Sessantaquattro concorrenti si sfideranno a colpi di esibizioni canore nelle quattro puntate previste, per giocarsi il montepremi finale di 50mila euro. In semifinale arriveranno in venti, mentre la finale si giocherà tra i dieci più bravi.
Il format originale prevede 30 secondi a disposizione dei cantanti, ma la versione proposta da Canale 5 contempla puntate di durata maggiore, dunque mette più tempo a disposizione.
L’obiettivo è convincere i 100 giudici del programma, appartenenti a vario titolo al mondo della musica e a quello dello spettacolo. Accanto ad artisti come Mietta, Silvia Mezzanotte, Marco Ligabue e Simona Bencini, siedono altri protagonisti, tra cui Le Donatella e Antonella Mosetti.
Inoltre, di puntata in puntata, ci saranno degli ospiti che entreranno a far parte della giuria.
La prima puntata ha dato spazio ad Iva Zanicchi, Pucci, Gabriele Cirilli e i Boomdabash, mentre nelle prossime serate si avvicenderanno anche Fabio Rovazzi, Nek, Al Bano e Renato Zero, guest star dell’ultima puntata.
Il meccanismo è elementare: ciascun giudice può decidere se schiacciare il pulsante con cui approva il talento che sta ascoltando, alzarsi e cantare insieme al concorrente – concedendogli un punto – oppure rimanere seduto. Il partecipante che riesce a farli alzate tutti, va direttamente in finale.
Non è successo nelle due manche viste nella prima puntata, sebbene Rosy Messina, Augusta Procesi e Daria Biancardi ci siano andate davvero vicine. Ottimo risultato anche per la quarta semifinalista, Veronica Liberati, mentre un po’ più basso è stato il punteggio di Antonio Gerardi, il quinto.
A Michelle Hunziker il compito di passare tra le postazioni per ascoltare i commenti dei giurati, oltre che per scherzare con loro.
La sistemazione dei 100 giudici è l’elemento distintivo di All Together Now: le sedute sono disposte su una grossa parete scenografica che si sviluppa in verticale, a rendere l’idea di un vero e proprio muro di fronte al quale si esibiscono i cantanti.
Alla vigilia – in conferenza stampa, come durante le altre iniziative promozionali – sia Michelle Hunziker che J-Ax hanno colto ogni occasione possibile per marcare una distanza con i tanti talent già sullo schermo.
“Questo show non ha la presunzione di garantire una carriera musicale, l’obiettivo finale del gioco è solo il montepremi“, ci hanno tenuto a ripetere. In effetti, l’impronta è spettacolare e divertente, lontana dal pathos della pura competizione. L’essenza del meccanismo di selezione, tuttavia, ricorda inequivocabilmente quello di un talent.
Di seguito potrete ripercorrere il racconto in diretta della prima puntata di All Together Now.
Michelle Hunziker apre lo show con molta carica. Ed è il Maestro Beppe Vessicchio a “benedire” lo spettacolo dirigendo l’orchestra in “Somebody to love” dei Queen.
Il Maestro di All Together now sarà Valeriano Chiaravalle, ma Vessicchio è stato voluto per dare simbolicamente il via allo show.


A stretto giro, inizia il game-show.
La prima concorrente è Graziana Tafuni, da Altamura (Bari). Punta tutto sull’energia e sul coinvolgimento del pubblico cantando “Think” di Aretha Franklin. Voce discreta ma un po’ aspra: per lei si alzano comunque 50 giudici, la metà dei presenti. Buon risultato, anche perché si alza pure J-Ax.

Voce meno potente di quanto voglia far sembrare, ma coinvolge gradualmente sempre più giudici. Riesce a raggiungere i 60 punti.


Non è stata perfetta, ma è riuscita a colpire anche grazie al suo atteggiamento.
A non alzarsi è stato Mr Ketra dei Boomdabash: “È brava ma non mi ha trasmesso nulla, una voce già sentita”.

In ogni manche passa il primo direttamente, mentre il secondo e il terzo possono giocarsela: il punteggio più basso raggiunto finora dai tre che si sono già esibiti è 50, di conseguenza lui è matematicamente fuori.
Oltre al ritmo e all’entusiasmo, non c’è stato nulla di più in grado di colpire il pubblico.
J-Ax, tra le altre cose, ha il compito di intrattenere con quelle che dovrebbero essere ficcanti battute politicamente scorrette, ma finora i suoi sono stati interventi poco spontanei e banali.
Meglio quando canta con la conduttrice Michelle Hunziker: insieme animano lo studio con “Sono bugiarda” di Caterini Caselli.
La quinta ad esibirsi è la 25enne Veronica Liberati da Roma.
La migliore voce e la migliore interpretazione ascoltata finora, ma porta a casa 93 punti, cioè meno dei 99 di Rosy Messina.
Nei commenti dei giudici fatti ascoltare a microfoni aperti prima della sua prova, circolava scetticismo e non ci si aspettava un tale exploit.
Segue Marco Galeotti, web designer 42enne. Il suo aspetto rock/metal divide i commenti iniziali tra timori e curiosità.
Poi, lui esplode in una versione metal di “La notte vola” di Lorella Cuccarini. La soprpesa è bella e coinvolgente, l’esecuzione meno. Si alzano solamente 41 Giudici, ma tutto sommato ha fatto bene a giocarsela così.
Sul muro dei giudici c’è Marco Salvati, autore di molti programmi televisivi, ma che ha anche scritto questo brano per la Cuccarini. “Ti devo ringraziare. Non era mai stata pensata una versione così ed è stata una sorpresa pazzesca”.
All’ingresso dell’ultima concorrente della prima manche, Pucci si lascia andare a sottolineature esuberanti e triviali sulla sua bellezza, aggiungendo: “Brava, ha già vinto”.

