Rita Dalla Chiesa, a poche ore dalla morte di Pippo Baudo, ha voluto rilasciare la seguente intervista per omaggiare il grande conduttore. La storica padrona di casa di Forum si è concentrata, soprattutto, sulle qualità umane del conduttore.
Morte Pippo Baudo intervista Rita Dalla Chiesa, l’attentato del 3 settembre 1982 al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
-Qual è il ricordo che la lega maggiormente a Pippo Baudo?
“Sicuramente quello risalente al 3 settembre del 1982, ovvero il giorno in cui mio padre, il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, cadde assassinato dalla mafia. Baudo stava presentando il Festival dell’amicizia e lo interruppe immediatamente, non andando più avanti proprio per rispettare ed onorare la memoria di mio padre. Ho trovato in lui un rispetto ed una consapevolezza dei valori umani che non ho più rinvenuto in nessun grande conduttore“.
L’importanza del conduttore per la televisione italiana
-Cosa ha rappresentato, per lei, Pippo Baudo?
“Baudo ha rappresentato l’Italia televisiva, tutta la nostra vita televisiva è passata attraverso lui. Con la sua morte si è chiuso un ciclo, perché tutti i grandi, a cominciare da Corrado, Vianello, Mondaini e Maurizio Costanzo, purtroppo se ne sono già andati. Adorava il proprio lavoro ed il pubblico lo ha amato proprio per questo“.
-Ci può raccontare qualche aneddoto del suo rapporto con Pippo Baudo?
“Ricordo che quando mi sono sposata con Fabrizio Frizzi sbagliò il giorno del mio matrimonio. Mi fece arrivare, come dono di nozze, uno splendido servizio di piatti che conservo ancora e che adopero solamente nelle occasioni importanti“.
Morte Pippo Baudo intervista Rita Dalla Chiesa, l’attentato subito da Cosa Nostra
-Quali sono state, secondo lei, le caratteristiche peculiari di Baudo?
“Aveva la grande capacità di mettere le persone a proprio agio. Nelle edizioni da lui guidate del Festival di Sanremo, poi, seguiva nota per nota le canzoni in gara ed effettuava anche dei cambi all’ultimo momento affinché tutto procedesse per il meglio“.
-Oltre che professionalmente, la grandezza di Pippo Baudo si estendeva anche al lato umano.
“Baudo era colto, amava la musica, non era superficiale ed aveva la capacità di comunicare con tutti, riuscendo a far propri i problemi degli altri, cercando anche di risolverli. Conosceva la storia di ognuno dei personaggi che presentava, era amico di tutti e non ha avuto una vita facile. Ricordo, ad esempio, quando Cosa Nostra gli fece saltare in aria, in Sicilia, la villa a Santa Tecla, il 5 novembre del 1991, dopo l’appello che Baudo fece contro le mafie al Maurizio Costanzo Show“.