Chi vuol essere milionario? conclude così la sua edizione speciale, pensata come celebrazione in quattro puntate del ventesimo anniversario e poi prolungata per altrettante prima serate, grazie ai risultati sorprendenti.
Nell’immediato, sembra poco probabile la decisione di registrare altre puntate, anche perché lo studio attualmente in uso si trova in Polonia.
Allestirne uno per poche puntate era stato giudicato poco conveniente da Mediaset e un ulteriore prolungamento potrebbe diventare un problema da questo punto di vista.
Resta la performance oltre le aspettative di un format apparso ancora vivo e coinvolgente per i tanti amanti del genere, nonostante il meccanismo sia rimasto quasi del tutto identico a quello di venti anni fa.
A questo ha contribuito un Gerry Scotti particolarmente bravo ad esaltarsi nella conduzione di un quiz come questo.
Seguiamo insieme la diretta dell’ultima puntata.

Proprio così: il traguardo viene fissato a 30mila euro, corrispondente alla prossima domanda, l’undicesima.


Prova a ragionare facendo perno su questa reminiscenza, ma il ricordo potrebbe non aiutarlo troppo, perché – gli fa notare Gerry Scotti – tutti gli argomenti citati dalle opzioni sono stati toccati dalle domande poste nel film.

Il conduttore, tuttavia, gli ricorda che rischia di andare a casa con soli 3mila euro, non avendo ancora raggiunto il suo traguardo.

Non trovando sbocchi al ragionamento, prima decide di ritirarsi senza rischiare, poi torna sui suoi passi quando Gerry Scotti gli chiede ufficialmente se vuole andare a casa. “Sai che non mi succede più di tornare qui?”, dice.

Era ad un passo dall’abbandono, poi questo colpo di reni niente male.


Quest’ultima è una frase che Papa Francesco dice spesso, un fatto che secondo Zeno potrebbe rendere ridondante una ripetizione fuori dal suo ufficio.
Infine, sceglie di rispondere “Vietato lamentarsi”.
Quella del concorrente piemontese si sta rivelando una delle scalate più avvincenti di tutta l’edizione. Non solo perché Zonato è arrivato alla tredicesima domanda, ma anche per il pathos che riesce a generare grazie ai suoi ragionamenti e all’atteggiamento con cui affronta il suo percorso.

Zeno Zonato sta cercando di ragionare su quale dei telefilm possa, allo stesso tempo, rappresentare al meglio i valori statunitensi e non incappare nella censura del governo cinese. Non sa nulla su “L’Uomo di Atlantide”, mentre propende per “Happy days”. Scarta “Hazzard” e “L’Incredibile Hulk”, a suo dire troppo esposti con le rispettive simbologie.
Il concorrente dice, però, di non avere abbastanza appigli per rischiare così tanto e si ritira con 70mila euro.
Avrebbe scelto “L’uomo di Atalantide”, che sarebbe stata la risposta esatta e gli avrebbe regalato 150mila euro. La scalata di Zeno Zonato si conclude, dunque, con un altro colpo di scena.



Risponde correttamente “Dèmone demòni”. Il plurale corretto di ‘dèmone’ è ‘dèmoni’.

Ines Iacovella sceglie “A Snoopy” e indovina.
Il celebre beagle protagonista dell’omonimo fumetto di Charles Monroe Schulz, in effetti, nei suoi tentativi semi-seri di improvvisarsi scrittore, inizia sempre con l’incipit “Era una notte buia e tempestosa…”

Ines non ha ascoltato il discorso e non ha la minima idea di cosa potrebbe aver mostrato. Per questo, chiede l’aiuto a Gerry Scotti.

Poi, le consiglia la risposta “Un dipinto”, perché era un dipinto che gli era stato regalato pochi giorni prima dai ragazzi di un centro per l’autismo di Verona. È il consiglio giusto.
Quinta domanda: “I nomi ‘Piemonte’ e ‘Lombardo’ sono legati a Giuseppe Garibaldi perché così si chiamavano…”. Opzioni: I suoi cavalli; I piroscafi dei Mille; I suoi luogotenenti;I suoi piatti preferiti.
La concorrente non conosce la risposta e prova a ragionarci.
Bisogna dire che le ultime due domande sono state abbastanza insidiose, considerato il loro valore.

Il sesto ostacolo della scalata: “Lo studio di un’università olandese ha stilato la ‘playlist’ delle canzoni che migliorerebbero l’umore. La top ten è stata vinta da…”. Opzioni: Wonderful World; Don’t stop me now; YMCA; I will survive.

Settima domanda: “In un tram di 70 persone. A ogni fermata ne scendono 8 e ne salgono 3. L’autobus fa 9 fermate. Quante persone ci sono alla fine sul tram?”. Opzioni: 5 persone; 15 persone; 25 persone; 35 persone.
Ines Iacovella sceglie l’opzione “25”, correttamente.

La concorrente conosce i film e gli attori protagonisti, ma non le basta per arrivare ad una risposta, allora sceglie di utilizzare l’aiuto del 50:50.
Infine, opta per “Vial col vento”, con Clark Gable. La risposta è giusta.

Di nuovo, la concorrente non se la sente di ripondere e chiede l’aiuto del pubblico, che non l’aiuta troppo.
In ogni caso, sceglie “Francia” e si rivela la scelta giusta.

“Muhammad Ali nel 1973 si presentò sul ring per difendere il titolo con indosso…”. Opzioni: una maglietta di Andy Warhol; Il guanto delle Pantere Nere; il cappello di Mao Tse Tung; L’accappatoio di Elvis.

Anche lui non ricorda il momento, ma appigliandosi a qualche ricordo e ragionando sulle ipotesi più probabili, le suggerisce “L’accappatoio di Elvis”. Un’opzione che la stessa concorrente aveva già detto di preferire, non fosse altro per il fatto che l’accappatoio viene sempre indossato dai pugili al momento dell’ingresso.

Undicesima domanda: “Quale di questi fatti NON accadde negli anni ’50?”. Opzioni: Castro conquista L’Avana; Viene eretto il muro di Berlino; Grace sposa ranieri; Elisabetta II viene incoronata.

Risponde correttamente “Viene eretto il Muro di Berlino”, costruito nel 1961. 30mila euro per Ines Iacovella.
Dodicesima domanda, da 70mila euro: “Quale disegno compare sulle pagine pari dei passaporti italiani?”. Opzioni: Mole Antonelliana; Statua di Marco Aurelio; Bronzi di Riace; Pantheon di Roma.

Pur con dispiacere, decide di fermarsi perché non trova elementi a favore della sua ipotesi.
Si rivela la scelta migliore, perché avrebbe risposto “Mole Antonelliana”, sbagliando. Sulle pagine pari del passaporto c’è la statua di Marco Aurelio.

Le sue ultime parole lasciano trapelare la speranza che il gioco possa tornare tra non troppo tempo: “Lasciandoci a dicembre avevo detto ‘Ci vediamo presto. Forse’, e mi sento di ripeterlo anche in questa occasione”.
La sua espressione da un lato dice che non c’è alcuna certezza in questo senso, dall’altro allude alla possibilità che negli uffici di Cologno Monzese si sia già parlato di riportare il quiz in programmazione. D’altronde, se i risultati sono questi, l’ipotesi non è da scartare.