Interviste
Claudia Marchiori, intervista a Carla de La Sposa: grazie al mio personaggio ho dato voce a tutte le donne
Indice dei contenuti
- 1 Claudia Marchiori intervista: la voce di tutte le donne
- 2 Con Carla hai dato voce a tutte le donne….
- 3 La Sposa tratta dell’emancipazione femminile e del razzismo. Nella sua vita ci sono stati episodi di tal natura?
- 4 Claudia Marchiori intervista: Qual è il suo concetto di libertà?
- 5 Come è nata l’idea di avvicinarsi alla recitazione?
- 5.1 Quanto di lei c’è nel personaggio di Carla?
- 5.2 Claudia Marchiori intervista: Il personaggio di Carla avrà un’evoluzione?
- 5.3 C’è una persona o un personaggio che l’ha ispirata di più nella sua vita?
- 5.4 Non avere avuto una cultura cinematografica prima di iniziare questo mestiere è stato uno svantaggio?
- 6 Quali emozioni ha provato prima della messa in onda de La Sposa?
- 7 E’ stato difficile dire addio ai suoi personaggi?
Claudia Marchiori, alias Carla nella miniserie tv targata Rai 1 La Sposa, nella nostra intervista a maridacaterini.it. Classe 1995, dalla pittura è passata al teatro, quindi è arrivato il cinema e la tv. Sul grande schermo ha esordito con il terzo film da regista di Pif ‘E noi rimanemmo solo a guardare’, e in tv, con ‘Romulus’, ‘Che Dio ci aiuti 6’ e Un passo dal cielo.
Per gentile concessione ufficio stampa – credits Maria Vernetti
Claudia Marchiori intervista: la voce di tutte le donne
Con l’attrice veneziana abbiamo parlato anche di discriminazione di genere, di come si è preparata per interpretare al meglio il ruolo di Carla in La Sposa, dando finalmente voce a tutte le donne che non l’hanno mai avuta e che ancora non ce l’hanno.
Emozioni dense, prima di gettare un ponte verso l’anima. Immagini in bianco e nero dell’esistenza femminile degli anni ‘60 restituite grazie alla sua interpretazione, che ci svelano un labirinto di dolorose scoperte, inquietanti retroscena, prevaricazioni, soprusi, manipolazioni e violenza. Ma anche consapevolezza di ciò che conta di più nella vita.
Claudia ha messo al centro della sua vita l’amore per sé stessi riportando serenità e concordia tra gli intimi sguardi del suo cuore, che dovrebbero essere anche quelli che ogni persona ha da scoprire di sé. E tutto questo e molto altro ancora l’attrice lo ha fatto semplicemente raccontandosi.
Racconti intimi e riflessioni profonde che hanno mostrato il lato più nascosto di Claudia Marchiori, svelando così le mille sfaccettature che la contraddistinguono, affondando le radici nel ritratto famigliare.
E tutto questo diventa Claudia Marchiori, Carla in La Sposa, e ognuno di noi.
Con Carla hai dato voce a tutte le donne….
Nello studio del personaggio di Carla ho cercato di dare voce a tutte le donne che non l’hanno mai avuta, ma anche a me stessa, che nel piccolo della mia esperienza di vita mi sono sentita repressa. Lì ho messo quindi tutto quello che avrei voluto esprimere in altre situazioni. A livello sociale uomini e donne non sono visti allo stesso livello, questo comporta un senso di inferiorità della donna. Dato che in questa società la parità non è una regola, spesso è necessario alzare la voce, avere una posizione forte per riuscire a farsi sentire. Le parole dolci a volte non bastano.
Carla è un po’ il contraltare di Maria
Sono due personaggi differenti per approccio e vissuto dei rapporti umani. Carla, a differenza di Maria, non è capace di avere un’apertura di cuore, di gentilezza e di dolcezza. Lei è molto più grezza e dura, si è creata questa corazza di personalità forte, ispirandosi agli uomini che la circondavano, come Vittorio. Ma anche al contesto sociale. A quel tempo tutte le donne tendenzialmente stavano in silenzio. Non mi sono state date delle linee guide sul personaggio specifico, quindi l’ho ‘creata’ io. A me piace sentire i protagonisti che interpreto. E solo dopo aver studiato il personaggio, ho compreso Carla. Ho immaginato che fosse una donna fondamentalmente sola, che si è costruita da sé con al fianco delle figure femminili molto forti, come lo possono essere una zia o una nonna.
