La musica in soccorso delle zone terremotate. Quelle colpite, sbriciolate dai sismi che, dal 24 agosto in poi, hanno distrutto il centro Italia. E insieme alla musica, la televisione.
Paesi sventrati, centri storici diventati zone rosse, cittadini che hanno perso i luoghi che erano i punti di riferimento di una vita: è l’identità delle persone, che i terremoti si sono portati via. Là dove c’erano bar, ristoranti, punti di ritrovo, le scosse hanno lasciato crepe, dormitori improvvisati. Fratture che ancora non si rimarginano, con i paesi che sembrano i fantasmi di se stessi, le chiese puntellate e le macchine dei vigili del fuoco che passano in continuazione. I turisti che non arrivano più.
“Abbiamo bisogno che la gente rimanga a vivere nel cuore d’Italia, altrimenti ne rimarrà solo un museo”: è questa l’esigenza del centro Italia colpito dai sismi iniziati lo scorso 24 agosto, come spiega la Presidente della regione Umbria Catiuscia Marini.
Nel giorno dell’anniversario del terremoto a L’Aquila, in Rai è stato lanciata la campagna Viaggio nel cuore d’Italia. Si tratta di un progetto in partenza dal 10 aprile, e che coinvolge tutte le reti Rai: promo istituzionale ad hoc, trasmissioni con segmenti dedicati alle manifestazioni culturali, religiose, sportive, enogastronomiche del centro Italia per raccontare un territorio che è altro oltre al terremoto.
Sono le tre “s” del giornalismo: sesso, soldi, sangue. A marchigiani e abruzzesi è toccato, appunto, il sangue: quello dei morti nella slavina che ha travolto l’ Hotel Rigopiano.
Nei giorni passati la neve è caduta silenziosa, inesorabile: adesso l’informazione si è accorta che quella candida coperta è putrida. Sporcata dall’ abbandono, da avvisi metereologici pressoché ignorati, dall’arrivo tardivo di forze e mezzi di soccorso.
Ancora una giornata di lutto nazionale,oggi, per i funerali di Stato delle vittime del terremoto che ha colpito l’Italia centrale lo scorso 24 agosto. Dopo i funerali delle vittime marchigiane,oggi è Amatrice, una delle città più colpite dal sisma, a dare l’estremo saluto a chi ha perso la vita sotto le macerie.
L’estate sta appassendo. Nelle Marche lo fa con il venticello serale che rimette in pace con il rumore della vita, con i paesaggi di colline sinuose. Terra di girasoli splendenti e campi che esplodono di verde lussureggiante, verso la fine degli anni ’60, tra le montagne di Arquata del Tronto si aggirava un goliardico Adriano Celentano.
Singolare il comportamento di Rai1 nella giornata del lutto nazionale per la celebrazione dei funerali di alcune delle vittime del tragico terremoto del 24 agosto scorso. Singolare soprattutto se confrontato ai giorni precedenti. Le prime serate, infatti,all’indomani della prima drammatica scossa, sono state radicalmente cambiate.
Si sono fermati tutti: da Rai 1 a Canale 5, da Retequattro a Rai2 a Rai3. Solo il Tg La7 non ha mai interrotto la lunga diretta finalizzata a documentare il gravissimo terremoto che ha colpito molte zone del Centro Italia. Solo La7, insomma, ha dimostrato di essersi calata nel ruolo di rete deputata a rendere un servizio pubblico ai telespettatori. Più ancora delle reti di viale Mazzini.