Domenica 21 settembre prosegue, con la seconda puntata, la nuova edizione di Melaverde. La trasmissione è proposta, su Canale 5, dalle ore 11:50 circa.
Melaverde 21 settembre, Ellen Hidding e l’uva da tavola
Al timone di Melaverde del 21 settembre c’è la consueta coppia composta da Ellen Hidding e Vincenzo Venuto. L’appuntamento, fruibile in streaming ed on demand mediante Mediaset Infinity, è anticipato da Le Storie di Melaverde. Esso contiene una raccolta dei migliori servizi trasmessi negli scorsi anni e parte alle 10:30 circa.
Ellen Hidding, durante Melaverde di oggi, dà ampio spazio all’uva. Solitamente, nel nostro paese, si parla di questo delizioso frutto solamente per il vino, eccellenza italiana esportata in tutto il mondo. Quello che molti non sanno, però, è che l’Italia è un punto di riferimento anche per quel che concerne l’uva da tavola. Il Belpaese è il primo in Europa e tra i leader al mondo nell’esportazione di uva da tavola, rigorosamente Made in Italy.
L’esempio di Mazzarone, in provincia di Catania
Melaverde del 21 settembre ricorda che l’uva da tavola è un frutto diffuso spiccatamente al sud, dove grazie a terreni particolari, microclimi unici e storiche tradizioni, l’uva da tavola segna fortemente l’economia da generazioni.
Per testimoniare la grande vocazione che l’Italia ha per l’uva da tavola, la conduttrice raggiunge Mazzarone, comune della provincia di Catania. Si tratta di uno dei punti di riferimento per il settore: qui un tempo si coltivava esclusivamente per produrre vino, negli anni ‘50 si è intuito che l’uva da tavola cresceva con caratteristiche uniche. A partire da quel momento, le condizioni pedoclimatiche e la costante evoluzione delle tecniche di coltivazione hanno permesso di raggiungere una qualità eccelsa. Nel 2003 è stata riconosciuta con la denominazione europea Uva da Tavola di Mazzarrone IGP.
Melaverde 21 settembre, il lago di Viverone
Vincenzo Venuto, a Melaverde del 21 settembre, è invece sulle sponde del lago di Viverone. Qui i monaci benedettini hanno scelto di costruire un monastero. La fertilità del terreno e soprattutto l’abbondante presenza di acqua, permisero ai monaci di piantare e coltivare orti e vigne.
L’acqua che nutre questo territorio arriva da lontano, dai ghiacciai del Monte Rosa fino ad arrivare al Lago Maggiore. Le telecamere del programma seguono il corso d’acqua, partendo dagli alti pascoli della Val d’Ayas, in Valle d’Aosta, ed arrivando a valle, nel Canavese, dove l’acqua permette la coltivazione un riso Carnaroli molto particolare, che viene essiccato utilizzando il fuoco di legna di rovere. Infine, il viaggio termina nelle profondità del lago di Viverone: sul fondale è fatto affinare un vino bianco di Erbaluce all’interno di otri in terracotta.