La Sposa tratta dell’emancipazione femminile e del razzismo. Nella sua vita ci sono stati episodi di tal natura?
Si. Qualche tempo fa durante un’intervista mi hanno chiesto se fossi fidanzata, una domanda che tendenzialmente fanno solo alle donne all’inizio della carriera ed io mi chiedo: perché? Quasi quasi sembra indispensabile per una donna essere accompagnata da qualcuno per essere una persona forte, capace, sicura. E comunque di successo. Invece l’uomo si presuppone che sia capace e forte anche da solo. In questo momento ho una compagnia, ma per me la compagnia più importante sono io. Le persone dovrebbero comprendere maggiormente quanto importante sia sentirsi compagni di sé stessi.
Claudia Marchiori intervista: Qual è il suo concetto di libertà?
Mi piacerebbe essere libera di poter dire quello che penso e che voglio senza sentirmi sbagliata. Per me la libertà è l’assenza di paura. La libertà parte dal rispetto per sé e finisce con il rispetto verso l’altro.
Come è nata l’idea di avvicinarsi alla recitazione?
Mi sono laureata all’Accademia di Belle Arti e già in quel periodo il mio desiderio era di approfondire lo studio della recitazione. Nel corso del tempo ho sentito la necessità di trasformare il mio metodo di espressione: dal gesto si è passati alla parola. Anche se la parola mi spaventa di più, perché è un mezzo diretto che può compromettere. Ed è una situazione con cui combatto quotidianamente.
Quanto di lei c’è nel personaggio di Carla?
Tutta la mia storia famigliare. Per la costruzione del carattere di Carla mi sono ispirata a varie sfaccettature del carattere dei miei parenti: i miei genitori, i nonni materni, mia zia. Come nel caso di Carla, anch’io sono veneta e le origini della mia famiglia sono contadine. Sin dal primo momento ho sentito amica il personaggio di Carla. In Carla si ritrova la testardaggine, il carattere e il timbro vocale di mio padre. Ed ancora quel suo corrucciare la fronte. Da mia nonna invece Carla ha preso quel suo esser forte, costante, sempre presente.
Di mia zia c’è la capacità di conoscere nell’altro la diversità come forza. Mio nonno è stato sindacalista e da lui ho tratto tutte quelle informazioni che mi necessitavano per capire meglio le idee che poteva avere Carla in questo senso. Lui si è sentito considerato, ma anche finalmente questo passato ha avuto un senso perché me ne poteva finalmente parlare. Mi ha raccontato che in passato le donne sindacaliste erano poche. Lui mi ha fatto capire che era quasi normale che le donne sindacaliste erano poche e quasi non parlavano. Carla ha preso il nome da mia madre.
Claudia Marchiori intervista: Il personaggio di Carla avrà un’evoluzione?
Si, cambieranno molte cose. Quello che mi sento di dire è di non fermarsi alle apparenze, al primo sguardo e sensazione.
C’è una persona o un personaggio che l’ha ispirata di più nella sua vita?
Personaggi no, però ad ispirarmi sono di più le emozioni.
Non avere avuto una cultura cinematografica prima di iniziare questo mestiere è stato uno svantaggio?
No, ho recuperato dopo. Si continua sempre ad imparare. E questo approccio lo vorrei mantenere sempre negli anni che verranno. Il percorso di ognuno è unico, perciò sono grata di essere unica, di avere avuto questo percorso e di continuare.
Quali emozioni ha provato prima della messa in onda de La Sposa?
Sono stata malissimo. Il mio modo di vivere le cose è di attraversarle e lasciarle andare. E questo lo faccio anche con i personaggi che interpreto. Ma nel caso di Carla è stato difficile, perché mi sono resa conto di aver messo talmente tanti elementi personali che ho avuto paura di essere giudicata. Avevo bisogno come Carla di essere vista.
E’ stato difficile dire addio ai suoi personaggi?
No, nel caso di Carla ho avuto necessità di salutarla, perché ha un carattere troppo forte. E’ come dar voce ad una coscienza invadente, è una persona amica, ma è anche molto emotiva. Vivere con emozioni del genere, con un’entità così forte non è proprio semplice. Penso ci sia un tempo per ogni relazione. C’è stato un tempo di incontro, conoscenza, di amicizia e di saluto del personaggio. Come accade anche nella vita reale.
Claudia Marchiori intervista: Progetti attuali e futuri?
