità immortale di un’icona Rock
La notizia della sua scomparsa ha generato un cordoglio globale. La famiglia, inoltre, ha richiesto il massimo riserbo. Non ha ancora fornito, infatti, dettagli sulla cerimonia funebre. Ozzy Osbourne, quindi, lascia un’eredità che va oltre la musica. È stato, infatti, il simbolo della ribellione. Era un’icona capace di scandalizzare e affascinare. La sua voce roca e la sua presenza scenica, perciò, rimarranno nella storia del rock.