Alla conduzione, come sempre, Paolo Bonolis, in cerca del colpo di reni per chiudere bene un programma apparso in affanno, non solo per quanto riguarda gli ascolti.
Seguiamo insieme la diretta.
In apertura, Paolo Bonolis parla della capitale dello scherzo, Firenze. È l’introduzione allo scherzo fatto al Senatore Matteo Renzi, ex Sindaco di Firenze, ex Presidente del Consiglio ed ex Segretario del Partito Democratico.





“Verrà trasmesso in molte lingue. Mi auguro che il doppiaggio in inglese non lo abbia fatto tu!”, chiude caustico Bonolis, prendendo in giro la proverbiale, scadente pronuncia inglese di Renzi.

Un monologo sugli status symbol, sul loro costo e sull’eccessiva importanza che gli si dà.
Il motociclista Andrea Iannone è la vittima dello scherzo seguente, che ha preso di mira la sua Bentley da 400mila euro.

Poi, mentre lui sta correndo il MotoGp di Spagna, lo scorso settembre, alcuni suoi amici e complici di Scherzi a parte escono con la sua costosissima auto.

L’identità del ladro che gli viene mostrata è, in realtà, quella di Genny Savastano, un famossissimo personaggio di Gomorra. 

Lo scherzo finisce quando ormai il pilota sta per tirare in ballo la polizia.

Visto che durante il finto furto aveva confuso il lago con un mare, viene sottoposto ad un piccolo quiz sui nomi dei laghi e dei mari. Non fa una bella figura.


I complici sono la sua fidanzata e il suo collega David Parenzo.

Il giornalista mantiene la calma fino a quando Christian non scarabocchia un quadro a cui Cruciani tiene moltissimo. Un suo foto-ritratto in stile pop-art.








Scherzi a parte, di fatto, finisce qua. Ma prima della chiusura, viene rimandato in onda lo scherzo ad Adriano Pappalardo, in onda durante la prima puntata.

Pappalardo era stato chiamato ad esibirsi ad un matrimonio da un fan. Solo che il fan era morto il giorno prima del matrimonio. I famigliari, convinti che il cantante fosse un amico di lunga data dell’uomo, lo hanno chiamato ugualmente al capezzale del defunto.


Uno scherzo alquanto macabro.
Si chiude così la stagione 2018 di Scherzi a parte.
Un’edizione complessivamente al di sotto delle aspettative. Era stato annunciato come un ritorno in grande stile, con scherzi fatti di idee brillanti e realizzati con tecniche cinematografiche, ma quasi tutti sono stati paragonabili a quelli delle altre edizioni.
Probabilmente, è anche l’idea stessa di un programma basato sugli scherzi ad aver fatto il suo tempo: se ne sono visti e continuano a vedersene in tutte le salse. Forse anche per questo gli ascolti sono andati calando dopo i buoni risultati della prima puntata.
La conduzione rinnovata ed essenziale, affidata esclusivamente a Paolo Bonolis e ai suo piccoli monologhi tra uno scherzo e l’altro, è stata tutto sommato azzeccata, efficace per snellire e rinnovare lo show. Ma andando avanti ha rivelato il suo lato negativo, cioè la tendenza ad un andamento monocorde dello spettacolo.
Anche perché l’ironia di Bonolis, diventata il suo tratto distintivo, ha confermato di essere a corto di nuove frecce al proprio arco. Il conduttore ha cercato di ovviare esasperandone alcuni tratti – basti ricordare le battute spietate su Giulio Andreotti, mentre Paola Perego raccontava il suo malore avuto in diretta; oppure le continue battute a sfondo sessuale con Malena – ma senza sortire grossi effetti.
Quando la scelta ricade sul superamento dei limiti del cosiddetto – a volte inappropriatamente – politically correct, c’è sempre un grosso rischio in agguato: se non si riesce a far ridere appieno, rimane solo la sensazione sgradevole.
Insomma, Scherzi a parte si chiude rimanendo a galla, ma senza aver lasciato l’impressione che questo ritorno possa essere considerato all’altezza della sua fama.