Attualmente sto lavorando per una nuova serie Rai dedicata al Generale Dalla Chiesa. Gireremo tra Roma, Torino e Palermo. Interpreto Emanuela Setti Carraro, la seconda moglie del generale. Il nuovo ruolo è per me una bella occasione per essere riconosciuta come attrice non con ruoli specifici, ma capace di spaziare. La fiction è prodotta da Stand By Me e Rai Fiction. Dovrebbe andare in onda probabilmente per il quarantesimo anniversario della strage. Le riprese sono iniziate a novembre e stiamo rispettando scrupolosamente il protocollo anti-Covid. Il generale Dalla Chiesa sarà interpretato da Sergio Castellito. Inoltre sono anche una studentessa del terzo anno dell’Accademia Jean Maria Volonté.
Fino ad oggi solo ruoli da buona, le piacerebbe un ruolo da cattiva?
Si. Ho cercato di dare un carattere più cattivello a Carla, anche se non c’era scritto. Lavorerei per un personaggio antagonista con la stessa dedizione e cura di un personaggio buono. Perché i cattivi non sanno mai di esser cattivi.
Interviste
Fosca Innocenti, intervista a Cecilia Dazzi: la mia Rosa Lulli, abile sul lavoro ma un disastro in amore
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Venerdì 13 gennaio, in prima serata su Canale 5, è prevista la messa in onda delle prime puntate di Fosca Innocenti 2. Tra le attrici protagoniste c’è Cecilia Dazzi, che in questa intervista racconta il personaggio di Rosa Lulli, oltre ai suoi progetti futuri.
Intervista Cecilia Dazzi, Rosa divisa tra il marito e una nuova fiamma
–Cecilia, da venerdì 13 gennaio torna in onda nella fiction Fosca Innocenti, dove interpreta l’ispettrice Rosa Lulli. Che personaggio è?
Rosa è una poliziotta abile e capace. Se la cava benissimo anche ai fornelli e, per dimostrarlo, spesso porta i propri manicaretti in ufficio. È corretta e affidabile e, per queste qualità, è molto stimata dai colleghi. Inoltre è dotata di una notevole capacità analitica. Nella sua vita privata, però, è un disastro…
–In che senso?
Rosa, in Fosca Innocenti, ha un marito che la trascura. Lui non la desidera più e lei non riesce a capirne il motivo. Per via della situazione è spesso delusa e stanca. Inoltre ha un figlio e non sempre riesce a dividersi tra il lavoro, la casa e tutte le altre preoccupazioni. Un giorno, però, un nuovo uomo entra a far parte della sua vita e, grazie a lui, potrebbe finalmente ritrovare la serenità affettiva. Non è detto, però, che Rosa sia in grado di tradire il consorte e lasciarsi andare alla gioia del nuovo sentimento.
“La mia presenza ne La Porta Rossa 3 e in Una mamma all’improvviso”
–Oltre alla già citata Fosca Innocenti, che altri progetti ha?
Attualmente sto lavorando ne La Porta Rossa 3. Qui do il volto ad Eleonora Pavesi, ovvero la mamma di Vanessa, la giovane in grado di vedere il fantasma di Cagliostro e di dialogare con lui. Inoltre, oltre a Fosca Innocenti, sono nel cast di un’altra fiction che andrà in onda tra qualche mese su Canale 5. Il titolo è Una mamma all’improvviso, dramedy condotto da Claudio Norza e che ha tra le protagoniste Giulia Bevilaqua.
–C’è qualche personaggio che non ha ancora interpretato ma che le piacerebbe portare in scena?
Mi piacerebbe calarmi nel ruolo di una donna fortemente impegnata nella società civile ma che, contemporaneamente, ha il gusto per le indagini.
–Tra le tante produzioni che ha fatto, qual è quella alla quale è rimasta più legata?
Sicuramente L’Ispettore Coliando dei fratelli Manetti. Qui recitavo il ruolo di una farabutta che, con grande leggerezza, realizzava una rapina in banca. Dell’esperienza sul set di Coliandro mi è rimasto in mente un episodio molto significativo. In una puntata ho lavorato con Philippe Leroy. All’epoca aveva 80 anni ma, nonostante questo, non ha voluto utilizzare uno stuntman per girare le scene.
–Preferisce lavorare nelle produzioni televisive o in quelle cinematografiche?
Fra poco rimetterò piede nei cinema e questo mi dà, senza dubbio, grande soddisfazione. Comunque posso dire che oggi la differenza tra un lavoro televisivo e uno cinematografico è minima. Gli attori, d’altronde, devono essere in grado di spaziare da un personaggio all’altro.