Purtroppo per lei, non mette in mostra grandi doti e va a casa con 18 punti.
Rosy Messina, dal canto suo, chiude la manche in testa con 99 punti e si guadagna la semifinale.
Ora, Michelle Hunziker canta di nuovo, stavolta con i Boomdabash per cantare “Non ti dico no”, nata dallo stesso gruppo insieme a Loredana Bertè.
Al di là delle doti vocali non eccezionali, questi tentativi della Hunziker di cimentarsi con il canto – siamo al terzo della serata – sono positivi, aggiungono non poco allo stile di conduzione a cui ci ha abituati.

Interpreta “Una donna per amico” di Lucio Battisti, ma sembra un pochino spento.


Amedeo Raciti, tuttavia, ha ancora una speranza: sfiderà il terzo classificato della seconda manche.

Si presenta dicendo di voler far ballare tutti, ma la sua versione di “I wanna dance with somebody” di Witney Houston è piatta, nonostante lei sia ugualmente brava e provi a dialogare con il pubblico. Si risolleva sul finale, ma non basta per andare oltre i 31 punti.
I Giudici parlano proprio della mancanza di verve e dinamiche vocali per giustificare il risultato.
Intanto, per i Boomdabash è il momento dell’auto-promozione: cantano “Per un milione”, una delle loro hit più recenti, con cui hanno anche gareggiato a Sanremo 2019. L’effetto karaoke con il pubblico è assicurato.


La sua versione di “Feel good” di James Brown, però, non è male. Racimola 80 punti.
Ora se la gioca Augusta Procesi, agente di commercio 62enne. “Avevo un sogno: girare il mondo cantando insieme a mio marito che suona la batteria. Poi, la vita ci ha portato altrove. Aiutatemi a rendermi orgogliosa”, dice presentandosi.
Esegue “La vita” di Elio Gandolfi. Oltre ad essere una bella scelta, si dimostra il pezzo giusto per lei, al punto che agguata 99 punti.




In realtà, è uno dei tanti modi con cui si cerca di differenziare lo spettacolo e allungare un format che di per sé non prevede tre ore di trasmissione.

Più sceniche che talentuose, ma fanno ugualmente una bella figura e fanno alzare 60 giudici.
Con il loro punteggio, escludono automaticamente la romana Vanessa Catarinelli.


Esagera con vocalizzi per lo più inutili, ma ha una voce davvero notevole e si sente che ha sempre cantato in vita sua, da come riesce a gestire il crescendo di cui è protagonista durante la prova.
Poco da dire, la sua versione di “Gloria” di Umberto Tozzi va a segno e tocca quota 94 punti.
Risultato che esclude le Frenetiche dalla lotta per la semifinale.
Ultimo concorrente della seconda manche è Francesco Sanchini da Roma, con “Another One Bites the Dust” dei the Queen.
Parte in sordina, poi migliora decisamente e sembra poter fare molto bene perché ha una buona voce. Peccato che la sua esibizione non decolli mai in quanto a coinvolgimento e quindi si ferma a 18 punti, di sicuro ingenerosi.
Augusta Procesi, avendo vinto la manche, va dritta in semifinale. Il secondo posto se lo giocano Antonio Gerardi e Daria Biancardi.
Inizia Antonio con “It’s man’s world” di James Brown. È bravo e fa anche meglio della prima esibizione, ma qualcosa non convince i giudici.

Il suo unico neo è che si autocompiace e sente di dover incessantemente ribadire le proprie doti vocali con virtuosismi a volte evitabili.
L’ultima sfida della puntata sarà quella tra i terzi classificati delle due manche: Antonio Gerardi e Amedeo Raciti.
Finora, Antonio ha mostrato maggiori qualità e duttilità – grazie al fatto che è un cantante semi-professionista – ma chissà che Amedeo non abbia qualcosa in serbo…
Apre la contesa proprio Amedeo, riproponendo “Nessun dolore” di Lucio Battisti e si migliora sensibilmente, Oltretutto, deciso e coinvolgente.


In chiusura, tutto lo studio si diverte cantando e ballando “Mamma Maria” dei Ricchi e Poveri.
La prima puntata di All together now finisce qui.
Lo show ha confermato gli annunci e le previsioni della vigilia, con più spettacolo che talenti. Le tre ore abbondanti dell’esordio hanno esaltato due o tre ottimi cantanti, ma è evidente come la rivisitazione italiana del format abbia puntato su altro, in un clima che voleva essere di festa.
C’è stato un buon coinvolgimento dei cento giurati da parte di Michelle Hunziker. A dispetto delle attese, né il numero né la disposizione sul muro ha creato problemi, concedendo, al contrario, l’impressione di una certa dinamicità.
La Hunziker è stata di certo all’altezza nel gestire i vari momenti, anche quando si è cimentata nel canto. Forse non esaltante, ma non le si possono rimproverare carenze particolari.
Male J-Ax. A parte l’evanescenza del ruolo a capo della giuria, ciò che non ha convinto sono stati i suoi commenti, mai divertenti come lui avrebbe voluto.
In generale, lo show ha mostrato la corda nelle fasi in cui è stato più palese il tentativo di stirare il format originale, così da coprire le tre ore previste per la prima serata di Canale 5.
Parliamo, ad esempio, dei momenti in cui sono stati coinvolti gli ospiti come cantanti: in tutti i casi, il loro intervento è sembrato alquanto forzato. Eccezion fatta per i Boomdabash, protagonisti di una tipica auto-promozione sul palco.
La prima puntata di All Together now, quindi, si chiude con la conferma delle attese: un programma di intrattenimento leggero, un po’ talent, un po’ gameshow, senza essere fino in fondo nessuna delle due cose.

