Intervista Cecilia Dazzi, il rapporto con internet
–Che sensazioni prova quando è sul set?
Quando sto girando una produzione sono felice. Provo una serenità paragonabile a quella che sento quando sono in vacanza con i miei figli.
–A proposito di figli. Com’è cambiata la sua vita dopo la maternità?
Mi si sono aperti nuovi orizzonti. Inoltre ho notato che sono più organizzata anche sul lavoro.
–Che rapporto ha con internet?
Ho un legame molto forte. Credo stia concedendo a tutti la possibilità di accedere alla cultura.
Interviste
Che Dio ci aiuti 7 Elena Sofia Ricci: Suor Angela è una peccatrice, in futuro solo brevi saluti
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Giovedì 12 gennaio, in prima serata su Rai 1, è prevista la messa in onda delle prime puntate di Che Dio ci aiuti 7. La fiction è molto attesa anche per il già annunciato addio di Suor Angela. Quest’ultima è interpretata da Elena Sofia Ricci, che in questa intervista parla proprio della scelta di abbandonare la serie.
Intervista Elena Sofia Ricci, il futuro di Suor Angela
-Giovedì 12 gennaio inizia la settima stagione di Che Dio ci aiuti. Qual è il segreto della longevità della serie?
Questo è un ottimo momento per la fiction Rai. Che Dio ci aiuti, dopo sette edizioni, mantiene ancora lo stesso gradimento degli inizi. L’aspetto più importante nella serie è, a mio avviso, quello legato alla spiritualità. La stessa Suor Angela è una peccatrice e ha avuto un passato molto avventuroso.
–A Che Dio ci aiuti fate uso di consulenze esterne per le parti destinate agli aspetti religiosi?
Sì, abbiamo una curatrice che si chiama Suor Benedetta. A lei spetta il compito di esaminare le preghiere dei nostri personaggi.
–La sua scelta di abbandonare la fiction ha destato molto clamore…
In questa stagione passo il testimone ad Azzurra. Nonostante questo, Suor Angela in alcune puntate è presente e ne combina una delle sue.
-Il suo è un addio definitivo?
In questa serie vado e vengo. Probabilmente ci sarà un’ottava stagione di Che Dio ci aiuti, ma sarà senza di me. Comunque, anche in futuro, farò qualche incursione per dei brevi saluti. Sono molto affezionata al personaggio di Suor Angela e non vorrei che ci si dimenticasse di lei.
“Con La dolce ala della giovinezza giro per i teatri di tutta Italia”
-Cosa l’ha spinta a lasciare Che Dio ci aiuti?
Uno dei motivi per i quali ho lasciato è l’amore per il teatro, dove sono nata professionalmente. In queste settimane sono impegnata con la tournée teatrale de La dolce ala della giovinezza di Tennessee Williams. Qui interpreto Alexandra del Lago, che in passato era stata portata in scena da Rossella Falk.
Noi, con l’opera, abbiamo esordito a dicembre e proseguiamo sino alla fine di aprile. A Roma saremo al Teatro Quirino dal 31 gennaio al 12 febbraio. A fine marzo, invece, la porteremo in scena al Manzoni di Milano. In generale, comunque, percorriamo tutta l’Italia da nord a sud.
-Oltre agli impegni a teatro, quali sono i suoi progetti futuri?
Fino al 2024 non ho uno spazio libero. Prima di tutto, il 24 gennaio ho la conferenza stampa di Fiori sopra l’inferno, in onda su Rai 1 il 13, il 20 e il 21 febbraio. La produzione, che ha come regista Carlo Carlei, appartiene al genere del thriller. È la prima volta che mi cimento nel genere in Italia.
–Oltre a Che Dio ci aiuti, in passato ha partecipato a varie fiction e serie tv, che però ha quasi sempre abbandonato dopo pochi anni. Come mai?
La mia caratteristica professionale è quella di lasciare i personaggi che interpreto per poter risorgere in altri protagonisti e con altre personalità. Per fortuna, questa mia tendenza è stata apprezzata, nel tempo, dal pubblico. Quando sono per strada, infatti, nessuno mi chiama mai Suor Angela, ma bensì con il mio nome e con il mio cognome. Sono riuscita nell’obiettivo di non farmi imbrigliare in nessun personaggio che ho interpretato.
Intervista Elena Sofia Ricci, l’omaggio alla nonna
–Qual è l’interpretazione alla quale è rimasta più legata?
Senza dubbio quella di Rita Levi Montalcini. Quando ho girato l’ultima scena, infatti, avevo la certezza che non l’avrei mai più interpretata.
-C’è un personaggio che ancora non ha fatto e che in futuro spera di portare in scena?
Mi mancano tanti personaggi che spero di fare. Ho ancora molti progetti e sogni nel cassetto.
-Ultima curiosità. Perché il personaggio di Suor Angela ha questo nome?
Inizialmente la protagonista di Che Dio ci aiuti si sarebbe dovuta chiamare in un altro modo. Ho voluto io il nome di Angela perché così si chiamava mia nonna. Lei è stata la prima a vedere, in me, la potenzialità di stare sopra un palcoscenico. Per questo ho scelto di omaggiarla.
Interviste
Lavinia Abate, Miss Italia 2022: il mio sogno è Sanremo Giovani
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Lavinia Abate è la Miss Italia 2022. La 18 enne di Roma ha ricevuto il prestigioso riconoscimento durante la finale di mercoledì 21 dicembre. In precedenza già Miss Lazio, nella finalissima ha avuto la meglio contro Carolina Vinci (Miss Sardegna) e Virginia Cavalieri (Miss Emilia Romagna). Lavinia, in questa intervista, parla dei suoi sogni futuri.
Intervista Lavinia Abate, l’importanza della famiglia
-Lavinia, lei è l’ottantatreesima Miss Italia. A chi ha dedicato la vittoria?
“Dedico la vittoria ai miei genitori, che mi hanno sempre sostenuto. Sono contenta e fiera di rappresentare l’Italia, seppur consapevole di dover condividere il titolo di Miss con il percorso scolastico”.
–Com’è il suo rapporto con la scuola?
“Frequento l’ultimo anno del Liceo Scientifico ‘Tommaso Salvini’ di Roma. In tutti questi anni sono sempre stata promossa, prendendo buoni voti”.
–È vero che lei è bilingue?
“Sì, oltre all’italiano parlo agevolmente l’inglese. Ciò grazie alla mia famiglia: mamma, infatti, è nata in Gran Bretagna. Mio papà, invece, è di Roma, dove sono nata anche io. Poi ho due fratelli, uno di 12 e uno di 22 anni. Entrambi sono stati sin da subiti miei grandi fan”.
“Ho convissuto con problemi di salute non ancora del tutto superati”
–Presentandosi per Miss Italia ha confessato che, in passato, ha dovuto affrontare dei momenti di difficoltà. Le va di parlarcene?
“Sì, in passato ho avuto momenti complicati, causati in primis da sofferenze in amore e da alcune incertezze su me stessa. Inoltre, da qualche tempo sono costretta a convivere con dei problemi di salute. Ho portato per diversi anni un busto alla schiena e, ad oggi, non ho ancora risolto definitivamente. Dovrò sottopormi a ulteriori accertamenti per capire se posso evitare l’utilizzo del corsetto”.
–Come affronta i momenti di sconforto?
“Con la musica, mia grande passione che penso di aver ereditato dalla nonna. Suono il pianoforte sin da piccola e, negli anni, ho preso varie lezioni. Quando vivo un periodo complicato mi metto al piano e compongo delle musiche. La melodia mi esce in modo spontaneo, direttamente dall’anima. Non so spiegarmi nemmeno io come faccia a comporre così velocemente”.
Intervista Lavinia Abate, il sogno di Sanremo Giovani
–Miss Italia ha rappresentato un ottimo trampolino di lancio per entrare nel mondo dello spettacolo. Lei cosa si augura per il futuro?
“Il mio sogno, dopo Miss Italia, è quello di diventare una cantautrice. In particolare, spero che la vittoria al concorso di bellezza mi dia la giusta visibilità per tentare di partecipare a Sanremo Giovani. Vorrei calcare quel palcoscenico con un testo scritto da me. Ad oggi, infatti, ho già all’attivo cinque brani, due in italiano e tre in inglese. So che dovrò confrontarmi con un mondo difficile, ma in futuro spero di essere riconosciuta soprattutto per la musica che compongo”.
–Da sempre c’è grande interesse per la vita sentimentale delle Miss. Lei ha già dichiarato di essere single…
“Confermo. Cerco una persona comprensiva e dolce, che sia consapevole di sé stessa. Ma, principalmente, spero di trovare qualcuno con il quale condividere tutto il bello e il brutto che la vita offre”.
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